Carenza acido folico: come correre ai ripari
La carenza di acido folico è una condizione piuttosto comune in alcune categorie di persone e, brevemente, è equivalente a una condizione in cui è presente una quantità di acido folico nel sangue inferiore al normale, o – meglio – quanto raccomandabile come “standard”.
Cerchiamo allora di comprendere quali sono le principali caratteristiche della carenza di acido folico, che cos’è questo “acido” e in che modo poter correre ai ripari nelle ipotesi in cui un esame del sangue dovesse rivelare l’esistenza di un livello di acido folico piuttosto basso.
Cos’è l’acido folico e a cosa serve
L’acido folico è una vitamina chiamata anche “vitamina B9”. Tra le sue caratteristiche principali – purtroppo! – c’è anche il fatto di non conservarsi molto bene nel corpo, tanto che il nostro organismo ha una costante necessità di rifornirsi regolarmente di questa vitamina attraverso la dieta alimentare.
L’acido folico ha un ruolo importante in diversi processi del nostro corpo, alcuni dei quali sono evidentemente essenziali per la propria sopravvivenza. A titolo di esempio, svolge un contributo decisivo per:
- costruire le proteine nel corpo,
- produrre il DNA,
- aiutare i globuli rossi a formarsi,
- e tanto altro ancora!
Perché soffriamo di carenza di acido folico
Da quanto sopra risulta sicuramente più facile cercare di capire quali siano i principali motivi per cui possiamo soffrire di una condizione di carenza di acido folico.
In sintesi, la carenza di acido folico può essere generalmente causata da uno o più dei seguenti fattori:
- mancata assunzione abbastanza acido folico nella propria dieta alimentare,
- scarso assorbimento dell’acido folico attraverso l’intestino,
- maggiore necessità di acido folico – come può avvenire, ad esempio, a causa della gravidanza,
- trattamento medico o assunzione di un farmaco che blocca l’assorbimento di acido folico o ne aumenta il fabbisogno.
A quanto sopra occorre poi aggiungere il ruolo di diversi fattori di rischio, considerato che sono diverse le condizioni o le abitudini che possono influenzare i livelli di acido folico nel nostro organismo.
Per esempio, i fattori che portano ad una scarsa assunzione includono:
- consumo limitato di cibo fresco e poco cotto,
- necessità a lungo termine di nutrizione per via endovenosa (nutrizione parenterale totale),
- alcolismo.
Le condizioni che possono portare ad un cattivo assorbimento possono invece essere:
- malattie infiammatorie intestinali,
- celiachia o altri disturbi di malassorbimento,
- alcuni farmaci, come gli anticonvulsivanti e i contraccettivi orali,
- chirurgia bariatrica.
Ci sono poi alcune ipotesi che determinano un aumento del fabbisogno di acido folico. Si pensi, tipicamente, a una donna che sta attraversando una fase di gravidanza o di allattamento, ai bambini piccoli, a chi ha purtroppo patologie tumorali, soffre di malattie del fegato o ancora di anemia emolitica cronica, dialisi renale. Rientrano in questi casi anche l’assunzione di alcune medicine, come il metotrexate, ed elevati livelli di omocisteina nel sangue.
Quali sono i sintomi della carenza di acido folico
La carenza di acido folico può causare diversi sintomi facilmente riconoscibili, come:
- fatica,
- scarso appetito,
- mal di testa,
- pelle pallida,
- lingua rossa, irritata, gonfia e a volte lucida,
- ulcere della bocca,
- respiro corto e sensazione di stordimento,
- cambiamento dei modelli intestinali, con diarrea più frequente.
Naturalmente, molti dei sintomi che caratterizzano una condizione di carenza di acido folico potrebbe essere confusi con i sintomi di altre condizioni. Per questo motivo è fondamentale ricorrere sempre ed esclusivamente alla consulenza del proprio medico di riferimento.
Si tenga anche conto che una prolungata condizione di carenza di acido folico potrebbe portare ad alcune complicazioni come:
- anemia megaloblastica, un disturbo del sangue caratterizzato da globuli rossi più grandi del normale,
- elevati livelli di omocisteina nel sangue, un fattore di rischio per le malattie cardiache,
- difetti del tubo neurale che influenzano lo sviluppo del midollo spinale fetale, del cervello e del cranio.
Come diagnosticare la carenza di acido folico
Per poter diagnosticare la carenza di acido folico il proprio medico di riferimento vorrà certamente condividere alcune informazioni sui sintomi e sull’anamnesi.
Verrà quindi effettuato un esame del sangue, che mostrerà i livelli di vitamina B. Considerato però che un eventuale carenza può essere dovuta anche ad altre condizioni, anche i livelli di folati dei globuli rossi dovrebbero essere analizzati per poter confermare o meno i problemi di carenza di acido folico.
È evidentemente molto importante confermare la diagnosi prima di iniziare il trattamento.
Come trattare la carenza di acido folico
Di norma la carenza di acido folico viene trattata immediatamente mediante l’assunzione di un apposito integratore che possa contribuire a ripristinare i livelli desiderati nel proprio corpo.
Naturalmente, molto dipenderà però dalla diagnosi, e dall’evidenza che condizioni correlate possono richiedere un trattamento contemporaneo, al fine di aiutare a migliorare l’assorbimento dell’acido folico.
Si tenga anche conto che ci vorrà del tempo perché i globuli rossi tornino alla normalità. La condizione di carenza potrebbe dunque richiedere un trattamento di 2-3 mesi.
Si possono inoltre adottare una serie di comportamenti in ottica preventiva. Per esempio, per ottenere abbastanza acido folico nella propria dieta, potrebbe essere utile consumare cereali, prodotti a base di pane, fagioli secchi e legumi, pollame, carne suina, fegato e molluschi, uova, frutta e verdura fresca, in particolare verdura verde scura e a foglia, e agrumi e succhi di frutta.
Pubblicato da Anna De Simone il 25 Maggio 2020