Candele contro il gelo nei vigneti di Novacella
Scendono le temperature in tempi non sospetti e in Alto Adige ci si ingegna per limitare i danni di queste bizze climatiche sempre più frequenti ha sfoderato le candele contro il gelo nei vigneti di Novacella.
Non è un modo di dire e nemmeno un’espressione metaforica, migliaia e migliaia di candele sono state davvero sistemate nelle vallate di questa zona molto nota per le sue numerose e preziose vigne nel tentativo di far alzare la temperatura ed evitare così che il raccolto potesse essere danneggiato. In particolare, la cosa importante era fare in modo che il gelo imprevisto, e anomalo per il mese di maggio, arrivasse addirittura a far ghiacciare i germogli delle viti compromettendo la loro crescita e la loro resa, per lo meno per quanto riguarda la qualità, se non anche la qualità.
Le candele contro il gelo posizionate tra i filari delle viti non sono certo uno spettacolo a cui siamo abituati, nemmeno gli abitanti dell’Alto Adige lo sono come non hanno nemmeno l’abitudine di trovarsi ad affrontare queste temperature così basse. Non si tratta di allarmismo o di dover fare notizia per forza, ci sono i dati che parlano chiaro.
A quanto emerge era dal 1987 che non è stato mai stato così freddo il mese di maggio in queste zone. Negli scorsi giorni, invece, in questo Maggio 2019 sono stati registrati a Solda -9 gradi, a Selva di val Gardena -7 e a Dobbiaco -6. Se usciamo dai vigneti e dai frutteti e andiamo nelle città, riusciamo a guadagnare qualche grado ma restiamo nel range delle temperature anomale con un – 3 gradi registrati sia a Vipiteno che Brunico. La primavera risulta “non pervenuta” da queste parti, anche in molte altre zone d’Italia si fatica a credere che tra poco più di un mese ci sarà l’inizio ufficiale dell’estate, per lo meno a quanto dice il calendario.
Seppur decisamente suggestivo, lo spettacolo delle candele contro il gelo nei vigneti è un segnale spiacevole e che non riguarda solo le vigne. Infatti lo stesso trattamento contro le basse temperature è stato implementato anche nei meleti e nelle varie piantagioni ad esempio di albicocche in cui i contadini hanno accesso migliaia di piccoli fuochi.
Per essere certi di aver messo in campo tutte le soluzioni per conservare il proprio raccolto, frutto di mesi e mesi, se non anni, di lavoro, gli abitanti hanno anche attivato la cosiddetta irrigazione anti-brina. Questo metodo prevede la creazione di uno strato di giaccio sugli alberi per impedire che si registrassero dei danni alla fioritura. Come per le candele, anche per il ghiaccio si è trattato di un paesaggio spettacolare, senza dubbio strano ma con un tocco poetico se non si trattasse di una soluzione estrema a quella che è un’anomalia climatica legata alla nostra “gestione” pessima del pianeta.
Le candele contro il gelo come anche l’irrigazione antibrina sono metodi che possiamo trovare applicati anche in altre zone d’Italia, chi lavora nel settore lo può ben confermare. Certo, questo non significa che non si tratti di misure davvero eccezionali che vengono messe in atto solo quando si verificano degli eventi straordinari.
Vigneti di Novacella: informazioni
Cogliamo l’occasione di questa emergenza, che non avremmo mai voluto raccontare, per ricordare a tutti dove sono e come sono eccezionali i vigneti di Novacella. Si tratta di vigneti appartenenti all’Abbazia agostiniana di Novacella, situata nelle immediate vicinanze di Bressanone, nella provincia di Bolzano. Questa struttura ha anche una importanza storica e artistica non indifferente perché è considerata una delle più importanti abbazie del nord Italia e dell’Arco Alpino. Nel maggio del 1956 è stata anche elevata a basilica minore da papa Pio XII.
I vigneti che hanno fatto notizia le si sviluppa attorno e sono i protagonisti della tenuta molto nota perché storica. Esiste a circa nove secoli e da nove secoli l’ordine degli Agostiniani che abita l’Abbazia si occupa della produzione di vino portando avanti anche tutte le normali attività religiose. Una cosa non esclude l’altra e tutto avviene moto armoniosamente, grazie anche alla “regia” dell’enologo Celestino Lucin.
Non immaginiamoci un luogo rimasto fuori dal tempo in cui si porta avanti una produzione con metodi antichi, il progresso è arrivato anche qui e le ultime tecnologie sono affiancate alla tradizione dando una marcia in più all’Abbazia che trae sostentamento da questa attività. Oltre a vino, a far guadagnare è la coltivazione e la vendita dei prodotti agricoli come le profumate erbe aromatiche e la frutta.
Nella Cantina di Novacella possiamo trovare vini bianchi della Valle Isarco come il Sylvaner, il Müller Thurgau, il Kerner, il Gewürztraminer ed il Grüner Veltliner. Per i vini rossi, ci si deve spostare nei vigneti dell’Abbazia situati più a Sud dell’Alto Adige; nella fattispecie il Lagrein nel podere bolzanino di Mariaheim, la Schiava Gentile, il Pinot Nero ed il Moscato Rosa nel podere Marklholf di Cornaiano/Appiano.
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Pubblicato da Marta Abbà il 9 Maggio 2019