Carissa macrocarpa: coltivazione e cure da dedicare alla pianta anche nota come carissa grandiflora o C. macrocarpa grandiflora.
Cenni botanici
Nome botanico: carissa grandiflora – carissa macrocarpa – caricca macrocarpa grandiflora – Arduina macrocarpa – Arduina bispinosa. I nomi botanici appena elencati sono tutti sinonimi usati per identificare la carissa macrocarpa grandiflora.
La pianta appartiene alla famiglia delle Apocynacee, la stessa famiglia botanica dell’oleandro. Si tratta di una pianta arbustiva originaria dell’Africa meridionale. Il suo habitat naturale è costituito da radure e margini dei boschi: è qui che la Carissa macrocarpa cresce spontaneamente.
Caratteristiche della pianta
La Carissa grandiflora è una pianta ancora poco coltivata in Italia: eppure si adatta bene al nostro clima, produce fiori dal profumo inebriante e frutti commestibili.
I frutti sono simili a piccole prugne, anche se il sapore è ben diverso! La carissa macrocarpa nel suo habitat naturale raggiunge i 4 – 5 metri d’altezza: coltivata nel nostro clima solo difficilmente supera i 2 – 3 metri.
Questa pianta arbustiva ha un portamento tondeggiante con chioma fortemente ramificata. Ha una crescita lenta e i rami sono provvisti di spine. Le foglie sono molto ornamentali, sono fortemente cerate così da sfoggiare un verde lucido e una consistenza “cuoiosa”.
La fioritura va dalla primavera fino all’autunno inoltrato, quando dai fiori iniziano a svilupparsi i frutti. I frutti si possono consumare freschi, in macedonie o in confetture. Così come l’oleandro, anche la macrocarpa gradiflora presenta parti velenose. I semi vanno eliminati prima di consumare i frutti in quanto sono tossici.
I fiori sono bianchi, delicati, hanno una forma a stella con cinque petali. La Carissa macrocarpa grandiflora è la pianta perfetta per chi vuole attirare farfalle e api nel giardino.
Il valore ornamentale della carissa grandiflora è legato ai bellissimi fiori e soprattutto al forte profumo che emanano. Si può coltivare in giardino lasciandola crescere liberamente o usare per realizzare una siepe spinosa, fitta e difficile da penetrare anche per gatti e piccoli animali.
Carissa macrocarpa: coltivazione
La Carissa macrocarpa si può coltivare con facilità ma solo nel Meridione d’Italia. Chi abita nel centro – nord, infatti, dovrà prestare attenzione al freddo.
La C. macrocarpa è una specie rustica: resistente, che non necessita di grandi cure, tuttavia teme il freddo. In piena terra si può coltivare solo lungo le coste d’Italia o sulle sponde dei grandi laghi dove le temperature scendono sotto lo zero solo raramente e per brevi periodi.
Chi abita nel Settentrione dovrà coltivarla in vaso per spostarla in un ambiente riparato durante l’inverno.
Dove collocarla?
La pianta preferisce posizioni soleggiate. Si può coltivare anche in balcone in pieno sole, con esposizione a sud. Su cortili o terrazze. E’ molto resistente alla siccità ma non sopporta i ristagni.
Chi coltiva la carissa macrocarpa in vaso dovrà provvedere a un apporto idrico costante ma moderato: basta irrigare una volta ogni 10 giorni.
Se tenuta in un terreno fertile, non servirà concimare. In caso contrario (e quando coltivata in vaso) è possibile apportare un concime a lenta sessione due volte all’anno: concimazione primaverile nel mese di marzo, concimazione tardo-primaverile a inizio giugno.
E’ adatta al balcone della casa al mare e alle zone costiere in quanto riesce a crescere bene anche su terreni aridi, sabbiosi e vanti salmastri.
Perfetta per la siepe
La Carissa macrocarpa è una pianta perfetta per la coltivazione della siepe, sia in vaso che in piena terra. Grazie alla sua chioma estremamente ramificata, riesce a restituire una barriera impenetrabile.
Chi preferisce una siepe mista può associarla a specie botaniche come il ponciro (Poncirus trifoliata). Il ponciro è un arbusto che perde le foglie in inverno e, come la Carissa macrocarpa gradifolia presenta una profumatissima fioritura e rami fitti provvisti di spine.
Cura delle malattie
La pianta è rustica e quindi molto resistente alle malattie. Il freddo, una potatura troppo estrema o un’esposizione sbagliata possono indebolire la pianta che così potrebbe diventare più sensibile a diverse malattie. Viene attaccata dai parassiti solo raramente: la cocciniglia può essere un parassita molto fastidioso. In caso di cocciniglia esegui un trattamento con olio minerale o olio bianco, seguendo le indicazioni e le dosi riportate in etichetta.