Cavallo Karabakh: origini, caratteristiche e attitudini

Cavallo Karabakh

E’ davvero molto difficile trovarsi faccia a faccia con un cavallo Karabakh perché nel mondo ad oggi se ne contano meno di mille. Proprio per questo vale la pena di proteggerlo e anche di raccontarlo. Si tratta di un quadrupede che si ipotizza derivi da incroci di cavalli persiani e di razza araba, turcomanna, kabarda e Akhal-Teke ma nello sviluppo del cavallo c’è stata l’influenza anche del Don russo durante il XIX secolo. Oggi gli allevamenti di Karabakh si limitano ad essere situati nella regione Shaki dell’Azerbaijan.



Cavallo Karabakh: le origini nell’Azerbaijan

La storia dell’origine di questa razza vale un approfondimento attento perché ci racconta anche la storia delle sue popolazioni e del rapporto che avevano con animali come questo. Da un’analisi delle caratteristiche della razza si possono ipotizzare degli stretti legami sia con l’Akhal-Teke allevato in Turkmenistan, sia con il cavallo turcomanno allevato in Iran.

Le ricerche in merito risalgono solo al XIX secolo ma ci sono anche delle ipotesi alternative di esperti che reputano ci si trovi di fronte ad una razza singola e originale. In cavallo della regione del Karabakh si lasciano distinguere già ai tempi per la loro qualità narrata anche dallo storico classico Strabone, ma col passare degli anni subisce delle modifiche fino a quando non acquisisce le attuali sembianze e ciò accade durante il XVIII e XIX secolo.

Il luogo dove questi esemplari vengono allevati e selezionati si trova in Transcaucasia, ed è il Kanato del Karabakh dove era usanze non vendere ma regalare i cavalli purosangue. Ciò era possibile anche perché a qui tempi ce n’erano molti di più, si narra che la popolazione di Karabakh sfiorasse i 3.000-4.000 esemplari.

Malgrado la loro bellezza questi cavalli raggiunsero la popolarità in Europa solo nell’Ottocento, grazie ad un acquisto di una compagnia inglese e la stessa razza fu utilizzata anche per formarne altre come ad esempio quella russa del Don. Un primo calo di popolazione si registra all’inizio del XX secolo a causa delle guerre civili ed etniche in cui l’allevamento fondato dai Khan del Karabakh fu distrutta nel 1905 e i Karabakh furono allevati in altre razze con una conseguente riduzione delle dimensioni. Nel 1949, la razza viene rianimata dalla scuderia di Agdam in Azerbaigian e poi presentata alla regina Elisabetta II dal governo sovietico ma nello stesso secolo subisce un’altra battuta di arresto, stavolta durante la guerra del Nagorno-Karabakh.

Oggi sono due i principali allevamenti di cavalli Karabakh, uno è situato nel villaggio di Lambaran, che si trova nella regione di Barda, e l’altro ad Agstafa. I numeri sono molto bassi per via delle continue perdite avvenute durante la guerra quando i cavalli venivano spostati da un luogo a un altro e le cavalle incinta sperimentarono la nascita prematura.

Solo di recente il Ministero dell’Agricoltura dell’Azerbaigian inizia a degnare di un po’ di attenzione i cavalli Karabakh vietandone anche l’esportazione e proteggendo i circa 20 allevamenti che in totale custodiscono circa 200 cavalli Karabakh purosangue. Nonostante questa scarsità di esemplari questa razza riesce comunque a far parlare di sé e nel 2013, il Chovqan, un tradizionale gioco di equitazione Karabakh nella Repubblica dell’Azerbaijan viene menzionato nelle liste dei beni culturali intangibili dell’UNESCO. Pochi anni dopo, nel 13 febbraio 2017, il Comitato Organizzativo dei Giochi della Solidarietà Islamica lo introduce come mascotte e simbolo di bellezza e tenerezza, sicurezza e amore per la libertà.

Karabakh

Caratteristiche del Cavallo Karabakh: altezza e peso

E’ giunto il momento di conoscere meglio l’aspetto di questo animale così difficile da incontrare dal vivo. Le sue dimensioni sono senza dubbio ridotte, non supera i 157 centimetri di altezza ma può misurare anche 145, eppure ha un fisico resistente, molto forte e robusto e avanza con passo sicuro senza sentirsi troppo piccolo per farlo.
La sua testa è piccola ma proporzionata e definita, con una fronte spaziosa e ampie narici, il collo che la collega al corpo è muscoloso ed elegante. La struttura fisica è compatta e muscolosa, con la spalla eretta, un petto profondo, una groppa inclinata e gambe lunghe, sottili e forti con articolazioni piccole.

Per quanto riguarda pelle e mantello, la prima è sottile e morbida, il secondo è lucido e corto. I colori più frequenti di questa razza sono il castagno, il sauro e il baio, tutti e tre con un raro riflesso dorato, poi ci sono esemplari anche grigi, palomino ed isabella ma sono davvero rari come rara ma possibile è la presenza di marcature bianche.

Cavallo Karabakh: attitudini

Apprezzato e noto sia l’agilità e la velocità nei movimenti che per la sua indole resistente e leale, il cavallo Karabakh è considerato un cavallo da corsa adatto per le steppe oppure per ambienti montani ma viene usato anche per fare equitazione. A proposito di velocità è doveroso ricordare che nel 2004, un cavallo Karabakh di nome Kishmish proveniente da Agdam, ha percorso 1.000 metri in un minuto e 9 secondi e 1.600 metri in un minuto e 52 secondi. Un vero record

Cavallo Karabakh: notorietà

Questo cavallo ha assunto un ruolo così importante nella storia del Paese in cui è nato, l’Azerbaijan, che ne è divenuto animale nazionale e allo stesso tempo è considerato il simbolo ufficiale dei distretti di Agdam e Shaki. Trova spazio anche in letteratura e nei francobolli perché è di estrema importanza per gli abitanti di questo paese. Per quanto riguarda la sua notorietà fuori confine possiamo ricordare quando nel 2012, la razza è apparsa al Royal Windsor Horse Show per esibirsi al Giubileo di diamante di Elisabetta II del Regno Unito. Negli anni a seguire un monumento al cavallo del Karabakh è stato presentato in Belgio e il Karabakh è diventata anche la mascotte dei Giochi di solidarietà islamica del 2017

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Pubblicato da Marta Abbà il 4 Settembre 2020