Catalizzatori che abbattono il monossido di carbonio

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Grazie a una nuova scoperta in parte italiana sui catalizzatori eterogenei sarà presto possibile convertire il monossido di carbonio (il gas killer che esce dagli scariche degli autoveicoli) in anidride carbonica (più innocua) e produrre idrogeno in modo sostenibile.

A cosa servirà? A ottimizzare molti processi chimici e a migliorare il funzionamento degli impianti petrolchimici, riducendone l’impatto inquinante. Nella vita di tutti i giorni, la scoperta permetterà di migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua tramite catalizzatori applicabili agli autoveicoli che abbattono gli inquinanti in modo più efficiente.

Come ci si è arrivati? Tutto parte dalle nanotecnologie che hanno permesso di realizzare speciali catalizzatori (sistemi che facilitano la combustione) con un metodo molto simile a quello dei mattoncini del Lego e un’accuratezza mai ottenuta in precedenza. Di questi catalizzatori, presentati un anno fa, si sapeva che permettevano di abbattere da 600°C a 400°C la temperatura di combustione del metano, aumentando l’efficienza di caldaie e motori e l’emissione di gas insalubri.

Oggi si è scoperto che attraverso i piccolissimi nanocristalli uniformi lunghi un miliardesimo di metro di cui sono composti i catalizzatori  è possibile comprendere i meccanismi con cui trasformare un gas killer come il monossido di carbonio nella più innocua anidride carbonica. Aprendo nello stesso tempo un nuovo panorama per la catalisi ambientale e per le applicazioni catalitiche industriali.

Il nuovo passo vanti permette di capire quali atomi di un complesso catalizzatore eterogeneo sono coinvolti nel processo. Gli scienziati hanno prelevato le piccolissime unità catalitiche e le hanno depositate su diversi supporti (tipo le basi per le costruzioni Lego). A questo punto hanno studiato l’ossidazione del monossido di carbonio al variare delle dimensioni delle unità catalitiche e della natura del supporto con una precisione mai ottenuta prima.

Questo renderà possibile realizzare catalizzatori contenenti quasi esclusivamente atomi utili, riducendo il costo finale e realizzando processi industriali sempre più efficienti. In particolare,In questo modo sarà anche possibile far funzionare un metallo comune come il nichel, opportunamente ingegnerizzato, al pari del platino. Dato che in molti settori industriali si usano catalizzatori per le trasformazioni chimiche, le applicazioni pratiche della scoperta saranno numerose e importanti.

Il timbro italiano sulla scoperta è dell’Università di Trieste, che da tempo è capofila nel progetto dei catalizzatori eterogenei in collaborazione con le Università della Pennsylvania e di Cadice.

 

Pubblicato da Michele Ciceri il 7 Agosto 2013