Bruco defogliatore: come curo il mio bosso

Bruco defogliatore del bosso
La mia siepe di bosso dopo un anno dal primo attacco del bruco defogliatore

Se la vostra siepe di bosso è attaccata dal bruco defogliatore non fatevi prendere dal panico e soprattutto non perdete la speranza. Il danno non è irrimediabile e la pianta può tornare come prima. Però dovete intervenire presto perché questo lepidottero che si nutre delle foglie di bosso (e solo di quelle) è molto resistente e non se va da solo.

Personalmente con il cydalima perspectalis, o piralide del bosso, o più comunemente bruco defogliatore del bosso (ma esistono altri sinomini ancora) ci combatto da oltre un anno (da inizio estate 2013) e periodicamente aggiorno IdeeGreen sull’andamento della mia battaglia, che ha avuto esito favorevole ma che non è terminata perché ho verificato che sono possibili ‘ricadute’.

Immaginando che chi legge abbia problemi con il bruco del bosso e stia cercando delle dritte, arrivo al punto e dico subito i prodotti di cui mi sono servito per debellare con successo l’infestazione. Come contrastante, su consiglio iniziale di un fitopatologo, ho usato un prodotto a base di deltametrina (ce ne sono alcuni in commercio, di cui non cito le marche) e come supporto un fertilizzante a base azotata.

Nel mio caso l’infestazione del bruco defogliatore ha riguardato in modo ‘pesante’ una siepe antica (siamo in provincia di Verbania a 900 mt slm) perfettamente sana prima dell’attacco e abbastanza estesa in metri lineari. Per questo, preso anche  dal panico, ho chiesto il pronto intervento a un giardiniere. Dal secondo trattamento in avanti mi sono arrangiato da solo con la deltametrina acquistata in negozio e un comune spruzzatore, seguendo le istruzioni e tutte le precauzioni del caso anche per la mia salute (quando si lavora con gli insetticidi bisogna stare attenti!). Ecco per punti cosa ho verificato e fatto di persona:

  • Un solo trattamento non basta. A quindici giorni di distanza dal primo intervento con la deltrametrina eseguito dal giardiniere (agosto 2013) il bruco defogliatore era ancora presente. Le tipiche ragnatele erano ‘quasi’ scomparse ma nella siepe (intendo la parte non defogliata) ho trovato ancora alcune larve attive.
  • Ho praticato di persona un secondo intervento a 15 giorni di distanza dal primo e un terzo a un mese dal secondo, sempre rispettando le dosi consigliate e senza mai esagerare. Solo a questo punto ho constatato che la siepe era completamente ‘libera’, anche se completamente defogliata in alcuni punti.
  • Durante la disinfestazione ho supportato la siepe di bosso con un fertilizzante ricco di azoto per aiutare la rigenerazione delle foglie. Francamente non so dire se questo aiuto ricostituente sia servito e quanto (‘ricostituente’ è una parola inventata dal marketing) ma visto il risultato probabilmente è stato utile.
  • Nei mesi seguenti, autunno e inverno, la mia siepe di bosso ha dato segni di ripresa. Il bruco defogliatore mangia le foglie ma non danneggia le radici e non infetta l’apparato linfatico. La pianta certamente può morire ma solo se resta troppo tempo senza foglie. Si tratta in pratica di una morte per asfissia-mancanza d’aria. La tempestività delle cure è fondamentale.
  • Tra la fine dell’inverno e l’inizio primavera del 2014 (marzo) il bruco defogliatore è ricomparso e stava già ricominciando a defogliare. Tutto come prima: bozzoli visibili e larve nero-verdi ben presenti. L’unica differenza è che questa volta me ne sono accorto prima.
  • Credo che il mite inverno 2013-2014 abbia favorito la piralide del bosso, fatto sta che ho ricominciato i trattamenti con la deltametrina. Uno al mese fino a giugno, sempre con cautela e proteggendomi. Ammetto che l’ultimo trattamento, quello di giugno, è stato più che altro cautelativo e su una siepe che sembrava già libera, ma fino a maggio ho trovato tracce di larve.
  • La siepe di bosso si è ripresa bene e nel corso della primavera-estate 2014 è tornata rigogliosa, anche senza il supporto di fertilizzante azotato. In alcuni punti dove l’attacco è stato più feroce sono rimaste tracce consistenti in zone secche (parlo a un anno di distanza!) che piano piano sto cercando di eliminare con la potatura.
  • Ho l’impressione di aver vinto la battaglia contro il bruco defogliatore del bosso perché la siepe si è salvata ed è tornata sana, ma che fatica! Credo che il fattore di successo della terapia sia stata l’attenzione-monitoraggio costante e il tempestivo intervento al primo segnale di ricaduta.
  • La guardia deve restare alta perché sono sicuro che il bruco defogliatore si può ripresentare anche su siepi già trattate in precedenza. Dalle notizie che leggo in questa estate 2014 si sono registrati attacchi massicci soprattutto in Veneto ed Emilia Romagna. Il primo caso di infestazione segnato in Italia risale al 2011 sul lago di Como, dopo di che le aree più colpite sono state Lombardia e Piemonte in particolare nelle zone dei laghi.

Non sono un estimatore degli insetticidi sintetici, anzi li detesto proprio e non li uso mai preferendo sistemi naturali. Però quando ho visto la mia siepe seccare non ho avuto alternative per il ‘primo soccorso’ e credo che se non avessi usato la deltametrina (o la cipermetrina che è simile) l’avrei persa. Ora, superata la paura e inquadrata meglio la minaccia, mi sto orientando verso rimedi naturali al bruco defogliatore del bosso.

Ho avuto conferma che il  Bacillus Thuringiensis può essere impiegato nella lotta biologica alla piralide del bosso, nelle varietà Kurstaki e Aizawai (meglio quest’ultima). Il Bacillus Thuringiensis, che è un batterio sporigeno abitante naturale del terreno, è conosciuto e impiegato da tempo in agricoltura biologica. Lo si trova nei negozi specializzati (esistono diverse varietà e formulazioni) e si applica per irrorazione sulle foglie. Debella i lepidotteri come il bruco defogliatore (ma anche i ditteri) paralizzandone l’apparato digerente, ma non infastidisce api e altri insetti.

Bacillus thuringiensis Aizawai da 500 gr

Per una conoscenza aggiornata e approfondita del Bacillus Thuringiensis consiglio il testo scaricabile in formato Kindle Bacillus thuringiensis Biotechnology (il volume cartaceo è prenotabile ma sarà disponibile su Amazon solo da ottobre 2014).

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