Anche se è difficile trovarlo in circolazione, vogliamo dedicare al Cavallo Napoletano un articolo per ricordare la sua importanza nella storia e quella della stessa città di Napoli. Sì, esatto, proprio nel capoluogo campano si dice fu inventata l’arte equestre, oggi un po’ dimenticata dalle nostre parti ma molto viva altrove, in paesi come ad esempio l’Austria, oppure la Spagna e il Portogallo. Se andiamo indietro con i tempi, però, possiamo scoprire che è a Napoli che l’equitazione iniziò davvero ad essere considerata una vera arte e non un’attività solo chiamata ad assecondare le necessità degli essere umani ad esempio nel trasporto o nell’agricoltura. Questo è avvenuto anche grazie alla presenza di cavallerizzi molto esperti che hanno saputo insegnare ai cavalli, ai cavalli Napoletani, delle vere e proprie acrobazie e a volte anche dei passi di danza, per mettere in piedi degli spettacoli che la gente potesse accorrere per vedere.
Questo fiorire dell’equitazione a Napoli è testimoniata anche da alcuni scritti che parlavano abbondantemente di questi animali come ad esempio il trattato di equitazione scritto da Federico Grisone, autore napoletano, il primo dopo Senofonte (IV sec. a. C.), che ne scrisse, verso la fine del Cinquecento. Poi ne arrivarono altri ma questo suo testo aprì la strada ed è per questo che è ancora ritenuto molto importante.
Cavallo Napoletano: origini
Anche se forse ai più questo nome di razza non dice nulla, credeteci che c’è stato un tempo in cui tutti i re di Napoli, dagli Angioini ai Borbone, erano gelosissimi di questo animale, infatti non per caso ai tempi solo i sovrani del regno avevano la possibilità di possederne uno.
Agli inizi del Novecento il cavallo Napoletano fu perfino dichiarato estinto ma fortunatamente c’è chi non si è arreso di fronte alla sua scomparsa ed è riuscito a recuperare la razza, di recente, negli anni Novanta, primo tra tutti Giuseppe Maresca, proprietario di una torrefazione e grande appassionato di cavalli. Anche grazie a lui la razza Napoletana è tra quelle riconosciute dal Ministero dell’Agricoltura ed ha il proprio regolare registro.
Quella di Maresca non fu affatto un’impresa facile e vale la pena di fermarsi a raccontarla per far capire la sua tenacia e dargli il giusto merito. Ancora molto giovane per recuperare il Napoletano, Maresca fece delle ricerche in lungo e in largo per almeno tre decenni, con il fine di trovare il discendente di un cavallo Napoletano. Lo trovò dopo tante ricerche, in Serbia, stato a quei tempi in guerra. Questo cavallo nel 1790 era stato venduto dai certosini all’imperatore d’Austria. Una volta scovato questo esemplare fu molto difficile farlo arrivare in Italia: angosce, trafile burocratiche interminabili e tanta pazienza ma finalmente nel 1990 il Napoletano fece il suo ritorno nella sua terra di origine, nella sua scuderia di Piano di Sorrento. Circa duecento anni dopo se ci pensare bene. Arrivato in città il nostro cavallo di circa una ventina di anni, chiamato Neapolitano, si accoppiò con una cavalla di antica razza allevata da contadini di Capua, e così nacque Neapolitano II, che a sua volta fece nascere Neapolitano III, Nereo, Scaramuzza, Teodora…
Oggi sono meno di cento gli esemplari di questa razza ma possiamo dire che non è estinta e che Maresca l’ha saputa recuperare. Per Napoli non è solo un cavallo ma un simbolo della propria identità e una testimonianza della sua storia di regno antico.
Cavallo Napoletano: caratteristiche
Il cavallo Napoletano viene ricordato e considerato da tutti come un animale davvero eccezionale, con un fisico muscoloso e possente ma allo stesso tempo in grado di procedere in modo agile e leggero. Lo troviamo descritto in molti documenti storici ed è da questi che ne traiamo una descrizione piuttosto fedele.
Ha una testa con la fronte larga, le orecchie piccole e ben dritte e gli occhi non troppo grandi ma dallo sguardo vivace ed intelligente. Le narici hanno una forma allungata. Il collo è lievemente inarcato e poi c’è un ciuffo piuttosto folto che prosegue con la criniera. Anche la coda è folta e anche molto lunga. Tornando al corpo del nostro cavallo possiamo dire che ha la pancia e le gambe piuttosto dritte, gli arti muscolosi ma non tozzi che terminano in piedi piccoli con uno zoccolo duro e dalla forma allungata.
Cavallo Napoletano: carattere
E’ anche grazie al suo carattere che oggi questo animale è ancora molto stimato e cercato. E’ un cavallo dal fare maestoso, che con il suo solo incedere si conquista ammirazione e fiducia. E’ anche un animale decisamente intelligente e in grado di obbedire e di interagire con le persone in modo saggio e docile.
Cavallo Napoletano: attitudini
Sapendo della loro antica propensione per l’arte equestre possiamo tranquillamente affermare che questo cavallo ha delle doti interessanti per tutto ciò che è gara o spettacolo equestre. Ha una buona capacità di apprendimento e un’agilità che gli permette di fare movimenti che non tutti i suoi simili possono compiere. E’ certamente adatto anche al turismo.
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