La sua origine è più che esplicita, il Cavallo Belga da tiro arriva dal Belgio ed è quindi una razza europea, ma cosa ne sappiamo ancora? Ad esempio che è uno dei cavalli più grandi che possiamo trovare in giro e che fin dai tempi antichi veniva utilizzato come cavallo da tiro per trainare oggetti di vario tipo. Come è fatto? Che carattere ha? E oggi per cosa viene utilizzato? Lo scopriamo subito.
Cavallo Belga da tiro: origini
Detto anche Bramantino, il cavallo belga fa la sua prima apparizione ufficiale nel Medioevo, con un nome diverso però, ovvero cavallo delle Fiandre. Lo troviamo poi raccontato anche nei secoli successivi, anche per il suo ruolo nella formazione e nello sviluppi di altre razze. Con l’andare del tempo questo cavallo è stato sempre più allevato e considerato e si è per questo arrivati a definire tre tipologie differenti di esemplari, a seconda della razza. C’era il piccolo, allevato soprattutto nella parte nord occidentale del Belgio, poi il medio, non molto noto, e il “grande belga” che è poi quello di cui finiremo per parlare.
La registrazione ufficiale della razza è avvenuta nel 1886 e da quel momento in poi si ha iniziato a lavorare con maggiore impegni al suo miglioramento arrivando a definire uno standard adatto per diffondere la razza in tutto il mondo.
Oggi possiamo dire che il cavallo Belga nasce dall’incrocio dello Shire inglese, noto anche come “cavallo da guerra”, e il cavallo Ardennese, da cui deriva la sua natura di animale da tiro. Questo mix di caratteri e strutture fisiche diverse ha dato luogo ad un cavallo molto resistente e robusto, molto dedito al lavoro, costante e docile.
Cavallo Belga da tiro: caratteristiche
L’altezza al garrese può variare dai 150 ai 170 cm, siamo quindi chiaramente di fronte ad un animale di taglia grande. La testa è però piccola rispetto al resto del corpo e caratterizzata da una mascella quadrata e larga, un profilo dritto e un collo che la collega al corpo con un andamento leggermente arcuato. Occhi e orecchie sono poco visibili, l’occhio cade soprattutto sulla muscolatura del corpo che è considerevole. Il cavallo belga ha delle gambe decisamente possenti come anche i glutei, che gli permettono di mantenere un passo fermo, regolare ed energico e un’andatura fiera. Gli stinchi sono più corti rispetto a quelli degli altri cavalli, ma decisamente più resistenti.
Per quanto riguarda il mantello, ci sono colori più comuni come il roano e il baio ma possono esserci degli esemplari anche sauro. In generale si tratta di un mantello lungo e molto folto, adatto quindi per resistere al clima freddo e umido delle sue zone di origine. Anche quando piove questi cavalli riescono a restare asciutti perché si bagna solo lo strato superiore del mantello e come se non bastasse durante l’inverno il pelo diventa ancora più “denso” per sopportare con facilità temperature che scendono di molto sotto lo 0.
Cavallo Belga: carattere
Come abbiamo già accennato poco fa, abbiamo a che fare con un animale molto determinato e dal carattere forte, forte e resistente, capace di sopportare la fatica anche in situazioni estreme. Questa sua caratteristica non deve portarci a pensare che si tratti di un cavallo burbero perché ha degli atteggiamenti gentili ed è ben disposto nei confronti degli altri cavalli e degli uomini. E’ un cavallo intelligente e molto attivo, coraggioso e ubbidiente, ma c’è un ma. Richiede molta attenzione e smisurata dedizione perché vuole che gli dimostriamo di essere importante e amato.
Cavallo Belga da tiro: malattie e patologie
Anche per via della salute, questo cavallo ha bisogno di essere molto curato, a partire dall’alimentazione che deve essere regolata e regolare, visto che tende ad avere troppo appetito. Se non fa dei lavori pesanti deve essere nutrito con una dieta a base di fieno, se invece fa tanti sforzi durante la giornata, ad esempio con lavori di campagna, è indispensabile una dieta aggiuntiva di almeno 2 kg al giorno. In ogni caso l’alimentazione di base va corretta integrando vitamine e sali minerali.
Cavallo Belga da tiro: attitudini
Coraggiosi, forti e robusti, e anche resistenti, nell’antichità questi animali venivano molto apprezzati anche per la durezza delle loro zampe e quindi utilizzati per dare origine ad animali di taglia grande, come ad esempio il cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido.
Durante il Medioevo era utilizzato per svolgere lavori nei campi vista la sua costituzione, ma è stato impiegato anche in battaglia, soprattutto a scopi bellici.
Oggi non si ha più molto bisogno di lui nei campi date le apparecchiature che esistono, ma possiamo trovarlo ancora in ambito forestale, mentre affianca l’uomo e ubbidisce perfettamente ai suoi comandi. Qui, privi di redini e dotati esclusivamente di collare, sono utilizzati per spostare i tronchi e vengono chiamati “gamin” (gamine se femmine) dai disboscatori. Non è così automatico addestrare un cavallo belga per questo compito, ci si impiega diversi anni ma ne vale la pena. E’ un’usanza non molto diffusa in Italia, lo è maggiormente in Francia, in Germania, nei Paesi Bassi e ovviamente nello stesso Belgio.
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