La tecnologia della stampa 3D può essere impiegata per la salvaguardia degli ecosistemi. Numerose applicazione sono possibili nel settore delle energie pulite e, secondo i ricercatori del team Reef Saudita, la stampa 3D può contrastare il degrado che si è abbattuto negli ultimi anni sulle barriere coralline.
Reef Saudita è un team di progettisti, scienziati e ricercatori dell’Australia’s Sustainable Oceans International. Il team ha avviato un programma che prevede la produzione e l’inserimento di barriere artificiali stampate con la tecnologia 3D. Le barriere, una volta stampate, vengono insediate a largo della costa del Bahrain dove la pesca eccessiva ha avuto un impatto nefasto sulla salute dei fondali.
I gruppo Reef Saudita ha sommerso quasi 3.000 sfere di calcestruzzo ma la realizzazione di queste strutture era piuttosto lunga e macchinosa. I ricercatori hanno trovato un modo migliore per impiantare barriere artificiali. La soluzione è arrivata a seguito della partnership con un gruppo di specialisti in prototipazione rapida con la tecnologia 3D. L’unione dei due team ha portato allo sviluppo di una barriera artificiale stampata in 3D utilizzando un materiale arenario atossico e da loro brevettato.
Il materiale brevettato è atossico e ha una superficie molto simile a quella delle rocce naturali, ha un pH neutro e nel complesso risulta essere molto adatto a ospitare le larve di corallo in cerca di dimora. Con la stampa 3D i due team sono riusciti ad avvicinarsi molto alle forme offerte della natura. Un altro vantaggio è la velocità e il controllo offerto dalla stampa: si possono fare facilmente piccole modifiche, questo aiuta a diversificare il fondale ed è risaputo, la diversità è fondamentale in natura.
Il team può addirittura elaborare un file di immagine tridimensionale di una barriera corallina naturale per poi copiarla e stamparla con tecnologia 3D.
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