Cane carlino: da dove viene non è ancora così chiaro, ma certo è che è un animale che spopola. Tra i vip, e tra tanti comuni amanti dei 4 zampe, è molto diffuso e soprattutto chi lo ha, ama immortalarlo nelle pose più strane, spesso. Così, oltre ad avere un bel carattere, ha anche un book dedicato, spesso, il che non fa che accrescere l’autostima già tipica del cane carlino. Ma con quel muso, molti direbbero, come dirgli di no?
Cane carlino: origine
Detto in inglese Pug, in tedesco Mops, in francese Carlin, in Italia il cane carlino deve il suo nome all’attore italiano Carlo Bertinazzi che interpretava Arlecchino con in viso una maschera nera molto somigliante al muso del nostro protagonista. Un tempo il cane carlino era aristocratico per antonomasia, ha fatto compagnia anche a Maria Antonietta e Giuseppina Bonaparte.
Nell’800 era il cane preferito dalle dame italiane, poi nel corso degli anni ha perso un po’ di fascino agli occhi dei nostri concittadini del tempo ma recentemente la razza è tornata molto di moda, anche grazie a celebri personaggi come Avril Lavigne, Jessica Alba, Valentino, Andy Warhol. Resta una icona, il cane carlino, un giocattolino per molti vip, a suon di “selfie” e “paparazzate”, ma nel vero si adatta a chiunque, non pretende una villa con piscina ma solo tante tante attenzioni.
Cane carlino: carattere
Il cane carlino è un cane da compagnia di piccola taglia, amante delle comodità, ma giocherellone, equilibrato e particolarmente sensibile. Molto affettuoso con il padrone, con gli estranei si riserva di decidere, spesso è diffidente, a volte anche ostile, infatti è okay anche per fare la guardia.
Oltre ad avere grande charme, il cane carlino ha molta dignità ed è intelligente, leale e affettuoso. Se fosse una persona, sarebbe “una persona seria”, di cui fidarsi a mani basse. Da piccolo è irrequieto, ma poi in generale è un pigrone, lo si può beccare anche a sollazzarsi davanti alla tv, o a dormire con la testa sul cuscino, o su un copriletto in suo onore, infatti ha molto senso dell’umorismo e gli piace molto scherzare e giocare.
Cane carlino: caratteristiche
Se il cane carlino non vi ha già conquistati, ecco le caratteristiche fisiche che lo rendono per molti irresistibile. Sono nette e peculiari, o piacciono, o non piacciono proprio. Come molossoide di piccola taglia, il cane carlino esibisce un’altezza al garrese di 30-33 cm, il suo peso ideale è di circa 8 Kg, e “porta” una mascherina che gli da il nome, una mascherina scura che gli conferisce un aspetto unico altresì gli dona un’espressione molto particolare.
Il pelo del cane carlino è liscio e corto di colore argento, albicocca, fulvo, nero. Queste sono le colorazioni più comuni ma si può incontrare nella vita anche un cane carlino bianco, bianco albino con naso rosa ed occhi rossi, o bianco per leucismo, con una porzione della mascherina nera e gli occhi castani o azzurri. Ci sono anche carlini castani, o color cioccolato e, ancora più rari, gli striati o i tigrati.
Colore o pattern che abbia, il pelo è fine, liscio, dolce, corto e lucente, non certo duro né lanoso, il contrasto tra il colore del manto, la striatura nera che si estende dall’occipite alla coda – la traccia – e la mascherina è e deve essere evidente. In viso, il cane carlino porta i segni della propria razza, dall’origine un po’ misteriosa: rughe chiaramente disegnate che gli regalano simpatia. Anche la coda è particolare, alta e arricciata: se ne forma due, di riccioli, è cosa molto apprezzata.
Come il collega bulldog, il cane carlino, piccolo che sia, fa un bel po’ di rumore quando respira: emette un rantolo simile a suoni asmatici a causa della conformazione brachicefalica che gli da anche problemi di respirazione e intolleranza al caldo. Un altro punto debole del cane carlino sono gli occhi: necessitano di frequente pulizia, idratazione e cura perché soggetti a frequenti irritazioni o malattie come la cheratocongiuntivite secca, la cheratite pigmentaria e l’atrofia progressiva della retina, che spesso portano ad una totale o parziale cecità del cane.
Le orecchie del cane carlino sono un punto a suo favore per estetica, sono nere e piccole. Ci sono le cosiddette “orecchie a rosa”, ripiegate all’indietro, ma il cane carlino stupisce quando ha le orecchie cosiddette “a bottone”, piccole e con i lobi ripiegati in avanti, con la punta verso l’occhio. Se il naso è tondeggiante e nero, la lingua del cane carlino è spesso e volentieri sopra ripiegata sopra, anche per quella forma di prognatismo che porta questo cane ad avere anche i denti in bella vista. Pure storti e affollati.
Cane carlino: salute
Pur non essendo più aristocratico, non è un cane per tutti, perché non banale da curare. Soffre molto il caldo, in estate la respirazione è faticosa, e va tenuto a stecchetto perché tende ad ingrassare: è ghiotto e non se ne vergogna. Nei primi 2 o 3 anni di vita, i maschi del cane carlino sono molto più iperattivi, dal terzo in poi sono più calmi e rilassati, come gli altri molossoidi, e questo concorre ad appesantirli.
Una sana alimentazione, oltre che per la linea, è essenziale anche per lo stato di salute che, per il cane carlino, è piuttosto delicata. C’è predisposizione a molteplici malattie, a problemi di respirazione, otiti, allergie e intolleranze alimentari, oltre che a problemi oculari. Un altro “inconveniente” del cane carlino legato alla sua conformazione è quello di dermatiti: meglio pulire accuratamente e frequentemente le pieghe cutanee di muso ed occhi.
Cane carlino: allevamento
E’ chiaro, detto ciò, e non è neanche tutto, che il cane carlino è impegnativo e richiede un’attenta gestione. Per evitare l’evitabile, se decisi a farsi carico di questo bel cane, conquistati dalle sue buffe espressioni, meglio assicurasi che abbia una ottima genealogia: se il cane carlino non viene selezionato in maniera adeguata si può andare incontro a gravi problemi di salute.
Eppure, per essere così spesso acciaccato, ne ha fatta di strada. La razza – opinione comune ma non certa al 100% – è originaria dell‘antica Cina, alla città di Gullin, nella parte settentrionale di Canton. Lì c’era una volta un cane, cane carlino, ma non si presentava come quelli d’oggi: era più alto, poi si è rimpicciolito nel tempo a causa di accurate selezioni.
Il cane carlino era chiamato “dal muso corto”, o pafussoidale, e già dal 600 a.C. era così descritto. Poi, sempre con quel muso a mascherina, tra il Cinquecento e il Seicento arrivò in Portogallo, nei Paesi Bassi, in Spagna e in Inghilterra sulle rotte commerciali, portato come dono dall’oriente. La sua misura si presta perfettamente, se ci si pensa. E così questa razza diventò popolare anche in Europa, sopratutto in Inghilterra, a partire dal 1860, quando due carlini arrivarono. Erano, se volte una idea per i nomi, Lamb e Moss, e diedere alla luce il cane carlino inglese Click. Molto 2.0, già, questo cane carlino.
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