Camomilla, nota come Matricaria chamomilla, è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Asteraceae. Annuale come pianta ma anche per chi come me ne fa buon uso estate e inverno, fumante o no, troppo preziosa per rinunciarvi. Il suo nome deriva dal greco χαμαίμηλον (chamáimēlon), parola formata da χαμαί (chamái), “del terreno”[2] + μήλον (mḗlon).
E’ un richiamo piuttosto difficile da intuire, almeno per me, almeno rispetto ad altri che abbiamo già visto, come nel caso del girasole o dell’artiglio del diavolo. E invece il nome della camomilla è tale perché emana odore di mela renetta. Anche in spagnolo resta questo cenno olfattivo: si chiama “manzanilla”, da manzana, che significa “mela”.
Il primo nome, invece, Matricaria, si riferisce a tutt’altra cosa: viene dal latino mātrīx, mātrīcis, significa “utero”, e ricorda come la camomilla sia un ottimo calmante per i disturbi mestruali. Non è però questa la prima ragione per cui questa pianta è nota fin dall’antichità, ai tempi era apprezzata soprattutto per le sue proprietà sedative e calmanti, oltre che per gli effetti ipoglicemizzanti, utili in caso di diabete.
Camomilla: la pianta
Il significato del nome ce lo ha anticipato: la pianta della camomilla è profondamente aromatica. Partendo dalle radici, “a fittone”, si hanno poi i fusti che sono più o meno ramificati solo nella parte finale e non superano in genere i 50 cm. Questo se in forma spontanea, altrimenti quando si tratta di camomilla coltivata, si raggiungono tranquillamente gli 80 cm. Oltre al fusto ci sono anche le foglie, di forma oblunga, e poi i fiori, piccoli e riuniti in capolini di diametro pari a 1 o 2 cm.
In questa miniatura floreale, si ha comunque una parte esterna, di elementi più bianchi, e una interna formata da fiori tubulosi con corolla gialla. L’odore aromatico così gradevole arriva da questi piccoli gioiellini dorati che contengono un’essenza caratteristica costituita dal principio attivo azulene. Oltre a questa, c’è una mescolanza di altre sostanze dai nomi criptitci come acido salicilico, acido oleico, acido stearico, alfa-bisabololo.
Incantati dai fiori, non scordiamoci del frutto: è una cipsela di circa 1 mm di lunghezza, chiaro di colore e senza pappo. Nulla di che ma per completezza non si poteva omettere.
La pianta della camomilla è diffusa in Europa ed in Asia, “sue zone”, ma anche negli altri continenti si può ritenere ormai naturalizzata. Cresce serenamente e spontaneamente nei prati ed in aperta campagna, non a grandi altezze, non è certo una pianta montana come l’arnica, però si adatta bene anche a terreni poveri o acidi. Per quanto riguarda le sue stagioni, ha un ciclo di vegetazione primaverile-estivo, fiorisce a tarda primavera e continua per tutta l’estate.
Poi si possono raccogliere i fiori cogliendo quel momento dell’anno in cui hanno perso sì i petali non sono ancora secchi secchi, e anche rovinati, sulla pianta. Ottenuto un buon quantitativo di capolini di camomilla, disponiamoli in strati sottili all’ombra, poi conserviamoli in recipienti con chiusura ermetica di vetro da posizionare al riparo da fonti di luce ed umidità. Ed ecco la nostra camomilla pronta per l’uso. Quale, ora lo vediamo.
Camomilla: proprietà
A livello locale ed interno la camomilla ha forti proprietà anti-infiammatorie ed è nota per essere uno dei più efficaci rimedi calmanti, tipicamente anche per fenomeni nevralgici come sciatica, trigemino lombaggine e torcicollo. Non è magia, o stregoneria, ma merito di certi componenti dell’olio essenziale, ad una componente flavonoide ed ai lattoni matricina e des-acetil-matricarina. Nomi strani ma che a quanto pare fanno molto bene, quasi come stessimo usando il cortisone: c’è chi li paragona.
Oltre ad essere digestiva, la camomilla ha anche proprietà spasmolitiche, per questo è usata per dismenorrea, crampi intestinali di soggetti nervosi, spasmi muscolari e reumatismi. Dalla medicina alla cosmesi, ma non solo estetica, anche per prendersi cura di pelle e capelli. E troviamo la camomilla come nutriente per i nostri capelli, oltre che per il cuoio capelluto.
Fa bene e fa anche un po’ biondi, schiarisce infatti chi già lo è un po’ ma con il tempo tende al castano. In questi casi si usa preparare un infuso di fiori di camomilla, lasciandolo raffreddare, filtrandolo e poi applicandolo regolarmente dopo lo shampoo. Due volte alla settimana e resteremo biondi fin quanto possibile.
Camomilla: benefici ed effetti
Tra i più noti effetti che si affibbiano alla camomilla ci sono quelli sedativi.”ma fatti una camomilla”: quante volte lo abbiamo detto o, più frequentemente nel mio caso, ce lo siamo sentiti dire? Eppure gli effetti sedativi non solo non sono tra i punti di forza di questa pianta, ma sono anche tutti da verificare. La camomilla, infatti, non ha principi attivi ipnoinducenti, come invece li hanno le erbe officinali che si usano ufficialmente contro l’insonnia.
Come già accennato, l’effetto è invece quello di produrre rilassamento muscolare, antispasmo, quindi. Altro effetti legati alle sue tisane sono quelli di provocare l’espulsione di gas intestinali in eccesso, favorire la digestione e produrre un miglioramento delle funzionalità del sistema gastroenterico. Oltre a berla, la camomilla possiamo anche utilizzarla per nebulizzazioni, linimenti anti-stress, impacchi, colliri e collutori. Non è raro trovarla associata alla malva.
Nella medicina omeopatica troviamo questa pianta, o meglio i suoi fiori, usati anche per i problemi associati alla dentizione e per varie malattie infantili come otiti, coliche e a numerosi problemi comportamentali. Non è quindi anti insonnia ma senza dubbio regala una sensazione di piacevole rilassamento con effetto calmante sul nervosismo e l’ansia. Quindi anche gli insonni non possono che trarne vantaggio.
Ultimo beneficio della camomilla da citare è quello sugli occhi: impacchi imbevuti sono un sollievo che chi ha occhi stanchi, rossi, o soffre di congiuntivite. Possiamo usarli anche semplicemente per purificare la pelle e per aiutare le ferite a cicatrizzare.
Camomilla: come coltivare la pianta
Terreno migliore, semina, gesti di cura e momento per la raccolta: per imparare a coltivare la pianta da zero basta leggere il nostro articolo “Come coltivare la camomilla”, bere almeno due sorsi di una tisana a base di, e rimboccarsi le maniche.
Camomilla: come coltivarla in vaso
Se non si ha un giardino ma a tutti i costi si vuole sorseggiare una tisana home-made, o farsi un impacco imbevuto con essa, ecco tutte le istruzioni su come ottenere questi preziosi e odorosi fiorellini partendo da un vaso e da un seme. Nell’articolo “Come coltivare la camomilla in vaso” è tutto spiegato.
Camomilla: dove acquistare i semi
Per acquistare i semi con cui mettere alla prova la propria pazienza e produrre camomilla in casa o in giardino, per poi offrirne una tazza agli ospiti, o a noi stessi, ecco una comoda occasione. Una confezione di semi selezionati e protetti in doppia busta a meno di 10 euro. Sono da piantare a circa 5 cm di profondità, attendendo e curando le pianticelle come sopra consigliato.
Camomilla: controindicazioni
Dagli effetti raccontati è facile immaginare che la camomilla non porti con sé particolari controindicazioni. Al massimo su alcuni soggetti incorreggibilmente nervosi potrebbe non fare un grande effetto: non aspettiamoci miracoli. L’unica occasione per cui l’assunzione orale o comunque l’uso della camomilla può creare problemi è la presenza di reazioni allergiche. Di solito, se compaiono, sono dovute alla presenza di lattoni sesquiterpenici nella pianta.
Camomilla in gravidanza
In generale la camomilla compare tra le tisane concesse durante il periodo della gravidanza. Chiaro che bisogna avere misura nel consumarne. In caso di dubbi, comunque, è sempre meglio chiedere un parere medico. E’ ciò che ha l’effetto maggiormente calmante, direi.
Camomilla ai neonati
La camomilla nei neonati e nei bambini piccoli in generale viene utilizzata sia per via orale, sia come ingrediente per la preparazione di prodotti per l’igiene e la cura. Non essendoci controindicazioni particolari e risultando blandi gli effetti, si può utilizzare fin dalla nascita.
Per via topica, cioè in detergenti, oli e creme lenitive, intendo, ma non solo. Anche ad esempio come base per impacchi per alleviare i disturbi della congiuntivite. In teoria le tisane non fanno male, anche durante i primi mesi di vita ma meglio attendere la fine del periodo di allattamento che spesso è a base di solo latte.