Bilancio energetico italiano: come stanno le cose?
Il bilancio energetico dell’Italia è in sicurezza? Quanto dipendiamo dagli altri (cioè dall’estero, compresi i Paesi UE) per illuminare e riscaldare le nostre case, far funzionare i trasporti e ovviamente anche fabbriche e uffici? Ecco nell’ordine come stanno le cose.
La risposta alla prima domanda è ‘no’: l’Italia ha una situazione che nel PAEE 2014 (Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica) viene con ottimismo definita ‘piuttosto critica’ in termini di sicurezza e indipendenza degli approvvigionamenti. Il bilancio energetico, parlando di energia elettrica, gas e petrolio, non è positivo.
Alla seconda domanda la risposta è ‘tantissimo’: a tutto il 2012, l’82% del fabbisogno energetico italiano (pari a 163,2 Mtep secondo EUOSTAT) era coperto (oggi siamo nel 2014) da importazioni nette. La produzione nazionale da rinnovabili, gas e greggio coprivano rispettivamente solo l’11,1%, il 4,3% e il 3,5 % del fabbisogno nazionale (se la somma import+export supra 100 è perché una parte della produzione interna viene esportata).
La criticità del bilancio energetico italiano è evidente se si considera che la quota media di importazioni nell’Unione Europea a 28 Paesi è molto più bassa, pari circa al 55% del fabbisogno. Parlando di soldi, nel 2012 l’Italia ha speso 57,9 miliardi di euro per importare petrolio e gas naturale.
Però ci sono anche le buone notizie. Su tutte, l’aumento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili nel 2013 rispetto all’anno precedente: idroelettrico +21,4%, fotovoltaico +18,9%, eolico,+11,6%, geotermia +1,0%. In netto calo invece (-12%) la produzione di energia elettrica da fonte termoelettrica. Buona notizia è anche l’ottimo posizionamento dell’Italia sul fronte dell’efficienza energetica.
Un bilancio energetico nazionale più sicuro e meno dipendente dagli approvvigionamenti esteri è il cardine della Strategia Energetica Nazionale dell’8 marzo 2013. Quattro in particolare gli obiettivi che vengono sottolineati nel documento nella SEN:
- maggiore sicurezza negli approvvigionamenti energetici, con una riduzione della fattura energetica estera di circa 14 milioni di euro l’anno;
- impulso alla crescita e all’occupazione con l’avvio di investimenti, sia nei settori tradizionali sia nella green economy, per 170-180 miliardi di euro entro il 2020;
- riduzione dei costi energetici con allineamento dei prezzi ai livelli europei (si stima un risparmio di 9 miliardi di euro l’anno sulla bolletta dell’elettricità e del gas);
- superamento degli obiettivi europei definiti dal Pacchetto europeo Clima-Energia 2020.
Pubblicato da Michele Ciceri il 4 Settembre 2014