Cavolaia, rimedi naturali
La cavolaia è una farfalla di colore bianco panna con le punte delle ali nere. È tristemente famosa negli orti per i danni che areca sui cavoli di tutte le varietà e i rimedi devono essere tempestivi se non si vuole perdere il raccolto. Un paio di bruchi di cavolaia possono bucherellare fino distruggere una foglia di cavolo nel giro di poche ore, risparmiandone solo la nervatura.
Cavolaia: rimedi naturali
Il primo rimedio naturale contro la cavolaia consiste nel raccogliere a mano le uova e i bruchi per sbarazzarsene. Le uova depositate dalle farfalle di cavolaia sono di colore giallo e si trovano sempre sulla pagina inferiore delle foglie di cavolo, I bruchi, che sono il vero problema, fuoriescono dalle uova già dopo una o due settimane al massimo.
I bruchi fitofagi di cavolaia non sono tutti uguali. Quelli della cavolaia maggiore sono di colore verde chiaro a puntini neri, mentre quelli della cavolaia minore sono più piccoli e di colore grigio pallido. Entrambi sono dannosi per le piante di cavolo di tutte le varietà.
Quando non basta la rimozione meccanica delle uova e delle larve, per combattere la cavolaia si può usare un preparato a base di Bacillus thuringiensis. Quest’ultimo è un bioinsetticida ammesso in agricoltura biologica che, a differenza di altri prodotti, risulta perfettamente innocuo per gli organismi utili. La varietà di Bacillus Thutingiensis consigliata è la Kurstaki, che è anche la più diffusa e facile da reperire nei prodotti in commercio. Si può acquistare comodamente online, per esempio qui in
Agrobacterias a base di Bacillus thuringiensis varietà Kurstaki
E se non basta? I trattamenti fogliari con soluzioni liquide a base di Bacillus thuringiensis sono di norma efficaci contro la cavolaia. Esse agiscono sui bruchi per ingestione e sono ancora più efficaci se alla soluzione si aggiunge una piccola quantità di zucchero per renderla più appetibile (e letale) ai bruchi.
Un paio di trattamenti di Bacillus thuringiensis di solito bastano, ma ma se questo intervento non dovesse rivelarsi sufficiente si può passare al piretro. Quest’ultimo, che si ottiene dai fiori di particolari speci di crisantemo ed è ammesso in agricoltura biologica. Però ha lo svantaggio di essere un insetticida ad ampio spettro e di fare piazza pulita anche degli organismi utili.
Pubblicato da Michele Ciceri il 20 Ottobre 2015