Cappero: caratteristiche e coltivazione

Cappero

La pianta Capparis spinosa è la pianta del cappero, da cui otteniamo quei boccioli fiorali che utilizziamo in molte ricette per dare sapore. Il periodo di fioritura della Capparis è la tarda primavera quando iniziano a comparire i primi germogli che proseguono per tutta la stagione estiva.



Cappero: dove cresce

Capparis è il nome di un genere di piante e non di una sola specie, se ne contano infatti oltre 350 tra cui quella detta Spinosa, tipica delle aree mediterranee come la nostra e molto apprezzata per via dei suoi boccioli più che commestibili.

Le zone in cui cresce con maggiore facilità sono tante e sono tutte o quasi attorno al nostro mare. La troviamo infatti in alcuni Paesi dell’Africa (Marocco, Algeria, Egitto e Tunisia) e in alcuni dell’Asia minore come Cipro e Iran. La Capparis è molto presente anche nel nostro continente, in particolare in Spagna (Almeria, Granada e Isole Baleari), in Francia (Provenza), in Grecia e in Dalmazia. Ovviamente cresce bene anche in Italia, le aree più favorevoli sono la Sicilia, le isole di Salina e l’Isola di Pantelleria.

Cappero: caratteristiche

Questa pianta è dotata di una base dalla consistenza legnosa, da cui poi partono dei germogli nuovi ogni anno che però restano erbacei, non lignificano, e che si seccano alla fine della bella stagione per poi spuntare l’anno successivo.

I luoghi tipici dove andare in cerca della Capparis sono i muretti a secco, oppure le rocce, dove ci sono delle spaccature, anche nelle stesse isole di Pantelleria e di Salina si può verificare questa tendenza della pianta a crescere nei luoghi più nascosti ed impervi. C’è però un motivo, che non è certo la timidezza ma è lo spirito di sopravvivenza. Alcuni ragni e le lucertole vanno in cerca dei suoi frutti, li ingeriscono compresi di semi e poi li espellono quasi interi defecando e permettendo così a queste piante di spuntare nei posti più impensabili.

Il fusto delle Capparis può misurare massimo mezzo metro, sia che risulti rampicante, o meno, ed è coperto di foglie rotondeggiante, a forma di cuore, attaccate con un piccolo molto piccolo. Passiamo ai fiori del cappero che sono di colore bianco rosato ed ermafroditi. Sono composti da quattro petali ovali e al centro hanno numerosi stami di colore rosa intenso, il pistillo è invece portato da un peduncolo molto lungo.

Si tratta di fiori di grandi dimensioni rispetto al resto della pianta, possono avere un diametro anche di 5 centimetri e saltano certamente all’occhio, a partire dal mese di maggio che è il mese in cui la pianta fiorisce continuando per tutta l’estate, soprattutto se il clima è abbastanza umido. Dal fiore ha origine il frutto che è una bacca con moltissimi piccoli semi custoditi al suo interno.

Finora abbiamo parlato della Capparis Spinosa ma c’è anche un’altra specie interessante da descrivere, la Capparis ovata il cui nome comune è cappero peloso. Cresce soprattutto nelle regioni meridionali d’Italia e ha delle foglie molto pelose, soprattutto quando sono giovani.

Cappero

Cappero: coltivazione

Le zone più adatta per la crescita sono quelle assolate, esposte a sud e riparate dal vento, soprattutto se freddo. Può nascere e svilupparsi anche sulla roccia e tra i sassi, quindi non ha delle particolari pretese per quando riguarda il terreno, resiste bene anche alla siccità e al vento, grazie ad un apparato radicale molto robusto e in grado di “aggrapparsi” al terreno in modo testardo. Se possiamo scegliere il terreno dove coltivare questa pianta, meglio sia sciolto e ben drenati, teniamo anche conto che la Capparis viene allevata in aridocoltura, senza l’apporto di acqua di irrigazione.

Per quanto riguarda la concimazione, va effettuata ogni anno, verso la fine dell’inverno, tra il mese di gennaio e quello di febbraio, utilizzando un prodotto equamente bilanciato in azoto, fosforo e potassio. La potatura deve essere effettuata alla fine dell’inverno, intervenendo per tagliare solo il legno secco ed i succhioni, quindi eliminando tutti i rami che crescono rigogliosi ma senza produrre frutti, succhiando perciò linfa vitale, inutilmente. Quando si pota la pianta vanno lasciati molti rami di circa mezzo centimetro perché il cappero fiorisce solo sui rami emessi nell’anno. Ricordiamoci anche che si inizia a potare dopo il compimento del secondo anno.

Cappero: cappereto

Per allevare questa pianta possiamo realizzare anche un piccolo cappereto assicurandoci di avere a disposizione il terreno per ospitare l’impianto scavando circa 50-60 cm. Come abbiamo visto, le radici del cappero riescono a penetrare molto nel terreno. Prima di comunicare, si deve effettuare una buona concimazione di fondo, a base di ossido di potassio, principalmente, poi verso gennaio si può iniziare a impiantare la coltivazione, è il periodo migliore perché il terreno è ancora molto umido e adatto all’attecchimento delle giovani piantine.

Ogni pianta di Capparis va posizionata ad una profondità di circa 35 cm, potandone le radici e la parte aerea fino a 3 centimetri al di sopra del colletto della pianta. Effettuiamo due a tre irrigazioni durante il primo anno d’impianto, poi si avvierà la produzione.

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Pubblicato da Marta Abbà il 19 Febbraio 2019