Cani primitivi
Cani primitivi, animali definiti così, con una parola che fa pensare a qualcosa che rimanda alle origini. Quando parliamo di uomo primitivo, e diamo del “primitivo” a qualcuno, in senso non proprio positivo, intendiamo dire che è rimasto allo stato brado. Ma allo stesso tempo ha mantenuto caratteristiche di ingenuità e istintività di cui possiamo avere nostalgia, oggi, da uomini moderni. Similmente per i cani primitivi.
Cani primitivi: significato
Il termine “cani primitivi” si rifà a tempi remoti, richiama ai nostri giorni qualcosa di vero e di indigeno che in questo caso è una categoria di razze differenti. In comune possono avere una sorta di misteriosa impressione di “ originario”. Conoscendone alcune, da soli, potremo provare la stessa sensazione difficile da definire scientificamente, con oggettività e precisione.
La F.C.I. classifica come cani primitivi, – per completezza la definizione è “cani primitivi e spitz” – i cani nordici, da slitta e da caccia, alcuni altri cani con morfologia simile di origine cinese o giapponese, oppure ancora nord-europea, detti Spitz, e alcuni cani primitivi, inclusi nella categoria perché somiglianti ai primi animali addomesticati dall’uomo.
Quando si rievoca la preistoria, si intende quindi il periodo delle raffigurazioni rupestri, dell’animale da sempre migliore amico dell’uomo. E i cani primitivi sono quelli che morfologicamente somigliano a quegli “scarabocchi” sulle pareti delle caverne che i nostri antenati primitivi conoscevano e rappresentavano.
Cani primitivi carattere
Tra tutti i sottogruppi di cani primitivi, i meno primitivi sono i nordici che oggi spopolano e sono più da compagnia e da appartamento che primitivi in senso stretto, grezzo, rude. Non accade la stessa cosa per i cani da slitta solo per motivi climatici ma quando sbarcano in territori cittadini, il carattere perde molto dell’originario.
Restano comune con un carattere molto indipendente e distaccato dall’uomo dato che ai tempi, ai tempi in cui i cani primitivi erano attuali, l’animale era una merce di scambio o un essere vivente utile e non un vezzo o un compagno in senso particolarmente affettuoso. Era uno strumento di sostentamento, un mezzo per avere la vita più facile. Certo, rispetto reciproco, forse quasi più di oggi, se si considerano certe brutte pratiche odierne, ma non quel rapporto che sfiora il morboso che oggi lega padroni e cani. Primitivi esclusi, naturalmente.
L’ indipendenza resta quindi un tratto di distinzione, assieme ad una evidente scarsa addestrabilità e a un fortissimo istinto predatorio per i cani primitivi che manifestano un costante bisogno di movimento.
Nessuna intenzione di diffamare questi cani primitivi che sono anche ricchi di pregi: importante, ad esempio, la quasi totale assenza di aggressività nei confronti dell’uomo e una forte capacità di comunicare con noi utilizzando tutti i canali espressivi che un animale a 4 zampe e senza il dono della parola ha a disposizione.
Il fascino dell’ancestralità e le indubbie capacità sportive sono poi irresistibili nei cani primitivi che hanno diversi fan. Non tutti amano infatti i cani da borsetta o trattati da “bebè”, sono sempre di più i padroni che cercano nell’amico peloso un animo selvaggio, indipendente, intelligente e “primitivo”, appunto, in un mondo che lo è sempre meno.
Cani primitivi: razze
Ecco le razze più primitive di cani primitivi, ne ho scelte alcune, meno note e più esemplari e rappresentative, che possano non solo spiegare ma anche attirare la nostra curiosità di amanti dei cani originali, primitivi, appunto, e fuori dagli schemi, moderni.
Il Basenji, detto anche Cane del Congo, Cane degli Egizi, Cane della boscaglia africana, è tra i cani primitivi uno di quelli che più suscita simpatia e ha i suoi gruppetti di fan nel mondo. Complice anche l’aspetto, molto simpatico e sveglio, quasi sbarazzino, e il fatto che non sia un animale rumoroso e che abbaia. Non lo fa quasi mai. Arriva dall’Africa centrale, si distingue perché fedele, indipendente e molto coraggioso.
Malgrado la caparbietà, non è affatto anaffettivo e non abbandona facilmente la famiglia con cui vive, anzi, ai bambini si lega in modo dolce e affettuoso, molto raccomandabile. Oltre a non abbaiare, il Basenji è un maniaco dell’igiene, sta molto vicino al padrone ma deve sentirsi libero di muoversi, inoltre non ama stare con estranei. Niente movida per i padroni di un Basenji, ma cene tra amici fidati sì.
Il Canaan dog fa sempre parte dei cani primitivi, è un animale di taglia media, di circa 18-25 Kg, con un fisico agile, scattante. Al contrario del precedente, abbaia, ma non morde, però va bene come cane da guardia, essendo anche molto intelligente, guardingo e sospettoso.
Riconoscibile dall’aspetto molto particolare, tra i cani primitivi spicca anche il Perro sin pelo del Perù che, appunto, è un cane sine pelu. Questo è l’esempio che tra i cani primitivi ci sono anche cani ottimi per la compagnia, dotati di estrema dolcezza. Se l’estetica piace, allora ecco una razza di cani primitivi da prendere al volo per appartamento, adatto anche a fare la guardia, nobile d’animo e di portamento, anche se può arrivare fino ai 20-25 Kg.
Dolce, ma anche giocherellone, il buontempone dei cani primitivi, è il Pharaon hound, il Cane egiziano, o del Faraone, dall’Africa settentrionale. Attivo, scanzonato, spensierato anche in età adulta, questo tipo di cani primitivi è, ovviamente, perfetto per i bambini e molto apprezzato da chi ha già altri cani.
É molto indipendente, il suo è un modo di fare bizzarro: è buono ma va messo in riga perché, come altri cani primitivi, fa un po’ ciò che vuole. Fin da cucciolo, se vogliamo che stia con noi, dobbiamo fargli capire che può restare primitivo ma ci deve obbedire.
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Pubblicato da Marta Abbà il 29 Gennaio 2016