I cambiamenti climatici aumenteranno i conflitti armati
Una ricerca condotta dall’Università di Standford e pubblicata sulla rivista Nature rivela che il riscaldamento globale accrescerà il rischio di guerre all’interno dei Paesi.
La correlazione tra variabilità del clima e conflitti armati è oggetto di studio ormai da diversi anni. La recente ricerca stima che il clima ha influito tra il 3 e il 20 per cento nello scoppio di guerre nel corso dell’ultimo secolo. Ma come sostengono gli esperti, questa percentuale è con ogni probabilità destinata a salire in maniera esponenziale.
Clima e conflitti armati
Secondo gli studiosi, in uno scenario di quattro gradi centigradi in più, che corrisponde approssimativamente alla strada che stiamo imboccando in assenza di riduzioni significative nelle emissioni di gas serra, l’impatto del clima sulle guerre crescerà di oltre cinque volte. Il tutto si tradurrà in un aumento dei conflitti armati pari al 26%.
Il clima estremo può danneggiare le economie, diminuire la produzione agricola e zootecnica e intensificare le disuguaglianze tra i gruppi sociali. Questi aspetti, se combinati con altri fattori di conflitto, possono amplificare a loro volta il grado di violenza.
Per comprendere meglio il ruolo svolto dal clima nelle guerre, l’analisi ha incluso interviste e dibattiti tra esperti in scienze politiche, scienze ambientali, economia e altri campi. Gli studiosi concordano sul fatto che i cambiamenti climatici hanno inciso sui conflitti armati organizzati degli ultimi decenni. Tuttavia, chiariscono che a giocare un impatto decisamente maggiore rispetto al clima sono stati altri fattori, come il basso sviluppo socioeconomico, l’operato dei governi e le disuguaglianze sociali.
I cambiamenti climatici costituiscono comunque un innegabile elemento centrale per le molteplici conseguenze che determinano, a partire dalla irreperibilità di materie prime fino alle migrazioni. Un esempio su tutti: le lotte interne condotte per il reperimento delle risorse idriche, che in futuro diverranno sempre più limitate proprio a causa del riscaldamento globale.
La guerra dell’acqua
Per l’acqua si combatte e si muore. La Banca Mondiale ha documentato 507 conflitti derivanti dal controllo delle risorse idriche. Come stimato dalle Nazioni Unite, entro il 2030 ben il 47% della popolazione mondiale vivrà in aree a elevato stress idrico.
In un Pianeta che negli anni a venire sarà sempre più popolato, è presumibile che si verifichi una amplificazione delle cosiddette Water Wars, le guerre e i conflitti combattuti per il controllo dell’acqua.
Considerando che gli attuali dati confermano che i mutamenti climatici vissuti attualmente non conoscono precedenti nella storia umana, non si possono di certo dormire sonni tranquilli. Il tempo sta per scadere.
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Pubblicato da Evelyn Baleani il 21 Giugno 2019