Che cos’è l’emodieta e come funziona

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Nota anche come dieta dei gruppi sanguigni l’emodieta sembra essere tornata di moda e puntualmente un gruppo di studiosi è andato a studiarne l’efficacia ottenendo dei risultati interessanti e confermando i sospetti dei tanti esperti che già in prima battuta si erano detti perplessi in merito a questo tipo di alimentazione. Vediamo di cosa si tratta e perché non è la strada corretta da seguire.



Cos’è l’emodieta

L’emodieta è una condotta alimentare che già parecchio tempo fa è stata proposta come la soluzione per il miglioramento dello stato di salute vero e proprio di un individuo e la riduzione di tutti i fattori di rischio riguardanti malattie croniche, patologie cardiovascolari, eccetera. L’obiettivo quindi di chi avrebbe dovuto seguirla non doveva essere tanto perdere peso ma raggiungere uno stato fisico eccellente.

Ad ipotizzarla è stato il naturopata statunitense James D’Adamo in un libro pubblicato nel 1980: “One man’s food”. Negli anni seguenti il figlio ha continuato a sostenerla e a divulgarla attraverso un libro che, al contrario di quello del padre, ha avuto un successo straordinario. Pubblicato nel 1997, “Eating right for your type” ha venduto 7 milioni di copie vendute ed è stato tradotto in più di 50 lingue. Immaginate quante persone in questi anni hanno per lo meno iniziato una dieta del genere nella speranza di stare bene.

Gruppi sanguigni dell’emodieta

Se andiamo ad approfondire cos’è l’emodieta, scopriamo che aveva una complessa struttura e organizzazione che dava da pensare che si trattasse di una qualcosa di efficace.

D’Adamo aveva immaginato che i vari gruppi sanguigni (0, A, B e AB) fossero il risultato di diversi processi di evoluzione e di stili di vita, anche ma non solo alimentari, molto diversi. Ogni gruppo rispecchiava quindi un periodo della storia dell’umanità con specifiche caratteristiche.

  • il gruppo 0 corrisponde al cacciatore, l’uomo che ha dato origine alla progenie e che seguiva una dieta ricca di frutta e piante ma soprattutto di cacciagione;
  • il gruppo A corrisponde all’agricoltore che segue una dieta più vegetariana ;
  • il gruppo B è quello dell’uomo nomade, vissuto circa 10.000 anni fa e dedito alla pastorizia nelle zone caucasiche e in Mongolia. Questo tipo di uomo ha un’alimentazione varia, che segue l’arte di arrangiarsi e comprende carne e vegetali, ma anche i prodotti caseari);
  • il gruppo AB corrisponde all’uomo enigma, il più recente, formatosi circa 1000 anni fa dalla mescolanza dei gruppi A e B. Questo tipo di uomo segue una dieta ibrida tra quella del gruppo A e quella del gruppo B.

Anche gli alimenti sono stati divisi in categorie dall’inventore dell’emodieta D’Adamo, in liste differenti secondo il gruppo di appartenenza,l ma anche divisi in cibi “benefici”, cibi “neutri” o “indifferenti” e cibi “nocivi”.

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Come funziona l’emodieta

Ora vediamo con che logica D’Adamo ci consiglia di mangiare. Si parte da uno specifico elemento, dalle lectine che sono delle proteine di origine prevalentemente vegetale, e si analizza la loro presenza nella nostra dieta. Non tutti i gruppi sanguigni possono “accettarle” e se una persona le introduce nella propria dieta quando non deve può causare l’agglutinazione delle cellule sanguigne fino ad stato infiammatorio e allo sviluppo di una sorta di intolleranza, o di una reazione con sintomi simili.

Ogni gruppo sanguigno inoltre, secondo la teoria di D’Amato, si dimostrava propenso ad ammalarsi di specifiche patologie. Il gruppo A doveva temere soprattutto anemia, disturbi epatici e diabete di Tipo 1, il gruppo B le malattie autoimmuni e il gruppo AB di patologie cardiovascolari.

Opinioni sull’emodieta della comunità scientifica

La maggior parte dei medici e dei biologi da subito hanno manifestato forti perplessità sull’efficacia di questo regime dietetico. Vediamo quali sono le loro ragioni.

  1. le lectine sono presenti nei cibi in minime quantità, soprattutto nei cereali crudi, e sono sensibili alle temperature alte, per cui è strano siano così al centro di tanto clamore.
  2. le statistiche non confermano la prevalenza di certe patologie per specifici gruppi sanguigno;
  3. guardando le diete sembra che tutti gli intolleranti al lattosio e gli allergici alle proteine del latte dovrebbero appartenere solo al gruppo 0 ma non è affatto così
  4. studi sui gruppi sanguigni e la loro origine affermano che il gruppo A si è evoluto per primo, mentre il gruppo 0 sarebbe comparso solo in seguito e questo non conferma le ipotesi di D’Adamo.
  5. i gruppi sanguigni non sono nati in relazione alle differenti alimentazioni. Ci sono popolazioni che mangiano in modo molto diverso ma in cui troviamo individui con gli stessi gruppi sanguigni. Basta guardarsi attorno e chiedere i gruppi sanguigni di appartenenza per accorgersene.

Queste sono solo le principali osservazioni che gli esperti hanno fatto sull’emodieta ma bastano per farci capire che non è una teoria fondata e che ci potrebbe portare a modificare il nostro stile di vita in modo inutile se non dannoso. Meglio affidarsi ai consigli dei nutrizionisti e adottare una dieta varia e sana.

Pubblicato da Marta Abbà il 2 Marzo 2020