Censimento: cosa significa e come funzionerà in Italia con Istat
Censimento, tutti ne abbiamo sentito parlare ma forse non sappiamo cosa significa esattamente, a che cosa serve, perché è importante e come si trasformerà in Italia con la nuova gestione ISTAT.
Censimento: significato, origine e storia
Il termine censimento deriva dal verbo latino censere che significa valutare, stimare.
I Censimenti “non sono una novità” visto che antiche popolazioni come quelle dei Sumeri, degli Egizi, del popolo ebraico e dei Cinesi svolgevano periodicamente indagini per valutare la ricchezza dei loro imperi, in termini di terreni, popolazione e altri beni. Come potrete immaginare queste informazioni risultavano preziose per esigere le tasse e in caso di guerre o carestie.
In Italia il primo Censimento risale al 1861, anno della proclamazione dell’Unità d’Italia, e riguarda la popolazione che risultò di 26 milioni e 300 mila abitanti. Da allora i censimenti si sono susseguiti con puntuale cadenza decennale, fatte salve due interruzioni: nel 1891 a causa delle difficoltà finanziarie in cui versava il nostro Paese e nel 1941 a causa della seconda guerra mondiale.
Nel corso degli anni i dati raccolti hanno subito numerose modifiche e hanno via via incluso informazioni dedicate alla famiglia, alla convivenza, alle abitazioni, agli spostamenti dei cittadini, al lavoro e allo studio.
Per raccogliere questa mole crescente di dati è stato necessario sfruttare i progressi della tecnologia per cui dopo aver svolto lo spoglio a mano per tanti anni, a partire dal 1931 furono introdotte le macchine perforatrici, a partire dal 1951 si iniziarono a utilizzare i sistemi meccanografici di IBM, dal 1961 i calcolatori di seconda generazione e i nastri magnetici e dal 1971 la terza generazione di calcolatori abbinati a lettori ottici. Dagli anni 80’ si rese possibile la creazione di banche dati interrogabili in pochi secondi da computer.
L’avvento del web permise nel 2001 di creare un sito dedicato al censimento e di comunicare alla popolazione i risultati dei sondaggi che riguardano ormai anche abitudini di acquisto come la disponibilità di un telefono cellulare, la tipologia di fonte energetica utilizzata fino alla disponibilità o meno di una connessione a Internet. E proprio grazie a Internet per la prima volta il Censimento può essere compilato online!
Il nuovo censimento permanente della popolazione e delle abitazioni
Nel 2018 inizia una nuova epoca per i censimenti in Italia. Le rilevazioni diventano infatti “permanenti e continue”, con cadenza annuale, biennale e triennale a seconda dei dati raccolti.
L’altra grande novità è che il nuovo Censimento non riguarderà più l’intera popolazione ma solo un campione statistico della stessa che sarà aggiornato ogni anno per assicurare una completa copertura e una veridicità dei dati rilevati.
Il campione sarà rappresentato ogni anno da circa 1,4 milioni di famiglie e 3,5 milioni di cittadini.
Per il primo periodo 2018 – 2021, il Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni prevede il coinvolgimento di oltre 2.800 Comuni. Di questi, una parte (1.100 circa) sarà interessata ogni anno dal Censimento mentre la parte restante parteciperà una volta nell’arco di 4 anni. In questo modo, entro il 2021, tutti i comuni parteciperanno, almeno una volta, alle rilevazioni censuarie.
Come saranno effettuate le rilevazioni del nuovo Censimento
Il nuovo Censimento Permanente prevede due tipi di rilevazione:
- Campionaria da lista (L)
- Areale (A).
La Rilevazione campionaria da lista (L) ha lo scopo di rilevare i contenuti tematici tradizionali del censimento (dati demografici, occupazione, istruzione, mobilità, abitazione) – con alcune innovazioni e semplificazioni rispetto al passato – e i dati richiesti dal regolamento europeo. Per la rilevazione campionaria da lista verranno coinvolti ogni anno 2.359 Comuni, di cui 1.143 tutti gli anni, con circa 950mila famiglie coinvolte.
La rilevazione Areale (A) è un’indagine campionaria annuale, condotta con la sola modalità CAPI (Computer Assisted Personal Interviewing) in un campione di aree; in tali aree vengono rilevate tutte le famiglie e tutte le abitazioni. L’obiettivo principale è quello di rilevare le informazioni utili al calcolo della popolazione residente di ciascun comune italiano; inoltre, fornire dati e informazioni utili all’aggiornamento delle anagrafi comunali.
Strumenti utilizzati per effettuare il censimento
Le rilevazioni del nuovo censimento saranno effettuate attraverso due modalità:
– grazie al lavoro di rilevatori Istat che passeranno casa per casa dotati di un tablet su cui saranno inserite le risposte alle singole domande del questionario
– attraverso compilazione online da parte delle famiglie che avranno ricevuto a casa la cartolina Istat che la invita a censirsi.
Per quanto riguarda la prima modalità, saranno utilizzati 13.697 tablet. Il numero di rilevatori attivi in ogni comune sarà proporzionale al numero di abitanti. Più precisamente sono previsti in media:
- 1 rilevatore per i comuni con meno di 5.000 abitanti
- 2 rilevatori per i comuni da 5.001 a 10.000 abitanti
- 3 rilevatori per i comuni da 10.001 a 20.000 abitanti
- 5 rilevatori per i comuni da 20.001 a 50.000 abitanti
- 12 rilevatori per i comuni da 50.001 a 100.000 abitanti
- 29 rilevatori per i comuni da 100.001 a 500.000 abitanti
- 85 rilevatori per i comuni sopra i 500.000 abitanti
La riduzione dei costi permessa dal nuovo Censimento
Il nuovo meccanismo di rilevazione permetterà di ridurre i costi in modo sensibile. Si stima che rispetto alla rilevazione del 2011 i costi della tornata censuaria si ridurranno di oltre il 50%:
- Stanziamento 2010-2011: 490.837.670 euro (dato a consuntivo)
- Stanziamento 2018-2021: 207.682.505 euro (stima di costo)
- Stanziamento 2022-2031: 224.292.000 euro (stima di costo)
La riduzione dei costi non è tuttavia l’unico vantaggio: l’innovazione consentirà anche di contenere sensibilmente il disturbo statistico sulle famiglie, di contribuire a un miglioramento sostanziale dei registri anagrafici e di rafforzare l’apparato statistico dei comuni.
Chi organizza il nuovo Censimento, l’Istat e perché è importante
Il nuovo Censimento sarà organizzato dall’Istat (Istituto nazionale di Statistica), ente di ricerca pubblico, in piena autonomia e in continua interazione con il mondo accademico e scientifico.
L’Istat gestisce i censimenti in Italia fin dal 1926 e nel corso degli anni ha messo a disposizione un’incredibile mole di dati alle istituzioni, alle imprese e ai cittadini contribuendo a orientare al meglio le scelte decisionali e favorendo il progresso del nostro Paese.
Attraverso il sito del progetto https://www.censimentigiornodopogiorno.it e l’attivazione dei canali social, Istat ha voluto amplificare la comunicazione istituzionale con l’obiettivo di coinvolgere attivamente le nuove generazioni attraverso contest fotografici, video e specifiche iniziative.
Il claim della campagna “L’Italia ha bisogno di campioni” fa da cornice all’intero progetto ed ha l’obiettivo di trasmettere il valore del censimento permanente come fonte continua di informazioni, indispensabili per interpretare una realtà in continuo movimento come quella italiana e sottolinea quanto sia importante che i cittadini partecipino all’operazione censuaria, perché l’Italia è fatta da tanti “campioni” del proprio quotidiano, da tante piccole storie che diventano parte della storia e del futuro d’Italia.
Alcune delle interessanti informazioni disponibili con i risultati del Censimento
Come anticipavo poco sopra, il censimento rende disponibili a tutti informazioni e dati molto interessanti riguardanti molteplici settori e ambiti come ad esempio salute, trasporti, alimentazione, tecnologia e innovazione, ambiente e sostenibilità.
Scorrendo alcuni dei dati raccolti dall’ultimo sondaggio del 2011 scopriamo ad esempio che circa il 70% della popolazione dichiara di godere complessivamente di un buono stato di salute, che ben il 39,9% soffre di almeno una malattia cronica.
Purtroppo il 19,7% della popolazione italiana indulge ancora nel vizio del fumo, con 11,5 sigarette fumate in media ogni giorno.
Il 29,2% della popolazione beve alcoolici fuori pasto e oltre il 58% consuma bevande gassate.
Molto interessanti i dati sul peso degli italiani:
- il 3,11% della popolazione è sottopeso
- il 50,9% normopeso
- il 35,4% sovrappeso
- il 10,5% della popolazione è obesa (!)
Sarebbe quindi importante per le istituzioni avviare campagne per raccomandare ai nostri concittadini una dieta più equilibrata e la pratica costante di attività fisica.
Mi ha anche stupito apprendere che ben il 72,7% della popolazione pranza a casa, solo l’8,2% pranza sul lavoro e un esiguo 2,6% al ristorante o in trattoria.
Un dato per me incredibile è che ben il 42% della popolazione, al momento della rilevazione, avesse consumato almeno un farmaco nelle ultime 48 ore.
Ho così realizzato quando io sia fortunato considerando che io ne ho utilizzati un paio in un intero anno!
Altrettanto incredibile mi sembra il dato statistico del 69,2% della popolazione che si è rivolta al pronto soccorso almeno una volta nei 3 mesi antecedenti alla rilevazione!
Nell’ambito dei trasporti mi ha colpito il dato relativo al 69,2% della popolazione che utilizza la propria auto come conducente per andare al lavoro: i trasporti pubblici sono quindi ancora poco utilizzati, così come il car pool o i servizi di car sharing. E solo il 4,2% utilizza la bicicletta per andare a lavorare. Mi aspetto però che in occasione del prossimo sondaggio questi dati migliorino sensibilmente grazie al fatto che servizi di car sharing e bike sharing hanno iniziato a diffondersi nelle principali città del nostro paese negli ultimi anni.
Passando ai dati relativi all’ambiente, che dovrebbero essere di particolare interesse per i nostri lettori, ho scoperto che i metri quadrati di verde urbano che in media ha a disposizione ogni cittadino italiano sono 31 e che le aree verdi occupano una superficie pari al 18,2%.
Purtroppo ogni abitante, in un anno, emette nell’atmosfera ben 7,2 tonnellate di anidride carbonica (CO2) e altri gas clima alteranti.
Impressionante e decisamente meritevole di attenzione è il dato relativo alla dispersione idrica dei nostri acquedotti: sul totale dei volumi immessi in rete addirittura il 41,4% va disperso.
I siti contaminati da agenti inquinanti censiti nel 2011 ammontavano a 164.023.
Il 33,1% dell’energia nel 2011 proveniva da fonti rinnovabili e la raccolta differenziata dei rifiuti urbani era effettuata dal 52,5% della popolazione.
Non vedo veramente l’ora di vedere i dati aggiornati su queste metriche e sono piuttosto speranzoso ma anche confidente del fatto che, nonostante tutto, questi valori siano migliorati negli ultimi anni.
Pubblicato da Matteo Di Felice, Imprenditore e Managing Director di IdeeGreen.it, Istruttore di corsa RunTrainer e Mental Coach CSEN certificato, Istruttore Divulgativo Federazione Scacchi Italiana e appassionato di Sostenibilità, il 9 Novembre 2018