Case di paglia: confort abitativo, elevato livello di isolamento termico e acustico, alta resistenza al fuoco e niente fondazioni in cemento da fare. Come non costruirsene una e andarci a vivere? Il consiglio di Stefano Soldati dell’azienda agricola La Boa, è di farlo subito, ma seguendo un corso. E magari accoppiandola con una food forest.
Quando nasce il vostro centro di permacultura e di cosa si tratta?
Nel 2003. Dopo anni in giro per il mondo ho deciso di fermarmi, ho comprato un terreno con un rudere e ho cominciato i lavori. Ho realizzato la prima delle case di paglia italiane, in cui le balle sono state utilizzate per costruire i muri con intonaci in terra cruda, scavata dal mio terreno, internamente e grassello di calce esternamente. A completare le case di paglia come questa, poi, si prevedono elementi come fitodepurazione, fungaia, orto sinergico e non, food forest, allevamento di animali allo stato brado e semibrado, pannelli solari e fotovoltaici, stufe a massa termica, cucina pirolitica, forno in terra cruda, fitopotabilizzatore, compost toilette, essiccatoio solare, pollaio/serra, forno per terracotta primitiva e tanto altro ancora.
Quali attività svolgete inerenti o nelle case di paglia?
Ci occupiamo di formazione organizzando corsi, seminari e conferenze sulla permacultura ma anche sulle case di paglia, passando dalle food forest agli intonaci e pavimenti in terra cruda e calce. Siamo quattro docenti, con docenti esterni facciamo poi corsi complementari come “farsi il formaggio in casa”, “l’autoproduzione di funghi”, “farsi una stufa/cucina pirolitica” e altri funzionali all’autosufficienza.
Quali sono i benefici delle case di paglia ?
Ottimi i benefici per l’ambiente: la paglia è il sottoprodotto del cereale, non è necessaria ulteriore energia per la sua produzione, inoltre cattura l’anidride carbonica accumulata nel ciclo vegetativo. Le case di paglia hanno un elevatissimo confort abitativo con alta salubrità degli ambienti e, oltre ad un elevato livello di isolamento termico e acustico, se intonacate, hanno una alta resistenza al fuoco. Inoltre non necessitano di fondazioni in cemento armato, neppure in zona sismica, quindi si può dire che le case di paglia offrono un notevole risparmio sia per l’ambiente sia per il portafogli.
Quanto sono diffuse le case di paglia in Italia?
Stimo ci siano circa 150-200 case di paglia sparse in tutta Italia. È difficile dare un numero preciso. Abbiamo iniziato tempo fa a fare un censimento, ma non abbiamo avuto molto riscontro. Ad ogni corso o seminario c’è sempre qualcuno che cita un amico a noi sconosciuto che si è costruito case di paglia, dall’inizio del 2013 ad oggi abbiamo tenuto corsi e conferenze a oltre 800 persone di cui almeno una sessantina sono già impegnate nella progettazione delle loro case di paglia che diventeranno cantierizzabili nel 2014/2015.
Che orizzonti ci sono per le case di paglia?
Sempre più professionisti si stanno avvicinando a questa tecnica costruttiva affascinante ed efficiente. È indubbiamente un campo in forte espansione e con grandi potenziali. Come spesso accade in situazioni analoghe, anche per le case di paglia ci sono molte persone incompetenti e/o improvvisate che si sono ‘infiltrate’ cercando di cavalcare l’onda e trarne un profitto, abbindolando abilmente committenti ignoti che ne pagheranno gli errori.
Cosa significa auto-costruzione?
Le case di paglia si prestano particolarmente all’auto-costruzione, abbiamo iniziato due milioni e mezzo di anni fa, quando siamo usciti dalle caverne. Due bambini in un bosco come primo gioco inizieranno a costruirsi una capanna con rami secchi e foglie. Tutti quanti abbiamo dentro di noi il gene dell’autocostruttore, è solo assopito e dobbiamo risvegliarlo. Anche in Italia, anche se un po’ lentamente, si sta tornando all’auto-costruzione. Consiglio comunque sempre a tutti di frequentare dei corsi per case di paglia prima di imbarcarsi in questa avventura: farà risparmiare un sacco di energia, tempo, materiali e soldi!
Cos’è una food forest?
Non c’entra niente con le case di paglia, è una “foresta di cibo” ovvero un sistema artificiale dove si emulano i principi con i quali la foresta spontanea si auto mantiene, costituita da piante che abbiano un’utilità per l’essere umano senza trascurare tutti gli altri esseri viventi necessari al mantenimento dell’equilibrio naturale. Frutti antichi, frutti dimenticati, essenze aromatiche e officinali, piante tintoree, alberi da legna e da legno, piante da fibra, mellifere, ecc. Con il fascino della foresta tendiamo a produrre il nostro cibo verso un’autosufficienza alimentare ed energetica.