Che cos’è una pandemia e come combatterla
Una parola che risuona ogni tanto nei telegiornali e che fa rima con epidemia ma probabilmente non ha esattamente lo stesso significato. Che cos’e una pandemia? E visto che esiste anche l’endemia, diamo un significato anche a questa parola, per comprendere meglio eventuali notizie a riguardo, per saper distinguere allarmi e allarmismi, per essere più consapevoli di ciò che accade nel mondo e di cui si parla in modo più o meno appropriato sui vari media.
Che cos’è una pandemia
Per definizione una pandemia è un’epidemia che assume la capacità di diffondersi con una estrema rapidità in un territorio molto vasto, da un continente all’altro, mietendo vittime numerose e sparse in diversi Paesi del Mondo. Il termine pandemia va usato con molta attenzione per non creare dei falsi allarmi e gettare il panico generale nel mondo intero. Si parla di pandemia solo in caso di malattie o condizioni patologiche contagiose, non per tutte le malattie che sono ampiamente diffuse nel pianeta come ad esempio il cancro. Non è quindi una questione solo di frequenza di casi e loro distribuzione geografica ma anche di potenziale diffusione tramite contagio.
La pandemia è un’epidemia con queste particolari caratteristiche. Ma cos’è un’epidemia? Una epidemia è meno “internazionale”, di norma, perché con questo termine viene definita una malattia si diffonde sì molto rapidamente ma all’interno di una popolazione circoscritta. Qui a fare la differenza è la densità di persone che ne restano colpite in un relativamente ristretto territorio. È una questione di percentuali e non di numeri assoluti. Anche all’interno di un condominio o in una classe di studenti, può diffondersi un’epidemia di influenza se ad esempio se ne ammalano 10 su 12.
Altri termini che possiamo sentire quando si parla di malattie e della loro diffusione sul territorio sono “endemia” e “infezione”. L’endemia è una malattia che insiste nel colpite sempre una certa fetta di popolazione, accanendosi. Ci sono le piante endemiche e anche le malattie endemiche. Possiamo trovare endemie discrasiche, legate ad un certo tipo di abitudini alimentari di alcune popolazioni (il gozzo, la pellagra o il beri-beri) e le endemie infettive, più connesse con germi e batteri (la peste e il colera in India, la febbre gialla in America, la malattia del sonno in Africa)
Quando parliamo di infezione sporadica, l’allarme è minore, si tratta infatti di una malattia che riguarda una piccola parte della popolazione in maniera e in modo non costante.
Come prevenire e combattere le pandemie
Da un lato ci spostiamo di più, ci scambiamo più merci, questo non fa che favorire il diffondersi di pandemie. Allo stesso tempo la medicina è progredita e anche i controlli sono diventati più precisi e capillari, quindi si hanno strumenti più potenti per contrastarle.
Di fronte al pericolo di un’epidemia che si trasforma in pandemia oggi possiamo sfoderare scorte di farmaci antivirali, protocolli di sorveglianza veterinaria ed animale, ricerca e sviluppo di nuovi farmaci e vaccini, a livello di società, e poi ciascuno di noi può fare qualcosa per minimizzare il rischio di contagio. Vediamo qualche esempio di comportamenti raccomandati per prevenire contagi.
- Lavare bene le mani prima e dopo essersi recati al bagno, prima di ogni pasto e prima o dopo aver toccato alimenti crudi;
- Pulire gli utensili da cucina e le varie superfici
- Fare le vaccinazioni preventive se si viaggia in paesi a rischio
- Adottare le misure igieniche consigliate in caso di condizioni igieniche scadenti
- Conservare gli alimenti correttamente e prevedere una eventuale cottura preventiva prima dell’utilizzo
- Scegliere alimenti garantiti per origine e provenienza;
- Evitare contaminazioni incrociate con altri cibi durante la refrigerazione o la manipolazione degli alimenti
- Rinforzare le proprie difese immunitarie con una alimentazione ricca e varia
- Evitare rapporti sessuali a rischio ed utilizzare metodi contraccettivi barriera
- No all’autoterapia con antibiotici per evitare casi di farmacoresistenza
- Effettuare la vaccinazione antinfluenzale preventiva, soprattutto se si hanno più di 65 anni o si ha una salute cagionevole
Casi di pandemia nella storia
Ogni pandemia ha una storia a sé e non sempre miete tanti morti, non deve per forza essere morte per meritarsi questo nome, basta che sia fortemente contagiosa. Purtroppo la storia ci lascia molti esempi con numerose vittime.
Uno dei più celebri della storia è quello della peste bubbonica che colpì l’Europa nel XIV secolo, sterminando un terzo della popolazione.
Nello scorso secolo ci sono state l’influenza asiatica e quella di Hong Kong. La prima tra il 1957 e il 1958 ha causato quasi settantamila morti solo negli Stati Uniti anche se è partita dalla Cina nel febbraio del 1957. La seconda nel 1968-69 ha causato circa 34.000 decessi sempre negli Stati Uniti, ma il virus è partito da Hong Kong agli inizi del 1968.
Tuttora l’influenza è quella che fa più paura alle autorità sanitarie perché storicamente, ogni 20-40 anni provoca pandemie. Spesso accade perché si mescolano i influenzali animali (suini, aviari) ed umani dando vita a nuovi ceppi che non è sempre banale studiare e annientare.
Più che nella storia, nel presente, possiamo citare COVID-19. L’ONG lo ha ufficialmente dichiarato pandemia avendo preso atto che il numero di casi al di fuori della Cina era aumentato di 13 volte e il numero di paesi colpiti era triplicato raggiungendo gli oltre 118.000 casi sparsi in 114 paesi, tra cui 4.291 decessi. Dopo diverse settimane di monitoraggio del focolaio 24 ore su 24 , l’organizzazione mondiale si è detta preoccupata sia dai livelli allarmanti di diffusione e gravità, sia dai livelli allarmanti di inazione e ha deciso che era il momento di utilizzare la parola “pandemia”, una parola che pesa e allarma, ma che chiama tutti ad agire con massimo senso civico perché solo con l’aiuto di tutti i singoli se ne può uscire.
Pubblicato da Marta Abbà il 14 Marzo 2020