Bisfenolo A: dove si trova
Bisfenolo A, BPA se vogliamo chiamarlo con il suo nome abbreviato, è una molecola che gioca un ruolo fondamentale nella sintesi di alcune materie plastiche e di alcuni additivi. Noto anche come 2,2-bis (4-idrossifenil) propano, in ambienti più “specialistici”, è un composto organico con due gruppi fenolici vicinali, in un anno si stima che ne vengano prodotti 2–3 milioni di tonnellate. Si può quindi parlare di uno dei monomeri principali derivante dalla produzione del policarbonato.
Bisfenolo A: dove si trova
Nelle plastiche e nei suoi derivati troviamo grandi quantità e vasto uso di BPA, questo vale per prodotti anche che hanno 50 anni perché è da oltre mezzo secolo che questa molecola viene utilizzata in tal frangente.
Anche nella sintesi del poliestere svolge il suo ruolo e in quella dei polisulfonati e dei chetoni polieteri, può essere impiegato come antiossidante in alcuni plastificanti e come inibitore della polimerizzazione del PVC. Il Bisfenolo A è presente anche in modo importante nel processo che porta alla creazione di resine epossidiche e delle più comuni forme di policarbonato.
Bisfenolo A: biberon
Continuando a parlare di sostanze e materiali si corre il rischio di non comprendere in che modo nella nostra quotidianità possiamo entrare in contatto con il BPA e se questo può avere delle conseguenze gravi sulla nostra salute e su quella di chi amiamo.
Dico così perché il Bisfenolo A è nel policarbonato e il policarbonato, essendo infrangibile, viene usato spesso e volentieri per produrre biberon. Non solo, ma anche altri prodotti per bambini, bottiglie da cui beviamo acqua e bibite, attrezzature sportive.
L’area di impiego è ampia perché il policarbonato viene usato anche in dispositivi medici e odontoiatrici, nelle lenti per gli occhiali, in alcuni elettrodomestici, nei caschi di protezione e in alcuni tipi di otturazioni dentarie. E’ davvero un materiale molto diffuso per via della sua durezza e della sua resistenza, la sua presenza nei biberon è forse particolarmente “allarmante” perché va a mettere in pericolo esseri inconsapevoli e a molte più fragili di salute, con meno difese.
Bisfenolo A: endometriosi
Il bisfenolo A negli anni passati è stato indicato come un possibile fattore scatenante dell’endometriosi, malattia tipicamente femminile che si nei feti già nel pancione nel caso che durante la gravidanza la futura mamma venga a contatto con BPA. Questa malattia si chiama endometriosi perché interessa l’endometrio, ovvero il tessuto che riveste l’interno dell’utero.
Ci sono anche altri modi in cui il Bisfenolo A arriva a danneggiare il nostro organismo, ad esempio può alterare l’attività dell’apparato endocrino se il dosaggio è elevato, oppure inibire lo sviluppo neuronale nei feti a pochi minuti di distanza dall’assunzione. Ci sono studi in corso per comprendere se il BPA sia correlato allo sviluppo di numerose altre patologie riguardanti gli apparati riproduttori, della prostata e della mammella.
Secondo lo U.S. National Institute of Environmental Health Sciences l’esposizione al Bisfenolo A non comporta un effettivo rischio per la salute riproduttiva dell’adulto o per l’esito della gravidanza, se i livelli di presenza sono quelli ad oggi misurati. Restano ovviamente delle perplessità e molte preoccupazioni, e si prosegue nel tentativo di creare ed utilizzare dei materiali con le stesse apprezzate caratteristiche di quelli che oggi contengono Bisfenolo A, ma che ne siano privi.
Bisfenolo A: bottiglie di plastica
Come accennato, se da neonati si può scampare il rischio del biberon al BPA, il pericolo resta in agguato con le bottiglie di plastica che possono essere prodotte con questo composto. Ecco è presente nelle resine epossidiche usate come rivestimento interno nella maggior parte delle lattine per alimenti e bevande, è quindi difficile evitarlo del tutto ma cercare di limitarne la presenza nella nostra quotidianità non è una impresa impossibile.
Bisfenolo A: normativa
I sospetti sul Bisfenolo A risalgono agli anni trenta in cui già era stato compreso che poteva essere dannoso per l’uomo. Questo sospetto è diventato di dominio pubblico molto più tardi, quando il mondo era già saturo di oggetti che lo contenevano.
Nel 2008 sono stati effettuati degli studi in modo parallelo da vari Paesi, in merito alla sicurezza di questo composto a seguito dei quali alcuni venditori hanno tolto dal mercato i prodotti che ne contenevano. Il timore era anche quelli che il BPA potesse essere nocivo con la sua presenza in tracce nei cibi, cosa non comprovata.
Se vi è piaciuto questo articolo continuate a seguirmi anche su Twitter, Facebook, Google+, Instagram
Articoli correlati che possono interessarvi:
Pubblicato da Marta Abbà il 5 Gennaio 2018