Calla selvatica: coltivazione e proprietà
Calla selvatica, pianta appartenente alla famiglia delle Araceae, è “tecnicamente” composta da un fusto sotterraneo, detto rizoma, che emette radici e fusti. E’ tanto semplice da coltivare ottenendo buoni risultati, che si traducono in fiori e foglie variopinti e rigogliosi, che è quasi impossibile non ospitare questa specie nel nostro angolo verde. Oltre a fiori e foglie, produce anche delle bacche dai colori vivaci.
Calla selvatica: il fiore
Di colore bianco tendente al giallognolo, i fiori della assomigliano molto a quelli della sorellastra domestica. Spuntano in primavera, non certo a sorpresa, ma sanno sorprendere con la loro estrema bellezza. Lasciano dopo circa un mese spazio ai primi frutti, delle vere e proprie bacche color rosso-arancio quando del tutto mature. Il nome scientifico della Calla selvatica è Arum italicum.
Italicum perché molto diffusa nel nostro paese, invece Arum per una ragione meno ovvia. Arum infatti deriva dal greco, da “aron”, che significa calore e lo si è associato alla Calla selvatica perché emette calore durante il periodo della fioritura. Altri nome di questa pianta comuni in alcune zone d’Italia son anche Pan di serpe, Gigaro chiaro, Giaro e Erba biscia.
Calla selvatica: foto
Se dovessimo descrivere la Calla selvatica così come appare, ad esempio in foto, diremmo che si tratta di un simpatico cespuglietto di foglie venate di bianco che si trova bene, anzi, ottimamente, nei terreni ricchi di humus.
Calla selvatica: coltivazione
Come il nome stesso della Calla, “selvatica”, appunto, fa intuire, questa pianta nasce allo stato spontaneo e se la cava da sola tranquillamente ma se vogliamo possiamo coltivarla. Cerchiamo di riservarle una zona ombreggiata nel nostro giardino, preparandole una buca profonda, circa 10 centimetri con un terreno ricco di materie organiche.
Una volta sistemata, in modo che sia ben dritta, si può ricoprire il tubero con terriccio ben compatto e procedere con una annaffiatura rapida. Durante l’inverno non è necessario stare a coprire la pianta e a preoccuparsi delle rigide temperature della stagione, le sopporta senza risentirne, invece in primavera e in estate va annaffiata bene. Bene non vuol dire spesso ma nella giusta misura.
La Calla selvatica infatti preferisce stare in un terreno umido senza ricevere troppo liquido addosso, in inverno stop alle innaffiature perché sa badare da sola a soddisfare al suo fabbisogno idrico. E’ selvatica di nome e di fatto.
Calla selvatica: proprietà
In passato questa pianta era spesso usata anche in medicina, non solo nei giardini, per la sua proprietà di eliminazione dei parassiti intestinali, con lo stesso scopo la troviamo tuttora utilizzata in erboristeria e nelle pratiche di medicina omeopatica. Oggi non più,spero, ma anni e anni fa la Calla selvatica era considerata anche una pianta magica, in grado di allontanare e scoraggiare gli spiriti maligni e di proteggere soprattutto i neonati.
Lasciando perdere queste ormai smentite credenze, va ricordato che la Calla selvatica è una pianta velenosa. Se si mangiano i frutti, risultano tossici, se si toccano foglie e fiori, essi possono causa dermatiti ed irritazioni fastidiose.
Calla selvatica: foglie e infiorescenza
Abbiamo parlato dei fiori ma anche le foglie meritano due parole e con esse anche i frutti. Alta non oltre 80 cm la Calla selvatica è composta da una sorta di colonna centrale da cui spunta il fiore e che è accerchiata dalle foglie, di un colore verde intenso molto interessante per le sue venature biancastre e la lucida superficie. Il frutto della Calla selvatica è una bacca, ne produce tante assieme che si raggruppano in pannocchie e saltano all’occhio per il rosso intenso quando sono mature.
Calla selvatica: habitat
Anche le piante selvatiche hanno le loro preferenze quando ad habitat e quello ideale della nostra Calla sono i boschi, meglio ancora se vicini o attraversati da fiumi. Non deve per forza stare alla luce, quindi, ma cresce serenamente e spontaneamente anche in sua completa assenza o in aree dove regna la “semi-ombra”.
Nel nostro Paese tra Puglia e Sardegna si possono contare almeno 4 o 5 specie di Calla selvatica spontanea, in totale il genere ne vanta circa trenta, nessuna cresce oltre i 1000 metri di altitudine.
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Pubblicato da Marta Abbà il 12 Luglio 2016