Brezza di mare: come si forma e come funziona
La brezza di mare è un fenomeno che non tutti hanno la fortuna di conoscere visto che non tutti vivono nelle vicinanze della cosa. E’ vero che può raggiungere anche delle zona interne ma con certi limiti di distanza.
Prima di parlare della brezza di mare in sé scoprendone le principali caratteristiche, capiremo cosa significa parlare di brezza perché sembra una parola di uso comune, sinonimo di vento, ma in verità è un nome per indicare una specifica tipologia di aria che tira
Brezza: definizione
Per brezza si intende un vento periodico proprio come lo sono i più famosi monsoni che si scatenano in una certa parte del mondo causando a volte anche disastri. Ecco, la brezza non ne fa di così poderosi anche se si nota quando c’è. Solitamente spira dal mare alla terra oppure viceversa e la cosa curiosa e surreale è che cambia il verso ogni dodici ore come se in cielo ci fosse un timer o un interruttore. A volte la natura è davvero straordinaria e ci ricorda i meravigliosi meccanismi più grandi di noi che la regolano.
A tutto c’è una spiegazione però, anche se non sempre l’abbiamo già scoperta. Nel caso della brezza, e anche della brezza di mare, siamo riusciti a capire cosa c’è dietro a questo fenomeno. Esso si verifica a seguito del diverso riscaldamento delle due zone verso cui spira, quindi della zona di terra e della zona di mare, oppure nel caso della brezza di monte e di valle, di queste due zone. A ricalcare infine il meccanismo di brezza di mare e di terra, possiamo trovare anche la brezza di lago e di riva
Abbiamo paragonato la brezza di mare ai monsoni ma ci sono alcune differenze tra cui la più evidente è certamente la velocità di questi venti. Nel nostro caso non siamo in presenza di un vento violento ma di intensità debole e che ha una natura prettamente locale. Solitamente è compreso fra i gradi 2 e 3 della Scala di Beaufort, quindi con velocità comprese tra i 7 e i 20 km/h.
Brezza: come si forma
L’origine della brezza di mare è interessante da studiare ed è un fenomeno fisico – chimico molto semplice da comprendere. E’ necessario immaginarlo. Questo vento debole locale si forma quando ci troviamo in presenza di un campo di alta pressione, con assenza di masse d’aria in transito nell’atmosfera. Proprio questa situazione da luogo ad un vento periodico all’interno del ciclo diurno che la caratterizza e che può essere influenzato da mutamenti di pressione atmosferica innescati da differenze di temperatura.
Brezza di mare: come funziona
Noto il meccanismo che si nasconde dietro alla brezza in senso generale possiamo proseguire la scoperta di quello che da origine alla brezza di mare, vento diurno che spira nelle zone costiere dal mare verso terra. Abbiamo visto che è una questione di pressione ed infatti anche in questo caso tutto nasce da un minimo depressionario che si forma sopra la terraferma perché c’è una differenza tra i due calore specifici. Quello dell’acqua è maggiore rispetto a quello della terra ferma, ciò significa che il fluido marino si riscalda e si raffredda più lentamente rispetto al suolo che, a sua volta invece tende a cedere il calore all’aria con una maggiore velocità di scambio.
Cosa accade? Che durante il giorno il terreno si scalda e di conseguenza si scalda anche l’aria che gli sta sopra. Come sappiamo l’aria calda tende a spostarsi in alto e questo porta ad un abbassamento della pressione al livello della superficie terrestre. A questo punto l’aria che si trova sopra la superficie del mare, decisamente più fresca e che è in una zona a pressione maggiore ovviamente è naturale che si sposto verso la debole depressione generatasi sopra la terraferma. E lo spostamento dell’aria dal mare alla terra così indotto non è che vento debole, non è che la brezza di mare
Brezza di mare e di terra
Abbiamo visto che la brezza inverte la propria direzione ogni 12 ore scherzando all’idea di un timer in cielo. Effettivamente non c’è nessun timer e nessuna clessidra ma di fatto è vero che quando scende la notte la situazione si inverte e la direzione cambia. Il terreno con il suo calore specifico minore di quello dell’acqua, si raffredda più velocemente del mare e la zona di bassa pressione stavolta sviluppa quindi sopra l’acqua. Va da sé che ora l’aria si sposta dalla terra verso il mare, sempre in modo piuttosto debole, e possiamo parlare di brezza di terra. Con la brezza di lago e di riva il meccanismo è identico, anche se l’acqua non è salata, poco cambia.
Brezza di monte e di valle
Se abbiamo compreso il meccanismo della brezza di mare, possiamo comprendere bene anche ciò che avviene con la brezza di monte e di valle che segue però delle logiche differenti. Qui non c’è solo la temperatura di cui tener conto ma anche la conformazione del terreno che è alla base del fenomeno che osserviamo. All’alba il sole sfiora solo le cime dei monti e poi man mano anche le pendici che assorbono più calore rispetto al fondovalle. Ciò fa sì che l’aria calda risalga dai fianchi dei monti verso le cime e l’aria fredda a sua volta si sposi dal fondovalle salendo per sostituirla. Questo dà luogo a un movimento d’aria dalla valle (basso) verso la montagna (alto).
Anche in questo caso quando arriva la notte il meccanismo si inverte, e le aree che prima erano calde ora sono quelle che cedono calore diventano aria fredda, più pesante che scende verso valle anche per cause in parte convettive e gravitazionali. Possiamo riassumere dicendo che le brezze di valle spirano dal basso verso l’alto nelle ore diurne, le brezze di monte, che soffiano con moto discendente nelle ore notturne. Entrambe sono meno frequenti e regolari della brezza di mare o di lago.
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Pubblicato da Marta Abbà il 16 Marzo 2021