Il cavallo Knabstrup arriva a noi direttamente dalla Danimarca. Questa razza di cavalli con mantello a pois è diventata famosa per essere la razze del cavallo amico della celebre Pippi Calzelunghe, amata da tanti piccini ma anche da tanti grandi. Il cavallo Knabstrup, detto anche Knabstrupper, deve però il proprio nome all’allevamento danese in cui fu ottenuto, la tenuta del giudice Lunn.
Cavallo Knabstrup: origini
Per ricostruire le origini del nostro protagonista dobbiamo andare molto indietro con i tempi e visitare le grotte di Lascaux e di Peche-Merle, in Francia, perché proprio da queste parti furono rinvenute pitture rupestri che sembrano proprio raffigurare il Knabstrup. In verità conversando con gli esperti possiamo comprendere come siano state trovate delle raffigurazioni degli antenati di questo cavallo risalenti anche a 1800 anni a.C. Oltre alla Francia ha giocato un ruolo importante nello sviluppo della razza l’Austria, attorno al Settimo secolo Dopo Cristo, soprattutto nella sua diffusione nelle regioni del Nord e nel centro Europa.
Quando questa razza dal mantello così caratteristico iniziò a diventare popolare per lo meno nel resto d’Europa, si perse la colorazione che lo rendeva unico, attorno al Settecento, tanto da meritare il nome di “cancellato”, restava infatti solo un colore grigio piuttosto omogeneo quindi semplice da descrivere ma decisamente meno interessante e promuovibile.
Tempo di attendere l’arrivo dell’Ottocento per tornare a vedere il mantello originale del cavallo grazie all’innesto di una fattrice maculata di ascendenza andalusa, Flaebehoppen (“il cavallo di Flaebe”) che nel 1808 fu accoppiata con uno stallone Frederiksborg e generando una discendenza di cavalli non solo maculati ma anche con una grande velocità nella gambe e una considerevole agilità di movimento.
I colori tipici del cavallo Knabsturp diventarono presto il bianco con delle macchie baio scuro o addirittura nere che comparivano sia sulla testa sia sul corpo e sulle zampe, ma nelle diverse fasi di evoluzione della razza poco restò dell’originaria corporatura. I primi esemplari infatti potevano esibire una testa, piccola e appuntita, spalle e collo forti ed una groppa molto adatta anche al traino. Avendo effettuato diversi incroci senza badare ad altro se non alla conservazione delle macchie del mantello, va da sé che oggi ci troviamo di fronte un Knabsturp un po’ diverso. Non solo.
Incrocio dopo incrocio, anche tra consanguinei, si provocò un deterioramento della razza che subì un forte colpo però con un incendio nelle scuderie della famiglia Lunn che uccise 22 dei suoi migliori cavalli da riproduzione. Arriviamo al Novecento con la razza ridotta ai minimi termini, con davvero pochi esemplari e dobbiamo aspettare il 1970 per vederne una ripresa, per ora merito di un gruppo di allevatori fondò il Registro Knabstrupper (Knn), e di un allevatore, Frede Nielsen, che decise di far arrivare in Danimarca tre stalloni Appaloosa, per immettere sangue nuovo nella razza.
Caratteristiche del Cavallo Knabstrup: altezza
L’altezza massima che uno cavallo appartenente a questa razza può raggiungere è di 165 centimetri e come minimo deve arrivare ai 155 ma la caratteristica più speciale di questi cavallo come abbiamo ben inteso è la il mantello con le macchie che attira sempre più attenzioni e da un certo punto di vista mette tutti di fronte ad una riflessione su come viene “curata” una razza.
Oggi il Knabsturp che possiamo trovarci di fronte è un cavallo sì con il mantello cosparso delle classiche macchie ma anche con una corporatura robusta, un fisico forte con il collo muscoloso ma piuttosto corto. La testa è aggraziata e in buona armonia con il resto del corpo, il lombo è robusto e ampio, la schiena non è troppo lunga e i garresi non sono ben definiti. La struttura generale del corpo risulta ben proporzionata.
Se vogliamo essere sicuri di essere davanti ad un cavallo di questa razza possiamo anche verificare la presenza della sclera oculare di colore bianco oppure delle macchie di color carne attorno alle aperture naturali e strisce chiare sugli zoccoli.
Cavallo Knabstrup: genetica
Approfondiamo la questione del mantello maculato con una parentesi genetica doverosa, per lo meno per farsi un’idea di come funzionino alcuni meccanismi di combinazione dei geni. Quello responsabile delle macchie è stato chiamato ”Leopard complex” ed è presente anche in altre razze di cavalli come l’Appaloosa che abbiamo visto presente nella genealogia del nostro cavallo.
Quando è doppio, cioè in forma omozigote dominante (LP), si manifesta con una colorazione prevalentemente bianca e in questo caso il cavallo ha pochissima macchie, da cercare nel fianco, gomito, collo e testa. Con qualunque cavallo un “white-born” venga incrociato, nascerà sempre un puledrino a macchie.
Cavallo Knabstrup: attitudini
Mansueto, intelligente e di buona indole, questo cavallo di razza è stato spesso un animale da sella molto apprezzato sia per le esibizioni che per le mostre. Oggi sono queste le sue maggiori occupazioni a parte quella del circo e delle mostre, c’è anche quella di accompagnatore turistico in gite che lo richiedono.
Cavalli Knabstrup: allevamenti in Italia
La razza Knabstrupper rappresenta di fatto uno degli ultimi esempi di cavallo europeo e ha origini ben tracciabili che ricordano il cavallo napoletano, rappresentato per secoli un vanto dell’allevamento italiano, ma che è stato lasciato estinguere. In Italia non esistono moltissimi allevamenti ma possiamo con vanto affermare che esiste un’associazione legata solo a questa razza e che assieme all’Associazione madre Danese, promuove un programma l’allargamento del pool genetico, con lo scopo di autenticare la razza in maniera autosufficiente, mantenendo comunque sia le caratteristiche morfologiche, che di colore e di carattere dei knabstrupper.