Bilancio di sostenibilità: definizione
Il bilancio di sostenibilità è un po’ come un esame di coscienza, ci si guarda dentro e si cerca di capire cosa si è fatto di buono e in quali campi si poteva dare di più. Non lo si fa su sé stessi, però, in questo caso, ma la protagonista del bilancio in questione è una azienda oppure un ente o una istituzione. Anche queste, però, sono fatte di persone e, chi più, chi meno, con diversi ruoli, tutti concorrono al bilancio di sostenibilità, composto di varie voci.
Vediamo ora di cosa si tratta e come ciascuno con il proprio fare quotidiano, può contribuire ad un risultato positivo, per Sé stesso e per la realtà tutta che presenta il bilancio di sostenibilità.
Bilancio di sostenibilità: definizione
Se il bilancio è un documento che, per legge, l’impresa deve redigere periodicamente per fare una sintesi della sua situazione economico-finanziaria e dei suoi risultati economici, quello di sostenibilità è qualcosa di simile, declinato all’aspetto ambientale. Anche da questo punto di vista può infatti essere considerata una azienda e valutata.
Ecco quindi che ogni impresa che si deve interfacciare con il territorio, l’ambiente, i lavoratori, deve in un certo qual modo rendere conto del suo impatto e delle sue azioni ai suoi stakeholder principali tra cui spesso ci siamo noi stessi, privati cittadini, in veste di clienti o di utenti.
Il bilancio di sostenibilità si affianca a quello economico e aggiunge informazioni caratterizzando le aziende da un punto di vista diverso ma altrettanto importante. Ecco quindi come due soggetti con lo stesso bilancio finanziario possono avere un impatto estremamente diverso sul mondo che li circonda. Lo si comprende solo se si guardano i due rispettivi bilanci di sostenibilità e noi come ad esempio clienti possiamo fare delle scelte più consapevoli.
Un tempo non era così ma oggi questo report di sostenibilità deve essere pubblicato ogni anno, proprio come il consueto bilancio di esercizio. In Italia fino a poco tempo fa non c’erano delle normative vincolanti che definivano degli obblighi in tal merito ma era già un po’ scontato che stessero arrivando per cui quasi in automatico che questo bilancio veniva affiancato a quello classico.
Chi lo doveva realizzare poteva tenere conto di alcune linee guida condivise a livello internazionale, come quelle del Global reporting initiative (disponibili anche in italiano), in modo che i vari documenti che ogni realtà sforna potessero essere confrontabili.
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Il fatto di trovarsi a realizzare un simile rendiconto come accennavo nell’introduzione, è un po’ un modo per farsi l’esame di coscienza, a freddo, per capire come si è agito a caldo e quanto si è tenuto conto del territorio, della natura e degli abitanti del pianeta Terra che siano animali a 4 zampe o a due, o umani.
Oggi il bilancio di sostenibilità sposta anche dei flussi di denaro, lato investitori e lato clienti, perché comincia a passare il messaggio di quanto sia importante oltre ad essere delle aziende agguerrite lato mercato, anche delle realtà amichevoli e attente, lato natura.
Sempre più Prosumer invece che consumer, il cliente tipo si mostra sempre più sensibile ad iniziative di sostenibilità anche proposte da realtà aziendali. Ce ne sono molte che giocano questa carta anche a livello di marketing mettendo in risalto il proprio impegno per l’ambiente oltre che per il sociale. Più avanti vedremo degli ottimi esempi di grandi brand ma non pensiate che una piccola azienda possa trascurare il bilancio di sostenibilità.
Bilancio di sostenibilità obbligatorio
Oggi e da sempre il bilancio d’esercizio è un obbligo di legge, mentre il report di sostenibilità lo è diventato, prima era del tutto volontario. In Europa c’è infatti una direttiva, la 2014/95/UE, recepita formalmente alla fine del 2016, secondo la quale le imprese sono tenute a rendere note le loro politiche in termini di sostenibilità. Se non se ne sono occupate devono spiegare come mai dando dei motivi validi ammesso che ce ne siano vista l’importanza del tema.
Per ora questa norma non riguarda tutti, ma solo le aziende europee di interesse pubblico o con più di cinquecento dipendenti, il cui bilancio consolidato soddisfi determinati criteri stabiliti dalla legge.
Bilancio di sostenibilità: cosa è
Il bilancio di sostenibilità, detto anche bilancio sociale, è un documento che si rivolge a tutti gli stakeholder, termine che definisce i “portatori di interesse”. Con questo report le azienda raccontano cosa hanno fatto per essere di aiuto all’ambiente e a chi lo abita e lo raccontano a coloro con cui hanno a che fare in senso ampio, per cui agli azionisti ma anche ai dipendenti, ai clienti, ai fornitori, alle autorità, ai giornalisti, alle comunità e associazioni che si trovano attive sul territorio in cui l’azienda opera o impatta.
Bilancio di sostenibilità: normativa
Dal primo di luglio 2018 entrano in gioco dei nuovi standard, ben 36 linee guida da seguire per fare relazioni trasparenti e corrette su una lunga serie di temi che cercano di coprire i vari aspetti pratici in cui si può declinare il concetto di sostenibilità che il nome del documento include. Nelle linee guida ci sono citate le emissioni di gas serra, l’impronta idrica, il consumo di energia, le politiche adottate con i lavoratori. Seguendole, ogni azienda può arrivare a realizzare un bilancio di sostenibilità in perfetta regola dando una immagine del proprio impegno ambientale a 360 gradi.
Bilancio di sostenibilità: esempi
L’azienda svedese Ikea, guardate caso, del suo paese del Nord Europa, in fatto di sostenibilità ambientale sono anni che ci da il buon esempio con delle ottime iniziative, una delle più interessanti e che ha toccato anche l’Italia è stata l’idea di trasformare la presentazione del bilancio di sostenibilità in un tour per raccontare i propri successi anche da questo punto di vista e non solo per brugole, mensole e cianfrusaglie per la casa.
Ottimo esempio anche da Heineken Usa che su questi temi ha sviluppato un videogame e ha scritto una canzone rap, e poi c’è Adsomar che nel suo bilancio di sostenibilità ha raccontato il suo impegno per la pesca sostenibile. In questo documento ha avuto modo di informare i suoi clienti, e non solo, di aver scelto di usare solo materia prima certificata Friend of the Sea che impone rigidi criteri di pesca e rispetto dell’ambiente marino, responsabilità sociale e presenza di osservatori indipendenti a bordo. Altri esempi li trovate anche nel mio articolo sul Green Marketing
Bilancio sostenibilità: consigli
Quando si deve realizzare un bilancio di sostenibilità è bene innanzitutto non partire da zero ma rifarsi alle linee guida di reporting internazionali e farsi certificare il proprio bilancio da un ente terzo. Invece di lavorarci sodo poco prima di doverlo presentare, una volta all’anno, è più comodo aggiornarlo ogni tanto, più di frequente, anche per avere una maggiore consapevolezza di ciò che si sta facendo nel corso dei 12 mesi.
Non essendo un documento solo per tecnici, ma rivolto anche a cittadini e giornalisti, una buona idea è il realizzarlo in modo che risulti ben altro che una lista di numeri. Può diventare un video, una presentazione, un libretto o una canzone, un fumetto, perché no. Ogni strumento è utilizzabile, a scelta, per comunicare le proprie buone azioni, l’importante è trasmettere in modo corretto e onesto ciò che si è fatto.
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Pubblicato da Marta Abbà il 16 Settembre 2018