L’energia solare che salva l’Africa
Nel paese di Benin, nell’Africa occidentale, solo il 20% della popolazione ha accesso all’elettricità e nelle zone rurali la percentuale è ancora più bassa. Per le famiglie, l’unica alternativa possibile è quella di utilizzare sistemi di illuminazione al kerosene, costosi, pericolosi e altamente nocivi.
Le condizioni climatiche di queste località non aiutano affatto, nella zona settentrionale del paese vi è una sola stagione delle piogge, ciò significa che gli agricoltori possono puntare sul raccolto per un periodo limitato dell’anno a causa della mancanza di un adeguato approvvigionamento idrico per l’irrigazione delle colture.
La vita degli abitanti d’Europa è fatta di interruttori, uno per azionare la macchinetta del caffè al mattino, uno per la tv, per il computer, per la luce, per mettere in moto l’auto, per non parlare poi dei rubinetti… la qualità della vita degli abitanti di Benin, per noi europei, è addirittura difficile da immaginare.
Per fortuna esistono le organizzazioni no-profit che con una serie di campagne abbracciano diverse cause e tra questa vi è anche quella del Benin con la no-profit Solar Electric Light Fund (SELF). L’organizzazione sta testando una soluzione innovativa, la tecnologia Solar Market Garden. Il programma avviato dalla SELF punta a garantire acqua per l’irrigazione delle colture ed energia elettrica per eliminare i sistemi a base di kerosene.
Per realizzare il progetto, la SELF ha collaborato con l’ADESCA, una ONG locale che lavora per lo sviluppo economico, sociale e culturale nel quartiere settentrionale di Kalale. In questo quartiere, la partnership tra ADESCA e SELF è riuscita a installare pannelli solari collegati a una pompa in grado di estrarre acqua da un pozzo piuttosto profondo. L’acqua, così estratta, è inviata a un serbatoio dalla capacità di 5.547 galloni (20997.6 L.), il serbatoio è collegato a sua volta a un sistema di irrigazione a goccia per utilizzare in modo efficiente l’acqua del pozzo.
Per garantire un maggiore sviluppo sociale, SELF e ADESCA hanno avviato le loro campagne in cooperative agricole gestite da gruppi di donne. Queste comunità possono contare su una fonte idrica affidabile così da coltivare anche durante le stagioni secche.
Pubblicato da Anna De Simone il 23 Marzo 2013