Il calocephalus brownii è uno dei tanti arbusti diffusi a livello planetario. Si tratta più esattamente di una pianta perenne sempreverde di medie dimensioni, originaria dell’Australia, territorio in cui è diffusa a ogni latitudine.
Nei prossimi paragrafi scopriremo insieme le sue principali caratteristiche e i piccoli accorgimenti che si devono mettere in atto per poterla coltivare in modo corretto, così da fruire della sua particolare bellezza.
Caratteristiche del calocephalus
Un arbusto contraddistinto da fusti sottili, ramificati e di colore verde-grigiastro. È questo il calocephalus brownii, una pianta che può essere considerata decorativa per l’intero arco dell’anno.
Molto adatto alle aiuole, il calocephalus brownii è in grado di spingersi fino ai 120-150 centimetri di altezza e fino ai sessanta centimetri diametro.
Durante la primavera la pianta australiana produce piccole infiorescenze dalla forma sferica e di colore giallo- verdastro. Nel corso dell’estate, i fiori vengono poi sostituiti dai frutti, costituiti da piccole bacche di colore grigio-biancastro.
Come coltivare il calocephalus
Quali sono gli accorgimenti da seguire per coltivare il calocephalus brownii in modo adeguato così da consentire una crescita rigogliosa? Scopriamolo.
Clima e temperatura ideali
Come accade con altri tipi di arbusti, anche il calocephalus brownii è una pianta che per un corretto sviluppo deve essere collocata in un luogo soleggiato. Per questa specie di arbusto sono comunque idonei anche gli ambienti semi ombreggiati. Un’accortezza da rispettare nella messa a dimora del calocephalus brownii consiste però nell’evitare l’esposizione al vento.
Durante la stagione invernale, inoltre, il terreno circostante alla pianta va preferibilmente ricoperto con materiale da pacciamatura o con foglie secche, al fine di proteggere le radici dell’arbusto dalle fredde temperature del periodo.
Il calocephalus brownii è capace di tollerare temperature prossime ai -5°C sebbene il suo clima ideale sia in realtà più mite, con temperature che si avvicinano ai 10-15 °C. Oltre alla piantumazione nel terreno, questa tipologia di arbusto si presta bene anche alla coltivazione in vaso. Si tratta tra l’altro di una eccellente alternativa che consente di mettere la pianta al riparo in occasione dei mesi più rigidi dell’anno.
Il calocephalus brownii è molto apprezzato nei contesti domestici perché capace di formare arbusti molto decorativi. Vista la somiglianza a un corallo marino la pianta viene anche chiamata “pianta corallo”.
Terreno più adatto per la messa a dimora
Il calocephalus brownii ama essere accolto in un terreno soffice, ricco di nutrienti e adeguatamente drenato in modo tale da evitare pericolosi ristagni d’acqua che possono far marcire l’apparato radicale.
Come annaffiare il calocephalus
Le piante di calocephalus brownii sono in genere abbastanza resistenti, essendo rustiche. Per ciò che riguarda l’innaffiatura non hanno particolari necessità. In molti casi si accontentano esclusivamente dell’acqua piovana.
Per ovvi motivi, il contesto cambia durante i periodi più caldi dell’anno, a partire dalla primavera ma soprattutto nella stagione estiva. La pianta in questi momenti deve essere regolarmente innaffiata, facendo tuttavia attenzione a non esagerare con il dosaggio dell’acqua, come avviene d’altronde con ogni altro tipo di arbusto.
Più precisamente, quindi, il calocephalus brownii deve essere irrigato quando il terreno ospitante risulta del tutto asciutto. Nel caso in cui l’arbusto sia coltivato in vaso, inoltre, è importante svuotare il sottovaso dopo circa trenta minuti da ciascuna innaffiatura.
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Concimazione della pianta
Durante il periodo vegetativo è opportuno fornire alla pianta del concime specifico ogni tre settimane circa, da sciogliere direttamente nell’acqua delle annaffiature. In alternativa, si può procedere somministrando alla base dell’arbusto del concime granulare a lenta cessione, da applicare con cadenza bimestrale.
Messa a dimora del calocephalus
Il periodo migliore per la messa a dimora di un arbusto come il calocephalus brownii è l’autunno. Questo vale tanto per le piantine nuove quanto per gli esemplari già adulti che si acquistano presso i vivai.
Potatura del calocephalus
Tra i tanti tipi di arbusti diffusi a livello globale, il Calocephalus brownii si contraddistingue per una peculiarità. Si tratta infatti di una pianta che non richiede interventi di potatura se non per questioni puramente estetiche.
Come avviene la moltiplicazione del calocephalus
La moltiplicazione di questa tipologia di arbusto può avvenire secondo due distinte modalità:
- piantando i semi nella stagione primaverile;
- mediante talea durante l’estate.
Quando si procede con la moltiplicazione per talee, è importante sapere che esse devono essere semilegnose e di lunghezza che si aggira sugli otto-dieci centimetri. Per favorire la radicazione occorre inoltre distribuire dell’ormone radicante in corrispondenza dei tagli realizzati.
Le talee vanno successivamente riposte in un contenitore colmo di sabbia e di torba, che deve essere collocato in un luogo sufficientemente luminoso ma non a esposizione diretta con i raggi del sole. Le talee vanno monitorate fino alla comparsa delle nuove foglie. A questo punto, le piantine ottenute possono essere messe a dimora indifferentemente o in vaso o in piena terra.
Parassiti e malattie del calocephalus
Le piante di calocephalus brownii possono essere interessate da diverse problematiche. Nello specifico: dall’oidio, dal marciume radicale e dagli afidi.
L’oidio, detto anche mal bianco o albugine, è una malattia trofica delle piante causata da funghi Ascomycota. Attacchi gravi possono aprire la strada al disseccamento degli organi colpiti, al deperimento della pianta fino a giungere, nella peggiore delle circostanze, a un esito letale con la morte dell’intero arbusto.
Il fenomeno del marciume radicale si produce generalmente nei casi in cui il terreno che ospita il calocephalus brownii non è drenato a sufficienza e si vengono di conseguenza a creare dei ristagni idrici.
Gli afidi sono invece insetti che provocano svariate conseguenze sulle piante. Oltre a danni diretti con la sottrazione della linfa e con l’emissione di saliva che causa alterazioni fisiologiche, gli afidi producono gravi effetti indiretti. Gli insetti sono infatti capaci di trasmettere numerosi virus, nutrendosi di piante infette in precedenza e passando poi la problematica a quelle sane.
In presenza di qualsiasi sintomo che può essere segnale di problemi correlati a parassiti o a malattie è fondamentale intervenire in tempi rapidi. In commercio esistono svariati prodotti specifici che consentono di agire su parassiti e malattie tutelando così il calocephalus brownii da una possibile morte.
Immagine di copertina: Krzysztof Ziarnek, Kenraiz, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons