Che cosa è il biogas? Da problema a risorsa

Mucca e biogasIl biogas è un gas ricco di metano e anidride carbonica prodotto dalla decomposizione naturale dei rifiuti presenti nelle discariche. Tale gas rappresenta un problema (è tossico e nocivo per l’ambiente) ma al tempo stesso una risorsa, se ben impiegata. Il biogas infatti può essere utilizzato come combustibile in impianti di cogenerazione CHP per la produzione di energia elettrica e termica da immettere in rete ed energia termica da utilizzare in eventuali impianti di teleriscaldamento. Qualora non sia possibile il recupero energetico, può essere smaltito tramite combustione controllata, un processo che ne riduce l’impatto inquinante.

Oltre che captato dalle discariche e convogliato negli impianti di cogenerazione, il biogas destinato alla produzione di energia può essere prodotto partendo dalle deiezioni animali e da quella che in Italia viene definita Forsu, Frazione Organica del Rifiuto Solido urbano. Nel caso del letame, i residui vengono prelevati, trasportati e trattati con un processo anaerobico dal quale si ottiene biogas trasformabile in elettricità e calore in modo combinato. Esempi in questo senso sono la cittadina tedesca di Lünen, a nord di Dortmund, che punta a soddisfare il 30-40% del proprio fabbisogno di energia con biogas di origine animale prelevato dalle aziende agricole dei dintorni; e la città di Berlino, che ha annunciato un progetto di compostaggio delle deiezioni dei cani nelle aree urbane per produrre biogas.

Un esempio di produzione di biogas dagli scarti di cucina è invece la città di Malmö, in Svezia, dove con un progetto patrocinato dal governo sono stati progettati edifici da cui i rifiuti alimentari (Forsu) non finiscono in fognatura ma in un sistema separato che trasforma gli scarti di cibo in metano, che viene poi bruciato per produrre energia. Anche la città di Londra, in UK, sta esaminando un sistema analogo per un progetto di costruzione di 2000 abitazioni.

Un sistema per trasformare in energia gli scarti di cucina senza interventi preventivi è invece quello del Dissipatore di Rifiuti Alimentari (DRA), un apparecchio installabile sotto il lavello della cucina che tritura gli scarti e ne consente lo smaltimento attraverso la rete fognaria. Di questo apparecchio, inventato in USA nel 1927, sono dotate metà delle abitazioni americane e in Europa la città di Stoccolma, sempre in Svezia, ha recentemente introdotto i DRA in maniera strutturale e organica all’interno dei suoi impianti di gestione e trattamento acque e rifiuti. I vantaggi attesi sono la produzione di biogas e la riduzione della CO₂ legata alla raccolta differenziata della Forsu. Gli ostacoli sono un, seppur contenuto, maggior consumo di acqua e di elettricità (per il funzionamento del dissipatore). Un approccio multi-criterio alla gestione dei rifiuti fa comunque propendere per l’utilità del dissipatore (il bilancio tra risorse consumate e risorse recuperate è positivo) come confermano i test effettuati.

E in Italia? Giusto per non pensare che certe cose succedono sono al di là delle Alpi, nel nostro Paese il tema biogas è all’ordine del giorno e sono già presenti iniziative imprenditoriali (più che legislative) di rilievo. Un esempio già balzato agli onori della cronaca è quello della MEG – Marcopolo Environmental Group – un’azienda di Cuneo che ha recentemente lanciato il suo “Progetto Ambientale Zooagrobioenergetico di Filiera a Ciclo Chiuso” per il recupero e la valorizzazzione energetica delle matrici organiche provenienti dalle biomasse zootecniche.

Marcopolo ritira i surplus delle deiezioni animali dagli allevatori, secondo quanto previsto dalla Normativa Nitrati, evitando così l’inquinamento atmosferico e terrestre, e le sottopone a un trattamento basato su un processo anaerobico (processo MESAD – Marcopolo Ecotone System Anaerobic Digestion) dal quale si ottiene biogas, energia verde e un ristrutturante per terreni, Humus Anenzy, specifico per la cura di suoli stanchi e inquinati. I vantaggi sono quantificabili nella distruzione di biogas, nell’abbattimento di anidride carbonica, nel risparmio di petrolio e nella produzione di energia per elettricità e riscaldamento.

Marcopolo è anche proprietaria di tecnologie all’avanguardia e specifiche per la bonifica, il convogliamento e la valorizzazione energetica del biogas da discarica, un settore in cui è diventata leader. Il sistema ideato dai ricercatori MEG è basato su un complesso meccanismo di captazione del gas, integrato nel progetto di chiusura della discarica. Il biogas viene convogliato nel sistema di depurazione e, attraverso un processo chimico – fisico dedicato, viene depurato dei numerosi inquinanti, liquidi e gassosi, presenti e poi utilizzato per la cogenerazione, attraverso specifici motori endotermici a ciclo otto, capaci di ottenere rese energetiche, mediamente intorno al 40%. L’energia elettrica verde così ottenuta viene ceduta alla rete nazionale, mentre l’energia termica, prodotta con la cogenerazione, può essere utilizzata per il teleriscaldamento. Marcopolo Environmental Group possiede oltre 40 impianti attivi in Italia, realizzati e gestiti in proprio, e una decina in fase di costruzione. Un impianto attivo e uno in costruzione si trovano in Portogallo.

Sul fronte della produzione di biogas dalla Forsu, le cose sono un po’ più complesse. Non esistono impianti separati di fognatura e nonostante i test positivi (Lucca, Monghidoro, Biella, Padova e Chieri) e una legge – 210/08 – che consente lo smaltimento dei rifiuti organici provenienti dagli scarti dell’alimentazione trattati con apparecchi dissipatori di rifiuti alimentari, previa l’esistenza di un sistema di depurazione da parte dell’ente gestore del Servizio Idrico Integrato, ancora nessuna Amministrazione ha pensato a una reale applicazione sperimentale sul campo. I Dissipatori di rifiuti Alimentari sono comunque in commercio e l’azienda di riferimento è la InSinkErator, Divisione del gruppo internazionale Emerson. L’inizio della raccolta differenziata porta a porta della Forsu in alcune grandi città (Milano il novembre 2012 su un campione di 400mila abitanti), con tutti i problemi del caso, sta giustamente scaldando il tema. Un recente studio dell’Università di Verona e del Politecnico di Torino condotto parallelamente alla sperimentazione di Chieri conferma che l’introduzione del DRA nelle case avrebbe un impatto economico positivo in termini generali,