Capitozzatura: cos’è e perché è dannosa per gli alberi
Risale a pochi giorni fa la denuncia di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta contro la pratica della capitozzatura. “Anche quest’anno”, spiega l’associazione ambientalista, “con l’avvicinarsi del periodo delle potature, iniziano a vedersi sul territorio della nostra regione brutture e scempi arborei”.
La capitozzatura, difatti, è una pratica di taglio che comporta una serie di danni alle piante, minandone la salute. Come ulteriore aggravante, puntualizzata dallo stesso Cigno Verde, questa tecnica di potatura mette in pericolo la cittadinanza. Nei prossimi paragrafi scopriremo di cosa si tratta e che tipo di conseguenze può generare sugli alberi, lasciando anche la parola al commento fatto da Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta a riguardo.
Cos’è la capitozzatura
La capitozzatura è una tipologia di potatura che in tutta la nostra Penisola viene ancora diffusamente praticata sugli alberi dei viali urbani e sul verde pubblico in genere, nonostante provochi danni evidenti alle piante. Danni che, tra l’altro, sono messi in rilievo dalla stessa letteratura botanica dell’ultimo trentennio. Quando si parla di capitozzatura si fa riferimento a un tipo di taglio che comporta la privazione di gran parte dei rami degli alberi. In questa modalità di potatura si interviene in maniera drastica non solo sui grossi rami ma anche sul fusto e sulle branche primarie delle piante, così da ridurne le dimensioni.
Il motivo principale che spinge a privilegiare la capitozzatura nella gestione del verde pubblico è il timore che gli alberi troppo alti possano rappresentare un pericolo per la popolazione. In realtà, la capitozzatura non costituisce un metodo idoneo di riduzione dell’altezza e delle dimensioni della chioma. Questo tipo di potatura non riduce di conseguenza il pericolo né di cedimenti né di ribaltamento. Sul lungo termine, la capitozzatura rende al contrario la pianta più pericolosa.
Danni della capitozzatura
L’impatto generato dalla capitozzatura sulle piante è enorme. Si tratta infatti di un taglio invasivo che, oltre a essere molto nocivo per gli alberi, risulta poco efficace. Approfondiamo alcuni dei più significativi danni provocati dalla capitozzatura.
Decadimento degli alberi
Le foglie sono tra le prime vittime del taglio indiscriminato compiuto con la capitozzatura. Con questa tecnica di potatura si arriva a rimuovere gran parte delle foglie di un albero, molto spesso la totalità. Sotto il profilo botanico, le foglie costituiscono gli organi con cui una pianta produce il proprio nutrimento. Rimuovendole del tutto, l’albero resta senza energia sufficiente per alimentare tutte le sue parti. Il risultato che ne deriva è la produzione di rami di lunghezza maggiore ma più esili. Si tratta di un vero e proprio meccanismo di sopravvivenza messo in atto dalla pianta capitozzata per poter recuperare il suo volume fogliare il più rapidamente possibile.
Per realizzare questo meccanismo, l’albero deve però sfruttare una notevole quantità di energia attingendola dalle proprie riserve. Se i suoi livelli energetici risultano troppo bassi e inadeguati a fronteggiare la misura di sopravvivenza, la pianta rischia di sopperire. Una eventualità, sfortunatamente, molto frequente.
Un albero capitozzato diviene inoltre più soggetto all’attacco degli insetti e dei parassiti, oltre che maggiormente vulnerabile all’insorgenza di malattie. Tra le sue più gravi conseguenze, la capitozzatura può quindi comportare il decadimento della pianta o persino la sua morte nel peggiore dei casi.
Generalmente, inoltre, un albero capitozzato ha un’aspettativa di vita molto inferiore rispetto a un albero potato in maniera corretta.
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Rischio di sottoporre la pianta a delle scottature
Tra i maggiori rischi che una pianta subisce a seguito dell’adozione della capitozzatura per il suo taglio rientrano le scottature. A causa della rimozione di grosse porzioni della chioma, l’albero capitozzato si ritrova sottoposto a un’eccessiva esposizione alle radiazioni solari. La sovraesposizione al sole può determinare la scottatura dei tessuti posti al di sotto della corteccia. Ne derivano con una certa frequenza il distaccamento della corteccia ma anche la morte delle branche.
Danni estetici
La capitozzatura impatta negativamente sull’estetica della pianta poiché annienta la sua naturale forma biologica. In seguito a un intervento di potatura di simile portata, a prendere il sopravvento sull’albero sono forme mozzate e asimmetriche. Nel periodo dell’anno in cui le foglie sono assenti, un albero capitozzato appare così mutilato e sfigurato. Nella stagione vegetativa, invece, la pianta sottoposta a capitozzatura risulta completamente priva di grazia.
Come se ciò non bastasse, una volta realizzato intervento di potatura così impattante, l’albero non ha più la possibilità di riacquisire la sua forma originale. Il danno estetico che ne deriva è quindi perenne.
Incremento dei pericoli per la cittadinanza
Un albero capitozzato è più pericoloso. I rami generati a seguito di un taglio di questa tipologia sono infatti inseriti superficialmente, presentando un’inserzione debole. Risultano di conseguenza più soggetti a spezzarsi con facilità.
L’appello di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta
L’appello di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta per mettere in guardia dai rischi legati alla capitozzatura non lascia spazio a dubbi. Come sottolinea il Cigno Verde, questa modalità di potatura è “una pratica che non garantisce l’ottenimento del risultato cercato a medio termine e che indebolisce le piante, rendendole più soggette a rotture e cadute. In un momento storico in cui gli eventi meteorologici estremi sono in costante aumento di numero e intensità, la capitozzatura aumenta i rischi per la cittadinanza”.
Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte Valle d’Aosta, puntualizza inoltre che “l’albero, anche e soprattutto in città, è un amico prezioso, un bene da preservare e valorizzare. Molti sindaci, temendo rotture e cadute, optano per scelte drastiche, tagli e potature violente che ottengono l’effetto opposto e privano i cittadini degli effetti benefici che gli alberi portano con sé”. Una potatura corretta, di contro, ove necessaria, “manterrà l’albero bello e intatto nelle sue funzioni. Inoltre ne preserverà la salute e lo manterrà in ordine per diverso tempo, a beneficio dell’ambiente urbano e delle finanze della stessa. Infatti, lo stesso avrà bisogno negli anni solo di una manutenzione ordinaria, con piccoli interventi di miglioramento e valorizzazione”, conclude Prino.
Tecniche di taglio alternative
Per poter evitare i danni della capitozzatura esistono valide tecniche alternative che, se necessario, permettono anche di ridurre le dimensioni della pianta, senza tuttavia metterla in pericolo di sopravvivenza e senza intaccarne la sua naturale armonia sotto il profilo estetico.
Accanto all’utilizzo di queste tecniche, per salvaguardare l’albero è importante prestare attenzione al periodo in cui si realizza il taglio. In genere, i momenti dell’anno più indicati per effettuare una potatura che non risulti invasiva sono i mesi di novembre, di dicembre e di gennaio. Si può eventualmente tenere in considerazione anche la stagione estiva, a partire da maggio fino a settembre. Sono invece da evitare la primavera e l’autunno.
Pubblicato da Evelyn Baleani il 13 Febbraio 2021