Borraccia biodegradabile
Da poco vi abbiamo presentato la borraccia in carta tutta italiana. Oggi vi presenteremo una nuova borraccia ecologica, questa volta progettata appositamente per la vita del ciclista. Si tratta di una borraccia biodegradabile da bicicletta così pedalare sarà ancora più green.
La borraccia è stata realizzata con plastiche biodegradabili Apinat. Ma cosa sono le bioplastiche Apinat? Lo spiega per noi il Dr. Marco Meneghetti, Bioplastics Product Manager di API S.p.A., l’azienda vicentina specializzata nella produzione di bioplastiche.
“I prodotti Apinat sono adatti sia alla realizzazione di applicazioni usa e getta che di beni durevoli e sono processabili con tutte le tecnologie normalmente usate per la lavorazione delle materie plastiche -e continua- si tratta dell’unica bioplastica morbida (SOFT) presente sul mercato: questo permette la realizzazione di prodotti finiti come suole per scarpe, cover per i-phone morbide, cannucce…” o come, in questo caso, una borraccia biodegradabile.
La borraccia biodegradabile è distribuita dall’azienda portoghese Polisport e può essere acquistata anche in Italia, in uno dei punti vendita autorizzati. La produzione della borraccia per bicicletta, ha visto l’utilizzo di bioplastiche Apinat, idonee al contatto con liquidi di origine alimentare, infatti, pur trattandosi di materiale biologico, cioè in grado di decomporsi in condizioni di compostaggio controllate, la boraccia garantisce sicurezza, durevolezza e resistenza.
Come spiega il Dr. Marco Menghetti alla redazione di idegreen.it: “L’Apinat è sempre biodegradabile e può derivare sia da fonte fossile che da materie prime rinnovabili di origine vegetale“. Nel caso della borraccia, la formulazione Apinat utilizzata è ricavata da materie prime rinnovabili, così da ridurre le emissioni di CO2 che provocano il gas serra.
L’azienda portoghese Polipot, grazie all’azienda italiana API S.p.A., ha già realizzato migliaia di borracce biodegradabili utilizzando i tradizionali impianti produttivi destinati alle plastiche convenzionali, infatti non è stata necessaria alcuna variazione impiantistica con la grossa differenza che le bioplastiche non danneggiano l’ambiente.
Pubblicato da Anna De Simone il 2 Aprile 2012