Carex: caratteristiche e coltivazione

carex pendula
La natura è estremamente generosa e ci offre una moltitudine di specie vegetali e animali di ogni genere. Appartiene all’affascinante mondo delle piante anche la carex, una pianta diffusa un po’ ovunque nel mondo. Nei prossimi paragrafi scopriremo le sue principali caratteristiche insieme ad alcuni accorgimenti pratici per poterla coltivare nelle nostre case.



Caratteristiche della carex

La carex o carice è una tipologia di pianta spontanea perenne che viene abitualmente coltivata ai fini ornamentali nei parchi pubblici, nelle dimore private e in vaso. Si tratta di una pianta che trova una certa diffusione geografica in virtù della sua resistenza alle avversità. Appartenente alla famiglia delle Cyperaceae, la carex include centinaia di specie diverse che sono originarie dell’Asia centrale e dell’Europa. È possibile trovarla diffusa allo stato spontaneo o allo stato rustico in tutte le aree temperate del nostro Pianeta.

Le foglie di questa tipologia di pianta sono lunghe sui quaranta-cinquanta centimetri, sono nastriformi e molto taglienti a causa dell’elevato contenuto di silice. Di colore verde brillante assumono un portamento arcuato man mano che evolvono nella loro crescita.

Quando la carex è ospitata in zone geografiche contraddistinte da un clima molto rigido durante i mesi invernali, le sue foglie seccano per poi rinascere nel momento in cui la pianta si risveglia dal proprio riposo vegetativo.

Come coltivare la carex

Vediamo a questo punto una serie di accorgimenti da mettere in atto per riuscire a coltivare una pianta come la carice in maniera ottimale.

Esposizione ideale

La carex è una tipologia di pianta rustica che per uno sviluppo ideale necessita di una esposizione luminosa e in pieno sole per almeno quattro o cinque ore al giorno. La pianta si adatta anche alla mezz’ombra ma è sempre preferibile collocarla in una posizione che permette di farla stare a diretto contatto con la luce.

La carice, inoltre, non teme il freddo invernale, tollera bene il caldo tipico dell’estate e non risente delle escursioni termiche.

Terreno idoneo per la messa a dimora della pianta

Una pianta come la carex tende a crescere prevalentemente nei terreni umidi, lungo le rive dei corsi d’acqua o ai bordi degli stagni e dei laghi. Per la messa a dimora, è bene sapere che la carice riesce ad adattarsi a qualsiasi tipologia di terreno ma predilige quelli sciolti, ricchi di sostanza organica e contraddistinti da un pH lievemente acido. Il terreno ideale è comunque costituito da un mix di torba, di comune terreno da giardino, di foglie o, in alternativa, di aghi di pino.

Come annaffiare la carex

Per ciò che riguarda i bisogni idrici di cui necessita la pianta, essi vanno considerati a seconda della singola specie nonché del luogo in cui avviene la coltivazione. Le specie di carice che prediligono i suoli umidi, ad esempio, devono essere sottoposte a regolari interventi di annaffiatura per tutto il periodo vegetativo e in particolar modo durante i mesi estivi.

Potatura della pianta

In una pianta come la carex devono essere eliminati regolarmente i fiori appassiti. Nel coro della stagione autunnale, è possibile procedere con un intervento di potatura di tutta la parte che in questo periodo tende a seccarsi.

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Concimazione della carex

La concimazione delle diverse specie di carex va effettuata a primavera. Per nutrire adeguatamente la pianta, è possibile utilizzare un concime liquido o granulare a lento rilascio, ricco di elementi quali l’azoto, il fosforo, il potassio e contenente anche una piccola percentuale di tutti quei microelementi che risultano utili alla crescita.

Come si moltiplica la pianta

Tutte le specie o le varietà di carex si riproducono per seme. La moltiplicazione deve essere effettuata durante la stagione primaverile, inserendo i semi in un contenitore con terriccio specifico e coprendoli con un leggero strato di sabbia. Il substrato deve essere mantenuto umido fino alla comparsa dei germogli.

carex pendula

Nel momento in cui le nuove piante appaiono maneggiabili senza particolari problemi, vanno messe in vasi singoli e coltivate in un luogo riparato dove devono permanere fino alla loro messa a dimora che avviene nella primavera successiva.

Parassiti e malattie della carex

Come detto poc’anzi, le piante come la carice sono piuttosto rustiche e resistenti. Vengono perciò colpite da parassiti e malattie abbastanza di rado. Quando sono collocate in ambienti eccessivamente umidi o con piogge troppo abbondanti possono essere tuttavia infestate dagli afidi.

La carex risulta inoltre sensibile alla Botrytis, un fungo della famiglia Sclerotiniaceae che attacca moltissime specie vegetali. Quando le specie acquatiche di carice vengono coltivate in terreni aridi tendono invece a soffrire di stress radicale, condizione che può portarle fino alla morte.

Le infestazione da afidi e Botrytis possono essere contrastate nebulizzando il fogliame con degli appositi prodotti. Si può inoltre ricorrere alla lotta biologica attraverso l’uso di insetti antagonisti tra cui, ad esempio, le coccinelle.

Principali specie di carex

Tra le principali specie di carice, è possibile annoverare:

  • la carex elata;
  • la carex grayi;
  • la carex japonica;
  • la carex morrowii;
  • la carex buchananii;
  • la carex pendula;
  • la carex riparia.

La carex elata è una delle specie di carice maggiormente diffuse. Tende a costituire cespugli erbosi tondeggianti con foglie lunghe di colore verde brillante. La carex elata risulta particolarmente adatta a essere coltivata nei terreni molto umidi.

Facile da coltivare è invece la carex pendula, con foglie eleganti e sottilissime a portamento piangente, adatta per abbellire i bordi di piccoli laghi.

Una piccola curiosità sulla carice: appartiene alla stessa famiglia del papiro, pianta acquatica, molto comune nel delta del Nilo e in alcune parti del Mediterraneo, che veniva utilizzata come superficie di scrittura nell’Antico Egitto.

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Pubblicato da Evelyn Baleani il 15 Settembre 2021