Bisogna essere bravi e avere tanta pazienza per leggere e capire la bolletta elettrica. Il documento con cui i vettori energetici ci presentano il conto dei consumi di energia elettrica ha l’aria di un qualcosa di scritto apposta per non essere compreso, e magari lo scopo è in parte questo perché se le varie Enel, Terna e via dicendo volessero farsi capire non scriverebbero così.
C’è però da dire che nella bolletta elettrica concorrono così tante voci e parametri che diventa davvero difficile ricostruire e presentare in modo trasparente il costo originario dell’energia, e questo non dipende dai vettori ma da norme a volte farraginose che si sono stratificate nel tempo (per la benzina e i carburanti non è tanto diverso).
Parlando di energia elettrica, il prezzo espresso in euro che troviamo indicato nella bolletta elettrica è dato dalla somma di 5 voci principali: vendita + trasporto + dispacciamento + oneri + imposte. Ciascuna voce è a sua volta influenzata da parametri variabili in funzione dei consumi, della fonte energetica e di altro ancora che insieme portano alla complessità di cui sopra. Limitiamoci alle voci principali.
Vendita. Questa voce rappresenta circa il 63% della bolletta elettrica e fotografa il valore dell’energia acquistata. Il prezzo delle vendita è variabile in base alla quotazione dei combustibili utilizzati per la produzione di energia elettrica. Ovviamente ogni vettore sceglie il paniere che ritiene più opportuno (e con le energie rinnovabili il paniere si è allargato) perciò gli indici non sono confrontabili. Nei contratti di fornitura i prezzi sono formulati in base alle fasce di consumo.
Trasporto. La voce trasporto pesa per circa il 9% sul totale della bolletta elettrica. A determinarla concorrono tre sotto-voci: trasmissione, misura e distribuzione. La trasmissione copre i costi per il trasporto dell’energia sulla rete nazionale; la misura copra i costi di installazione e manutenzione del contatore e i costi di rilevazione e registrazione delle misure; la distribuzione riguarda i costi per il trasporto sulle reti di distribuzione locali e le relative attività commerciali.
Dispacciamento. Corrisponde alla gestione dei flussi di trasmissione di energia sulla rete della domanda e dell’offerta perché l’energia elettrica, a differenza del gas, non può essere immagazzinata (non ancora almeno). La voce dispacciamento nella bolletta elettrica copre i costi che Terna sostiene per la gestione in tempo reale dei flussi di energia elettrica (costi pubblicati dalla delibera dell’Autorità per la gestione dell’Energia Elettrica ed il Gas (AEEG).
Oneri di sistema. Incidono per circa il 15% e costituiscono la parte più criptica della bolletta elettrica. Sono stabiliti dall’Autorità e riguardano cose diverse come: conto per il finanziamento delle attività nucleari residue; conto per nuovi impianti da fonti rinnovabili; conto per il finanziamento delle attività di ricerca; conto per la reintegrazione alle imprese produttrici e distributrici dei costi sostenuti per la produzione di energia nella transazione al libero mercato; conto per la compensazione delle agevolazioni tariffarie ai clienti del settore elettrico in stato di disagio… e altre cose ancora.
Imposte. Su questa voce della bolletta elettrica pesano l’imposta nazionale erariale di consumo (accisa) e l’imposta sul valore aggiunto (IVA). La prima si applica alla quantità di energia consumata: per i consumi domestici fino a 1800 kWh spetta un’agevolazione per la fornitura nell’abitazione di residenza anagrafica. L’IVA si applica haimé sul costo totale della bolletta (compresa l’accisa, tassa su tassa!). L’IVA per i clienti domestici è al 10%.