Bioplastica, tutte le info
Bioplastica: definizione, vantaggi e svantaggi, tipi di bioplastiche e applicazioni. Oggetti in bioplastica, come si fa la bioplastica e analisi dei pro e dei contro.
Bioplastica, definizione
La bioplastica, secondo la definizione conferita dall’European Bioplastics, è un tipo di plastica derivata da materie prime rinnovabili come amido di mais, grano, latte o topica.
A chi è a caccia di una definizione più tecnica, possiamo dire che la bioplastica è un polimero a base biologica derivato dalla biomassa o prodotta a partire da monomeri a base organica.
La bioplastica si pone in contrapposizione alle plastiche derivate dalle risorse fossili.
La bioplastica ha la capacità di decomporsi nel giro di qualche mese, mentre la plastica tradizionale richiede millenni per degradarsi.
Attenzione!
Talvolta il termine bioplastica può essere forviante. Non tutte le bioplastiche sono necessariamente rispettose dell’ambiente. Vi sono alcune bioplastiche che, nel bilancio ambientale, non mostrato poi così tanti vantaggi rispetto alle plastiche di derivazione combustibile. Tutto dipende dal tipo di polimero organico impiegato, dalla sua origine e dal tipo di lavorazione richiesto.
Bottiglie biodegradabili
Sugli scaffali dei supermercati si sono ben diffuse le cosiddette Bio Bottle, si tratta di bottiglie in plastica biodegradabile.
Il ruolo degli imballaggi in bioplastica per il settore alimentare è di cruciale importanza, non solo per il rispetto ambientale ma anche per la sicurezza alimentare.
Gli alimenti che entrano a contatto con la plastica da fonte combustibile, finiscono per subire contaminazioni.
In particolare le bevande, col trascorrere del tempo, assorbono sostanze nocive dai materiali del confezionamento. Per capire l’impatto di questo fenomeno vi basterà pensare che per le acque minerali contenute in bottiglie di plastica PET, la data di scadenza non è tanto per la bevanda quanto per l’involucro plastico.
Oggetti in bioplastica
Packaging alimentare ma anche borracce, borse, cover per smartphone, tessuti, suole per scarpe e oggetti di impiego quotidiano: cinture, bottiglie, orologi, penne, bicchieri, cannucce, piatti e posate monouso.
Qualsiasi oggetto realizzato con le attuali plastiche sintetiche può essere riprodotto con bioplastiche che generalmente sono più rispettose dell’ambiente in termini energetici (durante la filiera produttiva) e sicuramente più sostenibili quando si parla di smaltimento.
Il settore delle bioplastiche è in piena espansione. Come premesso, tutti gli oggetti che si possono produrre con la plastica convenzione possono poi essere riprodotti con le bioplastiche. Sono stati sviluppati innovativi polimeri reticolabili ed espandibili che consentono di ottenere oggetti super-leggeri con ottime caratteristiche fisico-meccaniche, si tratta di polimeri organici (bioplastica) che possono essere ampiamente utilizzati per la produzione di calzatura sportive.
GUARDA LE FOTO DEGLI ACCESSORI IN BIOPLASTICA
Non tutte le bioplastiche sono al 100% Bio
Il contenuto di materia organica di una bioplastica può variare in termini percentuali. Talvolta un prodotto a base di combustibili fossili può essere mescolato con materie prime rinnovabili.
Per fare un esempio, nella bioplastica Apilon 52 Bio, prodotta dall’azienda italiana Apinat, il contenuto di materie prime rinnovabili arriva al 70 per cento e offre le stesse caratteristiche e qualità dei tradizionali TPU derivati eslusivamente da fonti sintetiche.
La produzione di bioplastica, con l’uso esclusivo di materie prime rinnovabili, rappresenta un contributo alla protezione del clima, in quanto le emissioni di gas serra, in particolare di CO2, sono ridotte rispetto all’impiego di materie prime da fonte sintetica.
Tipi di bioplastica
Come abbiamo visto nella definizione iniziale, con il termine bioplastica possiamo identificare un’immensa famiglia di polimeri a base biologica. Ne consegue che abbiamo a che fare con un numero disparato di materiali organici. Tali materiali, seppur di derivazione organica non sono sempre amici dell’ambiente. In questo paragrafo elencheremo i vari tipi di bioplastica. Trattandosi di un settore in piena espansione, nessun elenco può essere considerato completo!
- Bio plastica a base di amido
La bioplastica a base di amido è talmente semplice che può essere addirittura prodotta in casa. La bioplastica a base di amico è spesso miscelata con poliesteri biodegradabili per la produzione di Ecoflex, policaprolattore e altre miscele biodegradabili. - Bio plastica a base di cellulosa
E’ prodotta con esteri della cellulosa compresi l’acetato di cellulosa e la nitrocellulosa. Si realizza anche con i derivati della cellulosa, compresa la classe di composti celluloide, considerati i primi materiali termoplastici. - Bio plastica a base di proteine
Il glutine di frumento, la caseina e altri fonti proteiche, possono dare vita a materiali plastici di derivazione rinnovabile. - Poliesteri alifatici
Si tratta di composti bio alifatici come il PHB (poli-3-idrossibutirrato), il PHA (poliidrossialcanoati), PHV (polidrossivalerato), il PHH , il PLA (acido polilattico) e il poliammide 11 (PA11). In particolare l’acido polilattico (PLA) è molto adatto alla sostituzione della PEt ed è molto usato per la produzione di oggetti come bicchieri, bottiglie, fibre, contenitori… - Polietilene Organico
Il polietilene può essere prodotto a partire da combustibili fossili ma anche mediante la fermentazione alcolica di materie prime agricole come la canna da zucchero o il mais. Il gruppo chimico brasiliano Braskem sostiene di aver sviluppato una plastica a tutti gli effetti (polietilene) a partire dalla fermentazione batterica della canna da zucchero che, tra le altre cose, andrebbe a catturare l’anidride carbonica presente in atmosferica. - Bio plastica geneticamente modificata
Esiste un mais modificato geneticamente per essere più adatto alla produzione di plastica biodegradabile. Parliamo di un campo molto nuovo: nessuna delle bioplastiche di prima generazione richiede l’uso di coltivazione OGM.
Bioplastica, pro e contro
I vantaggi legati all’uso delle bioplastiche sono moltissimi ma non manca un dibattito ambientale.
I fattori da considerare, quando si parla di produzione di plastica ecologica, sono:
- l’uso di risorse idriche
- trasporto delle biomasse
- consumo di energia
- deforestazione
- uso degli OGM per le bioplastiche di seconda generazione
Il dibattito è molto complicato e non è possibile generalizzare: esistono molti tipi di bioplastiche e non possono essere trattate in ugual misura.
Ultima riflessione personale:
non dimentichiamo che il petrolio è necessario per alimentare le macchine agricole, per produrre fertilizzanti e pesticidi e per la produzione e il trasporto delle materie prime organiche utili per la produzione di bioplastica!
Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirmi su Twitter, aggiungermi su Facebook, tra lecerchie di G+ o vedere i miei scatti su Instagram, le vie dei social sono infinite! :)
Pubblicato da Anna De Simone il 29 Gennaio 2017