Canna fumaria per stufe a pellet o legna: normativa per l’installazione e quando se ne può fare a meno. Stufe senza canna fumaria. Regole per l’isolamento perfetto della canna fumaria.
Canna fumaria, normativa di riferimento
A cosa serve la canna fumaria?
La risposta è semplice: questo dotto serve a convogliare all’esterno, tutti i fumi prodotti dalla combustione. La canna fumaria espelle i fumi mediante il cosiddetto tiraggio naturale: il vapore caldo (fumo) fluttua spontaneamente verso l’alto seguendo il percorso del dotto.
Come è fatta la canna fumaria?
La canna fumaria è costituita da due elementi, un canale di fumo o raccordo fumi e una canna fumaria propriamente detta. Il raccordo fumi o canale di fumo, generalmente ha un andamento perpendicolare alla camera di combustione ma, nelle progettazioni più attente, può avere anche un andamento irregolare. Il canale di fumo è quel dotto che collega il camino o la stufa (a legna o pellet che sia) con la canna fumaria propriamente detta. La canna fumaria vera e propria è quel tubo coibentato che esce dal tetto e arriva fino al “comignolo”. Nel gergo comune, tendiamo a chiamare “canna fumaria” entrambi i componenti ma in termini tecnici, l’insieme della canna fumaria e del raccordo fumi è definito “impianto fumario“.
Certificazione di conformità alla normativa Uni 10683
La legge impone che ogni focolare (camini, stufe, termocamini, termostufe…) deve essere collegato a un condotto a suo uso esclusivo. L’installazione della canna fumaria non può mai avvenire con il fai da te perché per la progettazione è necessario il rilascio della certificazione di conformità alla normativa di riferimento. La normativa vigente è Uni 10683.
Canna fumaria per camini e stufe a legna
L’andamento del raccordo fumi di un camino o altro focolaio a legna, deve avere andamento quanto più verticale possibile. L’inclinazione massima può raggiungere i 45°. La normativa di riferimento prevede anche la presenza di più di una curva. Le regole da rispettare:
- L’impianto fumario deve essere almeno 4 metri complessivi
- Non vi è un limite massimo di lunghezza, va garantito un tiraggio tra gli 8 e i 12 Pa a caldo. La misurazioni dovranno essere eseguite da un tecnico fumista.
- La sezione della canna fumaria può variare a seconda del prodotto scelto o dell’altezza complessiva dell’impianto fumario.
- La sezione della canna fumaria non deve mai essere più piccola del diametro del colletto di uscita dei fumi dell’apparecchiatura, tale diametro è generalmente di 15 cm.
Canna fumaria per stufe a pellet e stufe senza canna fumaria
Sentiamo parlare spesso di stufe a pellet senza canna fumaria ma questa dicitura non corrisponde esattamente alla realtà. La definizione di stufe senza canna fumaria può trarre in inganno perché i fumi prodotti dalla combustione dovranno essere espulsi in qualsiasi caso!
Si parla di stufe a pellet senza canna fumaria perché la normativa già citata (UNI 10863) specifica che i focolai a pellet possono espellere i fumi sfruttando un semplice dotto da 8 cm. Tale tubo (dalle dimensioni molto compatte) può essere installato a tetto e sormontato da un semplice elemento a fungo o da un comignolo che ne faciliti il tiraggio naturale in caso di assenza di elettricità. Che c’entra l’elettricità? Nelle stufe e caldaie a pellet, il tiraggio non è “naturale” ma forzato mediante una ventola elettrica.
Prima del 2012, quando non era ancora entrata in vigore la normativa UNI 10863, il tubo poteva uscire anche a parete. In questo contesto, le “stufe a pellet senza canna fumaria” potevano essere installate facilmente anche in un condominio. Oggi, la normativa prevede l’allestimento di una canna fumaria che, anche se di dimensioni ridotte, non può estromettere i fumi dalla parete.
Per la costruzione di una canna fumaria per stufa a pellet si hanno tre opzioni:
- La canna fumaria raggiunge direttamente il tetto attraversando il solaio.
- Il tubo fuoriesce dalla parete e da qui convoglia i fumi a una canna fumaria realizzata all’esterno.
- Si realizza un raccordo fumi atto a raggiungere una canna fumaria pre-esistente già presente all’estero dell’edificio.