Biologico, norme semplici e poliziotto di campagna
Anche il poliziotto di campagna potrebbe dare una mano all’agricoltura. La proposta di istituire una figura di questo tipo, o rivisitarla visto che in passato esisteva già qualcosa del genere, fa parte delle 13 raccomandazioni che l’assemblea programmatica sullo sviluppo delle filiere agricole di qualità ecologica ha avanzato in previsione degli Stati Generali della Green Economy che si svolgeranno a Rimini il 7-8 novembre nell’ambito di Ecomondo-Key Energy.
Accanto alle istanze che riguardano la semplificazione normativa, la difesa del suolo, la promozione dell’agricoltura biologica, gli strumenti per incrementare l’occupazione giovanile, il mondo agricolo sembra dunque avvertire il bisogno di una maggiore attenzione alla legalità, soprattutto di analisi e indagine delle nuove frontiere della criminalità.
Oggi l’agricoltura italiana ha molti primati. Ne sono un esempio l’agricoltura biologica che occupa 48.000 persone e opera sul 9% della superficie coltivata, o i prodotti ad alta valenza qualitativa e ambientale con un export in crescita che raggiunge i 30 miliardi. Ma si potrebbe fare ancora di più coinvolgendo i cittadini e la società nel dare valore ai luoghi in cui si produce e nel costruire le misure di tutela dell’ambiente come insostituibile leva competitiva.
“Contro la perdita di suolo – ha dichiarato Stefano Masini, responsabile dell’area Ambiente e Territorio di Coldiretti – l’unico antidoto è fare più agricoltura, contrastando fenomeni di delocalizzazione e di impoverimento del Paese in termini economici, di identità ed occupazionali. Per questo – ha aggiunto – occorre promuovere filiere corte, tutelando la biodiversità, preservando e diffondendo conoscenze, cultura e tradizioni locali, rafforzare la manutenzione del territorio, consapevoli delle caratteristiche e delle identità”.
Ecco le 13 proposte uscite dall’assemblea programmatica di Roma (18 settembre) in grado di incidere sulla valorizzazione dell’agricoltura nella tutela dell’ambiente e di fare delle filiere agricole le leve dello sviluppo della green economy italiana:
1 – Rimuovere gli ostacoli normativi, che tuttora ritardano gli obiettivi di razionalizzazione e di ecoefficienza delle filiere;
2 – Preservare la destinazione d’uso e arrestare il consumo del suolo agricolo, anche attraverso la destinazione diversa da quella corrente degli oneri di urbanizzazione, in specie da impiegare per obiettivi di tutela e di riqualificazione ambientale;
3 – Promuovere la multifunzionalità e la pluriattività nelle aree agricole, in particolare affidando alle imprese agricole la fornitura di beni e servizi diretti alla manutenzione dei beni comuni;
4 – Tutelare le risorse naturali a garanzia della biodiversità con la collaborazione di agricoltori destinatari di misure fiscali agevolate;
5 – Avviare un piano di opere e infrastrutture dirette alla messa in sicurezza e alla stabilità del territorio, anche utilizzando risorse già destinate alle cosiddette grandi opere rimaste incompiute o non autorizzate;
6 – Introdurre un complesso di misure creditizie e fiscali in grado di incidere sul costo del lavoro al fine di favorire l’assunzione di giovani nonché sostenere l’acquisto dei prodotti green;
7 – Affermare il valore della precauzione e della prevenzione nella modalità di utilizzazione delle risorse, con particolare riguardo all’impiego di tecnologie innovative;
8 – Promuovere lo sviluppo delle agroenergie tramite impianti di microgenerazione e di piccola taglia operanti nel raggio di una filiera corta con utilizzo prevalente di residui di produzione presenti sul territorio;
9 – Salvaguardare l’uso della risorsa idrica attraverso l’incentivazione di modalità razionali di irrigazione attraverso il riutilizzo delle acque e la costruzione di piccoli invasi;
10 – Promuovere le pratiche che consentano di aumentare e mantenere la fertilità organica del suolo e il sequestro di carbonio;
11 – Costruire un quadro trasparente di regole nella comunicazione al consumatore delle caratteristiche degli alimenti, della loro origine territoriale e delle modalità dei processi di produzione al fine di promuovere scelte responsabili;
12 – Promuovere l’agricoltura biologica e le altre attività di elevata qualità ecologica per salvaguardare le aree rurali, incrementare il reddito delle attività agricole, fermare la fuga dei giovani dalle campagne e incrementare l’occupazione giovanile;
13 – Migliorare l’attenzione alla legalità nel settore agricolo e nei territori rurali e montani, ponendo a servizio della collettività risorse e uomini con la capacità di analizzare, investigare e penetrare le nuove frontiere della criminalità anche attraverso la moderna e rivisitata funzione del poliziotto di campagna.
Pubblicato da Michele Ciceri il 19 Settembre 2012