Biometano biocarburante nazionale
Il biometano si candida a diventare il primo biocarburante nazionale, affrancato cioè dall’importazione di materie prime dall’estero, per essere utilizzato (tanto per cominciare) da quel milione circa di ecoveicoli a metano già circolanti in Italia. Parlando di trasporti sostenibili ma non solo di automobili, il biometano potrebbe rivelarsi addirittura più strategico dell’elettrico che, guardando la situazione fuori dai centri urbani, presenta qualche difficoltà in più.
Questo scenario è diventato più concreto dopo che lo scorso dicembre è entrato in vigore il decreto interministeriale che autorizza l’utilizzo del biometano, ottenuto dal gas agricolo, nell’autotrazione, nelle rete nazionale del gas e nella cogenerazione ad alto rendimento. Ora perché tutto diventi operativo manca solo la regolamentazione tecnica del GSE (Gestore Servizio Elettrico), dell’Autorità per l’energia e il gas e del Cti (Comitato tecnico italiano). Indicativamente, tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 il biometano potrebbe essere aggiunto alla rete distributiva esistente e diventare parte integrante della strategia europea inaugurata dalla Direttiva sui carburanti alternativi.
Che cos’è il biometano? Il biometano, prodotto da fonti rinnovabili, può essere prodotto con due differenti processi: la digestione biochimica anaerobica e la gassificazione termochimica (sintesi). La ‘digestione’ è un processo anaerobico in cui i batteri convertono la materia organica in metano e CO₂, che sono i componenti del biogas.
La materia del biogas prima può essere costituita da liquami, rifiuti domestici e dal trattamento di rifiuti organici provenienti dall’agricoltura e dall’industria. Il biogas da cui si ricava il biometano può essere ottenuto anche da coltivazioni ricche di energia e non alimentari, come il miscanto, la canna comune e il panico (colture lignocellulosiche) per citarne alcune.
Il biometano è una straordinaria risorsa per il settore dei trasporti perché mantiene la valenza tecnico-economica del metano e ne amplifica il beneficio ambientale. I test effettuati da DENA (Deutsche Energie Agentur) dimostrano che le emissioni dei motori alimentati a biometano sono comparabili a quelle dei motori elettrici alimentati da energia ottenuta con fonti rinnovabili come l’elettrico eolico.
Il biometano è una grande risorsa per l’Italia perché il nostro Paese non solo è il sesto mercato mondiale per il metano in autotrazione, ma vanta anche un forte avanzamento nella componentistica e nella meccanica agricola. Alla luce di questo, il biometano potrebbe liberare il potenziale dell’industria italiana del gas, che detiene già un vantaggio competitivo nel mondo.
Nella crescita del settore del biogas e biometano in Italia ha un ruolo importante la filiera del biogas in agricoltura rappresentata dal CIB, Consorzio Italiano Biogas. Buona parte della materia prima proviene e può provenire infatti dal ricorso a scarti di agricoltura, effluenti zootecnici e colture dedicate non alimentari (senza sottrazione di risorse e spazi alla produzione di cibo). Da questo punto di vista la produzione e distribuzione di biogas e biometano possono diventare sempre più una fonte di reddito integrativo per gli imprenditori agricoli con benefici all’agricoltura nel suo complesso.
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Pubblicato da Michele Ciceri il 6 Aprile 2014