Gli incroci, le selezioni e anche le manipolazioni genetiche ci hanno dato tantissime varietà di cavolo. Le più conosciute sono: cavolo bianco, cavolo rosso, cavolo verza, cavolfiore, cavolino di Buxwelles e cavolo rapa. Ma ce ne sono altre.
Quale che sia la varietà, il cavolo ha proprietà e benefici riconosciuti da sempre, al punto che gli antichi adoperavano il cavolo solo come pianta medicinale e non come alimento come si fa oggi. Oggi che questo ortaggio è diventato un re della tavola, la minestra di cavoli, o zuppa di cavoli, è una delle preparazioni più consigliate in una dieta sana, è protagonista nella nutraceutica, e in alcune zone, per esempio della Francia, si usa gustarla ala mattino come colazione.
Proprietà e benefici
Il cavolo è vermifugo, fa bene in particolare all’intestino , mentre per uso esterno è disinfettante e cicatrizzante nel caso di piaghe e scottature. Allevia anche i dolori ed è un lenitivo per reumatismi, gotta e sciatica. Tra le sue caratteristiche ci sono l’alto contenuto di vitamina C, che gli conferisce proprietà antiscorbutiche, e di un elemento indispensabile all’organismo come lo zolfo. Il cavolo è anche un potente calmante contro nervosismo e insonnia: ne possono trarre beneficio gli ansiosi, soprattutto sotto esami, i depressi, i nevrastenici e i sempre stanchi.
Raccolta
Tutte le numerose varietà di cavolo sono efficaci e se può trovare praticamente in tutte le stagioni, dal cavolfiore primaverile ed estivo al cavolo rosso e alla verza che fanno capolino sotto la neve. Stagioni ideali per una fumante zuppa di cavoli sono l’autunno e l’inverno.
Preparazioni
Si può usare in succo, sciroppo, decotto, impacchi, impiastri e per bagni alle mani e pediluvi. Una tecnica per usare le foglie come lenitivo dei dolori è quello di ammorbidirle con una passata di ferro da stiro.
Il cavolo a tavola
Se ne può mangiare a volontà e la digestione è più facile di quanto si creda, soprattutto i crauti che contengono fermenti lattici e disinfettano l’intestino. Se si fa fatica a digerire il cavolo è di solito perché gli si è mangiato accanto qualcosa di pesante.