In automatico noi seguiamo quello gregoriano, lasciamo che decida lui i nostri ritmi, le nostre vacanze e anche l’emozionante momento in cui cambia l’anno e magicamente ci sentiamo tutti in grado di fissare e raggiungere nuovi obiettivi, pronti a cambiare abitudini e vizi, ad adottare un nuovo stile di vita magari più sostenibile, visto l’andazzo. Non ci si chiede spesso quali calendari nel mondo sono in vigore e quando festeggiano le altre popolazioni che non hanno il nostro stesso riferimento.
Aprire gli occhi e guardarsi attorno è un ottimo modo anche per trovare nuove occasioni per festeggiare nuovi cambi di anno, fissare nuovi propositi, brindare. Osservando i vari calendari nel mondo si nota come ciascuna cultura ha i propri riferimenti e in base ad essi scandisce il tempo. Alcuni sono eredità di secoli se non di millenni e restano legati a concetti che oggi avrebbero meno importanza ma che si è deciso di tenere per convenzione e comodità. La maggior parte dei calendari si basa sul moto del Sole e sulla presenza della Luna.
Calendari solari o lunisolari
Quando un calendario segue la Luna, si va incontro ad un problema perché il mese lunare è più corto. Cosa comporta? Che si hanno circa 11 giorni in meno ogni anno rispetto all’anno solare. In questo modo le stagioni slittano e non si avrebbe più corrispondenza tra mesi e stagioni, agosto potrebbe essere in inverno e poi qualche anno dopo in estate, un bel guaio per noi che siamo abituati a ragionare in un certo schematico modo, con la vita dettata ancora scandita dalle stagioni, nonostante la tanta tecnologia che la contraddistingue.
È questo il motivo per cui la maggior parte dei calendari sono solari o al massimo lunisolari. In questo ultimo caso seguono le fasi della Luna fedelmente ma poi prevedono un mese aggiuntivo che serve per rimanere al passo con l’anno solare e le sue stagioni. Anche i calendari solari hanno bisogno di un aggiustamento, con gli anni bisestili, visto che la Terra impiega per fare un giro intorno al Sole esattamente 365,24219 giorni.
Calendario gregoriano
Prima di andare a conoscere gli altri calendari nel mondo in vigore, diamo un’occhiata a quello che stiamo seguendo da quando siamo nati forse pensando che sia l’unico. Introdotto nel 1582 da papa Gregorio XIII, ecco perché questo nome, il calendario prevede degli interventi che sistemano i conteggi rispetto a quello giuliano usato in precedenza, in modo che tutto scorra liscio e sia facile da capire e memorizzare. Con il meccanismo degli anni bisestili, uno ogni 4 tranne i multipli di 100, ci allineiamo al ciclo solare e le stagioni restano nei mesi in cui siamo abituati a viverle. Tutto scorrerà liscio fino al 4905 quando saremo avanti di un giorno esatto rispetto all’anno solare.
Calendari nel mondo: ebraico
Questo è un esempio del calendario lunisolare di cui abbiamo parlato. Si è cominciato ad usarlo poco prima della nascita di Cristo, inizialmente con dei mesi che variavano a seconda del comportamento della Luna. Un po’ ostico da usare così volubile, allora con il tempo è stato organizzato in modo più preciso e prevedibile. Gli anni nel calendario ebraico sono a gruppi di 19 e hanno 12 o 13 mesi con un numero di giorni che varia tra 29 e 30. Seguendo questo calendario è necessario ricordare che 5779 anni fa ci fu il cosiddetto Anno Mundi, in cui fu creato il mondo.
Calendari nel mondo: islamico
Stavolta ci troviamo ad avere a che fare con un puro calendario lunare, creato ed entrato in vigore precisamente il 16 luglio 622 del calendario giuliano, non certo una data a caso ma quella che segna l’abbandono della Mecca da parte di Maometto. Si chiama il giorno dell’Egira.
Con 12 mesi da 29 o 30 giorni, l’anno arriva ad averne 354 o 355, ci sono quindi degli anni bisestili ma non si adegua all’anno solare per cui ricorrenze come quella del Ramadan non hanno una loro stagione bensì slittano. Tra le popolazioni islamiche ce ne sono alcune che seguono però altri calendari, per tradizione, ad esempio quello persiano adottato sia in Iran che in Afghanistan.
Calendari nel mondo: cinese
È da un po’ di anni che anche in Italia, soprattutto nelle grandi città, grazie alla globalizzazione, si festeggia il capodanno cinese. Nulla a che vedere con ciò che viene organizzato nel Paese ma per lo meno ci viene ricordata la ricorrenza.
Questo calendario è lunisolare come quello ebraico e ci assomiglia parecchio. Gli anni possono avere 12 o 13 mesi, sono riuniti in cicli di 60. Nel tempo questo calendario ha subito varie modifiche che hanno dato luogo a più versioni dello stesso calendario. Prima i cicli avevano come riferimento gli imperatori, oggi non piú e possiamo segnarci in agenda che il 24 gennaio termina l’anno corrente cinese, quello del maiale.
Altri Calendari nel mondo
Non sono certo terminati qui i calendari che nel mondo scandiscono le giornate di miliardi di persone e in alcune tradizioni ne esistono diverse varianti dello stesso, tanto per complicare le cose. Questo fa capire come è importante il tempo e come anche in passato l’idea di organizzarlo, con la speranza vana di governarlo, era molto sentita.
Nella cultura induista ci sono ben tre principali calendari a cui vanno ad aggiungere le varianti regionali che spesso mescolano informazioni e regole che dovrebbero essere esclusive, con un risultato piuttosto caotico. Giorni lunari e solari, mesi solari e lunari, osservazione di Luna, Sole e pianeti vari, tutto da incastrare in un solo calendario. Se andiamo a vedere il calendario ufficiale indiano, seguito da molti induisti, siamo attorno all’anno 1940 ora. Dai calendari induisti deriva il calendario buddhista che però ha come anno zero quello in cui Buddha è morto. Cambiamo ora zona e andiamo a scoprire come e stato costruito il calendario copto.
Qui i mesi sono 13, di cui 12 di 30 giorni, e il conto degli anni parte da quando Diocleziano divenne imperatore romano, troviamo anche quello etiope, solare e lunisolare, e quello rivoluzionario sovietico, a volte citato per via della “rivoluzione d’ottobre”, avvenuta però a novembre. Anche la rivoluzione francese ci ha lasciato un suo calendario adottato nell’anno 1792 con 12 mesi da 30 giorni, settimane da 10 giorni e cinque o sei giorni extra alla fine di ogni anno. Non proprio facile da gestire. Entrò in vigore per la precisione il 22 settembre 1792, giorno di proclamazione della Repubblica francese.
Oggi quando si studia questo periodo se ne ricordano i mesi, ribattezzati come vendemmiaio, brumaio, frimaio, nevoso, piovoso, ventoso, germinale, fiorile, pratile, messidoro, termidoro e fruttidoro. Terminiamo con un virtuoso ma incompreso tentativo di creare un calendario Mondiale, sistemando quello gregoriano, risalente al 1930. Elisabeth Achelis pensò sarebbe stato utile avere un calendario sempre identico, senza bisestili, e propose di avere anni di 12 mesi da 30 o 31 giorni, con ma due giorni “extra”, contraddistinti da una lettera e non da un numero. Questi giorni sono indicati come W che sta per Worldsday, giorno del mondo.