Callistemone: come coltivare la pianta in modo ideale
Callistemone, dall’Australia, una pianta dall’aspetto originale ed esotico ma che ha saputo ben adattarsi al nostro clima. Così, l’abbiamo ben accolta nei giardini del Paese del sole. Ne esistono una trentina di specie, non tutte sono a loro agio in Europa, crescono lentamente ma danno comunque soddisfazione e non pretendono un pollice verde super esperto, basta poco perché producano il loro fiore rosso fuoco e bizzarro.
Callistemone: la pianta
Il calistemon è una pianta arbustiva adatta alle zone costiere. La sua coltivazione è semplice e può avvenire sia in vaso, sia in piena terra. Si fa coltivare per la sua originale fioritura rossa a forma di scovolino.
La pianta deve il suo nome proprio ai suoi fiori: callistemon deriva dal greco kalos, letteralmente “bello” e stemon che significa “Stami”. Le foglie sono di colore verde chiare e differiscono di forma tra una specie e l’altra.
Il callistemon è sensibile al freddo e resistente alla salsedine, tanto che può essere annoverato tra le piante da coltivare nel giardino di una casa in prossimità del mare (piante per la casa al mare). Questa pianta sembrerebbe originaria dell’Australia, della Nuova Zelanza e della Tasmania; appartiene alla famiglia delle Myrtaceae e si adatta bene al clima costiero del nostro paese.
Le specie più coltivate in Italia sono due:
- Callistemon linearis
- Callistemon viminalis
Nelle due immagini presenti in questa pagina si possono notare le differenti fioriture del callistemon linearis e viminalis. Nella foto in alto è mostrata la fioritura del callistemon viminalis mentre nella foto in basso si nota la fioritura del callistemon linearis.
Il nome viminalis deriva dalla parola latina vimen che significa proprio “vimini” o “ramoscello flessibile”, questo termine fa riferimento alla forte flessibilità dei rami di questa specie. Il callistemon linearis presenta foglie più strette, appunto, “lineari”, le foglie si presentano piuttosto rigide.
Callistemone: fioritura
I fiori dei callistemon sono il classico esempio di fiori in cui i petali sono un optional. Esatto, perché a spiccare, a risultare i protagonisti assoluti della scena, sono gli stami, lunghi lunghi e riuniti in una sorta di fitto mazzetto. I petali, invece, sono di dimensioni ridotte e sembrano assecondare gli stami e il loro egocentrismo con molta serenità.
Così fatti, i fiori sono poi anche riuniti in lunghe spighe. Tutte queste particolarità non fanno che rendere il Callistemone una pianta da acquistare per avere una presenza originale e fuori dalle righe senza troppo penare.
Callistemon, coltivazione in vaso e in terra
Come premesso questa pianta si può coltivare facilmente, sia in vaso che in piena terra. Chi abita al nord è costretto a coltivare callistemone in vaso per spostare il contenitore in posizione riparata durante l’inverno.
La pianta sempreverde necessita una posizione soleggiata. Un terreno sciolto e ben drenato con reazione tendenzialmente acida.
Quando coltivare il callistemone?
Il callistemone (anche noto come malaleuca) si può coltivare in primavera, idealmente tra aprile e maggio.
Come si mette a dimora?
Vi basterà scavare una buca profonda 30 – 40 cm, o comunque il tanto che basta per incorporare le radici e il panetto di terra della pianta appena acquistata e uno strato di materia organica. Sul fondo della buca, infatti, bisognerà predisporre uno strato di concime organico così da favorire lo sviluppo della pianta.
In piena terra, il callistemone può raggiungere un’altezza compresa tra i 2 – 3 metri. Con la coltivazione in vaso lo sviluppo è più contenuto tanto che la pianta è coltivata con allevamento ad alberello.
Irrigazione e concimazione
In estate bisognerà provvedere a irrigazioni abbondanti e profonde ma tra un irrigazione e l’altra bisognerà attendere che il terreno sia asciutto.
Per migliorare l’aspetto di fiori e foglie, potete somministrare un concime granulare a lenta cessione. Somministrate ogni 15 – 20 giorni dall’inizio della primavera fino all’estate inoltrata.
Potatura
Per la coltivazione in vaso bisognerà eseguire potature contenitive. Chi coltiva in pieno campo potrà lasciare prosperare la pianta potandola solo a inizio autunno.
E’ necessario, infatti, recidere i rami che hanno fiorito asportando tutte le infiorescenze ormai secche.
Nota bene: le specie Callistemon linearis e Callistemon viminalis sono quelle che più si adattano al clima nostrano ma nonostante questo, non possono essere coltivate nel settentrione d’Italia e in zone dove le temperature scendono al di sotto dei 6 °C.
Callistemone Citrinus
Il Callistemon citrinus è una delle tre specie più comuni in Italia, si presenta come un arbusto sempreverde alto al massimo 3 metri e con fiori che sembrano quasi dei grandi aghi rossi, per semplificare. Poi li osserveremo meglio. Questa pianta tropicale non ama gli inverni troppo rigidi e ha bisogno di annaffiature frequenti, soprattutto in estate, può essere attaccata da parassiti o funghi, è meglio tenerla monitorata.
Callistemone Laevis
Quasi a pari merito con il Citrinus, anche il Callistemone Laevis è ben presente nella nostra penisola, sempre come arbusto. Ha rami arcuati che si ornano in primavera con foglie verde scuro dalla forma lanceolata e, più avanti, di fiori color rosso brillante. In questa come nelle altre specie di Callistemone, che siano a loro agio in Italia o meno, i fiori sono raccolti in spighe lunghe fino a 15 cm.
Callistemone Viminali
Terza e ultima specie che possiamo etichettare come “integrata” anche nel nostro Paese, questa viminali mostra foglie dalla forma lineare, sempre color verde scuro, rassomiglianti al tatto a quelle del papiro. I fiori sono rossi come d’abitudine ma possiamo anche essere fortunati e veder spuntare spighe con infiorescenze in giallo, arancio, bianco o rosa invece che colore rosso fuoco
Callistemone Rigidus
Poco diffusa in Italia, questa specie di C. è comunque ben meritevole di spazio, come si vede dalla foto, non si distingue in modo evidente dalle altre sorelle.
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Pubblicato da Marta Abbà il 20 Luglio 2020