La birra, per molti ragazzi, più che un carburante è una linfa vitale. Vediamo che l’Alaskan Brewing Company ha assunto la medesima filosofia ma con un approccio più tecnico e responsabile. In Alaska, il grano proveniente dal processo di produzione della birra è impiegato come fonte energetica per gli stessi birrifici.
L’Alaskan Brewing Company è famosa per la sua birra artigianale. Il co-fondatore dell’azienda, Geoff Larson, ha dimostrato il suo impegno per migliorare l’impatto del birrificio sulla comunità locale e l’ha fatto sfruttando un biocombustibile: “La nostra impresa, per crescere qui in Alaska e continuare ad avere un impatto positivo sulla comunità, ha dovuto guardare al di là delle tradizioni così da adottare un processo produttivo più innovativo. Questo è servito a ridurre il consumo energetico della nostra azienda, un passo fondamentale per preservare le bellezze del luogo in cui viviamo.”
La birra è già stata utilizzata come fonte di energia con un processo di fermentazione piuttosto particolare (approfondisci qui). La differenza è che in questo caso, il grano ricavato dal processo di produzione della birra, è utilizzato come fonte di combustibile così da ridurre drasticamente l’impiego di combustibili fossili. Secondo il birrificio, con l’introduzione di questo biocombustibile, l’azienda traglierà l’impiego di combustibili fossili di oltre il 50 per cento.
In Alaska non esistono numerosi allevamenti, pertanto il grano di scarto era esportato nella zona al nord-ovest del pacifico, così la filiera produttiva doveva addizionare anche la CO2 emessa con il trasporto dei materiali di scarto. Per facilitare l’impiego del grano come biocombustibile, probabilmente l’Alaskan Brewing Company avrà adottato alcune strategie per ridurre la quantità di acqua, malto e luppolo, dai cereali e prodotti esauriti. I materiali organici di scarto con basso contenuto di umidità, funzionano meglio come biocarburanti, per questo operazione, nel 2008 fu introdotta una tecnica belga con l’impiego di un filtro a pressa.