Caco mela: valori nutrizionali e coltivazione
Caco mela e caco ‘normale’: qual’è la differenza? Più che negli aspetti botanici, la caratteristica del caco mela è che lo si può mangiare subito appena colto, anche a consistenza dura, affettandolo con il coltello come si fa con le mele. Anche la forma un po’ appiattita e quadrata ricorda quella di certe mele, le renette in particolare.
Rispetto ai cachi delle varietà più tradizionali, il caco mela non richiede l’ammezzimento – cioè la maturazione in cassetta dopo la raccolta – visto il basso contenuto di tannini anche quando è immaturo: lo si può addentare appena colto dall’albero e risulta dolce e croccante. Ovviamente lo si può anche ‘ammezzire’, dipende dai gusti, ma non è necessario.
Viceversa, il caco normale contiene tannini che da acerbo lo fanno considerare non commestibile perché astringente e amaro, allappante al palato. Se colto immaturo va fatto maturare, tipicamente in cassette assieme alle mele senza sovrapporre i frutti per non schiacciarli. Questo perché le mele nella buccia contengono etilene, una sostanza che agisce da accelerante della maturazione naturale.
Il caco mela o cacomela o caki mela è una varietà della specie botanica Diospyros kaki, a cui appartengono anche le numerose varietà tradizionali. Le varietà di caco mela di maggiore interesse commerciale sono quattro: Fuyu, Hana Fuyu, O’Gosho e Jiro.
Caco mela Fuyu. Il frutto arriva a 200 grammi, dunque di pezzatura grossa, con forma sferoidale appiattita. La buccia è giallo arancio e la polpa gialla. L’albero ha portamento piramidale e normalmente la produttività è elevata. Raccolta: dal 10 novembre.
Caco mela Hana Fuyu. Il frutto è di pezzatura grossa o molto grossa, mediamente attorno ai 220 grammi, di colore giallo aranciato nella buccia e arancio nella polpa. La forma tende al quadrangolare, stondata e un po’ appiattita. L’albero è rustico e la produttività medio elevata. Raccolta: dal 20 ottobre.
Caco mela O’Gosho. Il frutto, di pezzatura medio-grossa vicino ai 200 grammi, è conosciuto per morbidezza e la bontà della polpa di colore aranciato. La buccia è arancio intenso e la forma tondeggiante, appiattita, tendente al quadrangolare. L’albero ha un portamento slanciato verso l’alto e la produttività elevata, anche se tendente all’alternanza. Raccolta: inizio novembre.
Caco mela Jiro. Il frutto è di pezzatura media attorno ai 170 grammi e anche in questo caso ha un ottimo sapore. Forma appiattita e quadrangolare, la buccia è di colore giallo aranciato e la polpa gialla. L’albero ha un buon vigore e la produttività è elevata.
Altre varietà di caco mela non astringenti più o meno diffuse sono la Vaniglia, la Cioccolatino (detta così per il colore tendente al marrone della polpa e il sentore di cacao), la Brazzale, la Shogatsu (con I pomi color verde muschio che poi diventa arancione) e la Kaki. Quest’ultima è la varietà di caco mela più diffusa in Italia, con frutti dalla polpa arancione a puntini scuri (a frutti non fecondati) o bronzea (frutti fecondati).
Caco mela: proprietà
Il caco mela si consuma fresco come frutta, oppure in confettura o in salsa dolce nei dessert. Ci si può fare il gelato e si può anche essiccare, tagliato a lamelle come la frutta disidratata. Il gusto del caco fresco in genere si abbina molto bene al cioccolato e al cacao, soprattutto quello fondente che bilancia la dolcezza del frutto.
Nel caso del caco mela, l’assenza di caratteristiche astringenti dovute alla naturale mancanza di tannini rendono il frutto adatto al consumo anche quando non è perfettamente maturo e molle, come fosse una mela. Il consumo fresco è più favorevole se l’autunno è caldo e non troppo piovoso perché la temperatura e l’asciutto aumentano il grado zuccherino.
Come tutti i frutti tardivi, anche il caco mela è un alimento molto energetico. Il contenuto di ‘energia’ però aumenta in proporzione al grado zuccherino, il quale dipende come dicevamo dal grado di maturazione, dalla piovosità e dalla temperatura in fase di maturazione. Il caco mela consumato a consistenza dura è meno zuccherino di quello ‘ammezzito’ e del caco ‘normale’ consumato molle. Con una porzione media di caco mela (100-200 grammi) si assumono circa 65-130 kilocalorie.
Caco mela: benefici
Il consumo di un caco mela equivale a una scorta di zuccheri semplici, soprattutto fruttosio, che rappresentano il 16% del peso totale del frutto. Proteine a basso valore biologico (mediamente 0.6 grammi su 100 grammi di prodotto) e lipidi in prevalenza insaturi (0,3 grammi) hanno una funzione marginale. Le fibre sono abbondanti e il colesterolo assente. Il contenuto di sali minerali non è significativo, fatta eccezione per il potassio che è molto presente in tutti i frutti tardivi. Sul fronte vitamine, abbondano la provitamina A e la provitamina C.
Caco mela: controindicazioni
Il caco mela si sposa bene con tutti i regimi nutrizionali, con una sola avvertenza: l’alto potere calorico legato al contenuto zuccherino ne consigliano un uso limitato a chi è in sovrappeso, iperglicemia o soffre di diabete mellito tipo 2 e ipertrigliceridemia.
Il caco mela non contiene lattosio e glutine, il che lo rende ben tollerato dai celiaci e dalle persone che non hanno l’enzima intestinale lattasi. Via libera al consume per i genetariani, i vegani, i crudisti e nessuna controindicazione che sia nota nelle alimentazioni religiose.
Caco mela: coltivazione
Il caco è un albero abbastanza facile da coltivare perché non richiede cure particolari, tuttavia il buon raccolto dipende molto dalle attenzioni che sapremo dedicare alla pianta. Esistono differenze anche marcate tra le diverse varietà e tra il caco ‘normale’ e il caco mela. Di caco mela esistono alcune varietà che producono soltanto frutti derivanti da impollinazione, mentre in altre varietà i frutti non impollinati cadono ancora piccolo prima della maturazione.
La cascola dei frutti non è infrequente nel caco e nel caco mela. Il problema può avere diverse cause: stress colturali dovuti alla carenza di macroelementi o all’eccesso di microelementi (boro e sodio soprattutto); carenza o eccesso di acqua; correnti d’aria fredda. Nel caso, vanno analizzate tutte queste situazioni e cercato il rimedio idoneo.
Per prevenire la cascola è utile concimare l’albero con dello stallatico in autunno, interrando il concime al piede della pianta. Per la concimazione del caco mela sono ottime la cornunghia e la farina d’ossa, da incorporare nella quantità di 200 grammi circa al piede. L’albero non deve trovarsi in una zona troppo umida del giardino e, nel caso, occorre abbassare il livello di umidità. Altrettanto utile è favorire l’impollinazione del caco mela, per esempio piantando vicino un albero di una varietà impollinatrice.
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Per la messa a dimora va bene qualsiasi terreno perché il caco mela non è un albero troppo esigente. Sono però da evitare le posizioni troppo umide e i terreni che trattengono l’acqua: un buon drenaggio è molto importante. Per avere il meglio dal caco mela ci vuole poi un suolo argilloso e privo di salinità, povero in particolare di sodio e boro. Il caco mela, albero campagnolo, non ama il mare e le zone costiere.
Il caco mela si mette a dimora in primavera. In commercio si trovano di solito alberelli di due anni pronti da piantare, ma devono essere acquistati in vaso o in contenitore e non a radice nuda o con il solo pane di terra. Le radici infatti sono delicate e perdere o danneggiare uno dei fittoni (3-4 di solito) può compromettere lo sviluppo dell’albero. La buca va scavata fonda 50 cm circa e riempita con il terreno di scavo addizionato di concime a lenta cessione, cornunghia o farina d’ossa. Il colletto deve stare a 3-4 cm dal suolo e l’alberello va sostenuto con un tutore infilato nella terra accanto al tronco senza danneggiare le radici.
Il caco mela cresce libero e da adulto non necessita di interventi di potatura. È invece utile intervenire sulle piante giovani con una buona potatura di formazione che orienterà lo sviluppo della pianta. Le forme più comuni sono quella a piramide, a palmetto e a vaso capovolto. Bisogna fare in modo che ci siano 3-4 branche principali ugualmente robuste orientate in direzioni differenti. Gli interventi di potatura sulle piante adulte possono essere fatti per incoraggiare la ramificazione secondaria.
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Pubblicato da Michele Ciceri il 17 Novembre 2015