Il polietilene è il più importante polimero di addizione. Viene prodotto per precipitazione dell’etanolo, un gas che si ottiene dalla raffinazione del petrolio greggio ed è il primo dei cinque composti chimici sintetizzato in maggior quantità negli Stati Uniti.
Il polietilene è ampiamente usato per la produzione di imballaggi e materiali plastici.
Che cos’è un polimero?
Abbiamo detto che il polietilene è un polimero, ma di cosa stiamo parlando? La parola polimero deriva dal greco poly e meros e significa letteralmente “molte parti”. I polimeri sono molecole di grandi dimensioni ottenute unendo insieme molte molecole più piccole definite “monomeri”. Il polietilene è un polimero termoplastico prodotto a partire dal monomero “etilene” dalla formula chimica C2H4.
I polimeri termoplastici come il polietilene diventano morbidi e poi fluidi quando sono riscaldati mentre si induriscono quando sono raffreddati.
E’ difficile descrivere le proprietà del polietilene: il polietilene preparato in differenti condizioni di temperature e di catalisi può annoverare differenti proprietà dettate da diverse strutture molecolari, abbiamo così il polietilene ad alta e bassa densità e il polietilene ramificato.
Polietilene ad alta densità
Quando il polietilene è prodotto in catene lineari ad alto peso molecolare che s’impaccano l’una sull’altra (magari impiegando come catalizzatore l’ossido di cromo), si ottiene il cosiddetto polietilene ad alta densità, un materiale la cui densità è di 0,97 g/cm3. Il polietilene ad alta densità, indicato con la sigla HDPE (high-density polyethylene) è duro e resistente, si tratta di un materiale plastico molto diffuso per la produzione imballaggi rigidi come flaconi e bottiglie.
Polietilene a bassa densità
Il polietilene a bassa densità è prodotto a partire da etilene riscaldato a 250 °C e ad alte pressioni. In queste condizioni si formano delle ramificazioni irregolari che non consentono l’impaccarsi delle catene di polietilene l’una all’altra. Il polietilene a bassa densità, indicato con la sigla LDPE (low-density polyethylene) è più morbido e flessibile, per questo usato per la produzione di imballaggi morbidi come buste di plastica e confezioni varie.
Polietilene reticolato
Quando le catene lineari ramificate del polietilene sono connesse tra loro in modo ordinato, si parla di polietilene ramificato. Il polietilene ramificato è indicato con la sigla CLPE, acronimo di cross-linked polyethylene, parliamo di un materiale ancor più del polietilene ad alta densità. Spesso, i tappi delle bottiglie di plastica sono fatti proprio di polietilene ramificato.
Polietilene nelle industrie
Solo negli Stati Uniti, annualmente, si producono oltre 7 milioni di tonnellate di polietilene destinato a diversi settori industriali, da quello automobilistico al settore degli imballaggi. Il polietilene è usato per produrre bottiglie di plastica, buste di plastica, pellicole, giocattoli, oggetti stampati, isolanti elettrici, pannolini per bambini…
Perché il Polietilene è inquinante
Il polietilene è considerato inquinante per diverse ragioni. In primo luogo, il polietilene è un materiale sintetico prodotto a partire da fonti non rinnovabili, come il petrolio.
Per la precisione, come abbiamo visto in precedenza, il polietilene si ottiene per precipitazione dell’etanolo, un gas che si ottiene dalla raffinazione del petrolio greggio
L’estrazione e la produzione di petrolio hanno impatti ambientali significativi, come la deforestazione, la distruzione degli habitat naturali e l’inquinamento del suolo e dell’acqua.
In aggiunta il polietilene è molto resistente e non biodegradabile, il che significa che impiega molto tempo per degradarsi naturalmente nell’ambiente. Ciò può portare alla formazione di depositi di rifiuti plastici, sia nei luoghi in cui vengono smaltiti i rifiuti, sia in ambienti naturali come fiumi, oceani e foreste.
In terzo luogo, il polietilene è spesso usato per la produzione di prodotti monouso, come sacchetti della spesa e imballaggi alimentari, che vengono utilizzati una sola volta e poi smaltiti. Questi prodotti contribuiscono alla produzione di rifiuti plastici e all’inquinamento ambientale.
Infine, la produzione e lo smaltimento del polietilene richiedono una grande quantità di energia e risorse, e possono contribuire alle emissioni di gas serra e ai cambiamenti climatici.
Riassumendo, il polietilene è considerato inquinante perché è prodotto a partire da fonti non rinnovabili, non è biodegradabile, è spesso usato per prodotti monouso e richiede una grande quantità di energia e risorse per la produzione e lo smaltimento.
Provvedimenti del parlamento Europeo per limitare la diffusione del Polietilene
Il Parlamento Europeo ha adottato diverse misure per limitare l’utilizzo di polietilene e promuovere l’economia circolare. Tra queste ricordiamo:
- Nel 2019, il Parlamento Europeo ha approvato una direttiva che ha vietato la vendita di alcuni prodotti monouso in plastica a partire dal 2021, tra cui piatti, bicchieri, cannucce, posate e bastoncini cotonati. A 2 anni di distanza iniziano a vedersi i primi risultati positivi.
- Nel 2018, il Parlamento Europeo ha adottato una nuova legislazione che prevede un obiettivo di riciclaggio del 55% per i rifiuti urbani entro il 2025 e del 65% entro il 2035.
- Il Parlamento Europeo sta valutando l’ipotesi di introdurre una tassa sulla plastica per incentivare le imprese a ridurre l’utilizzo di imballaggi in plastica e ad adottare soluzioni più sostenibili.
- Il Parlamento Europeo sta lavorando per introdurre standard di qualità per il riciclaggio della plastica con l’obiettivo di disincentivare la produzione di plastiche di bassa qualità e maggiormente inquinanti.
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