Bardotto: origine e caratteristiche

Bardotto

Forse qualcuno ha sentito parlare del bardotto ma non mette a fuoco con esattezza di che tipo di animale si tratta. E’ un animale che non è difficile scambiare con un asino ma non lo è anche se di certo qualche parentela tra i due non si può negare. Andiamo a conoscere meglio questo quadrupede facendo un po’ di chiarezza quando a classificazioni di specie e sottospecie.

Può accadere infatti che ci siano degli animali apparentemente molto simili che poi risultano appartenenti a classi diverse e, al contrario, animali che alla vista sembrano non avere nulla a che fare, sulla carta sono poi molto legati, quasi cugini. Cosa accade nel caso del bardotto e dell’asino? Andiamo a scoprirlo.

Bardotto: origine

Questo animale, più comune di quanto non sembri, venendo spesso confuso con un asino, è di fatto un ibrido. Nasce dall’accoppiamento di un cavallo con una femmina di asino domestico e generalmente risulta infecondo anche se di fatto le femmine nate da questo incrocio possono essere occasionalmente fertili.

Un tempo questo ibrido aveva un importante ruolo e godeva di una maggiore rilevanza economica, oggi che il mondo è cambiato, è meno indispensabile ed è stato un po’ messo da parte. Questo si spiega con il fatto che una creatura robusta, in ogni senso, come questa, veniva utilizzato come animale da soma e da traino, ma non solo. Durante il periodo dei conflitti mondiali ha trovato impiego anche nei ranghi militari per il trasporto pesante, soprattutto armi, munizioni e vettovagliamento.

Il suo concorrente è sempre stato il mulo, però: i due animali sono in grado di svolgere le stesse mansioni e con la medesima efficacia, però il bardotto è difficile da allevare a causa del basso tasso di fecondità dell’incrocio cavallo-asina e della diffusa opinione che sia meno robusto del mulo. Ecco allora che gli allevamenti dedicati ai bardotti sono più rari da trovare e quei pochi che resistono sono più che altro finalizzati alla produzione di carne. In Italia, una delle regioni in cui il bardotto è ancora piuttosto diffuso, è la Sicilia. Fuori dai nostri confini, i Paesi che lo utilizzavano sono Spagna e Portogallo e anche lì qualcosa è rimasto ancora. Per chi fosse interessato a questo tipo di attività, le norme di allevamento non differiscono particolarmente da quelle del mulo.

Bardotto

Bardotto: caratteristiche

Ereditando sia le caratteristiche fisiche dello stallone che quelle dell’asina che lo hanno generato, il bardotto è un animale robusto, un grande lavoratore. Rispetto al mulo, ha più somiglianze con un cavallo grazie al suo corpo leggermente arrotondato e ad una groppa che lo è ancora di più all’estremità. Anche le orecchie sono più da cavallo, visto che sono più corte che nel mulo, anche se più lunghe che nel cavallo. Rispetto al mulo il bardotto ha anche le zampe più diritte. Passando al mantello, quello dei bardotti può assumere tutte le combinazioni di colori possibili anche se il più delle volte è di tonalità chiare, tendenti al bianco. L’unico mantello che è impossibile vedere su un bardotto è quello pezzato tobiano perché questo ibrido non può ereditare il set genetico completo corrispondente a questo colore, finendo generalmente con quattro balzane alte e una coda bianca.

Anche nel suo comunicare, il bardotto richiama il cavallo perché il suo verso è più un nitrito che un raglio, è un mix curioso e non sempre facile da interpretare.

Bardotto e mulo

Il mulo è, per chiarire subito le idee, il frutto dell’’incrocio tra un asino maschio e una cavalla, quindi è un “viceversa”. Di fatto il risultato è che il bardotto ha una maggiore somiglianza con il cavallo e ha una criniera più folta rispetto al mulo, orecchie piccole e come il cavallo nitrisce, a differenza del mulo che raglia. Questo solo per iniziare ad osservare le differenze tra i due incroci e imparare a riconoscere l’uno e l’altro.

Bardotto e asino

Non è facile orientarsi tra muli, asini e bardotti e scommetto che se non si presta attenzione, si finisce per chiamare tutti asini, senza approfondire. In verità, a guardarci bene, questi tre animali hanno delle differenze che li rendono unici e che hanno segnato il loro destino nei secoli passati.

Quando di parla di asino, di somaro e di ciuco, si sta indicando la stessa specie animale, che in latino viene definita Equus asinus e che appartiene alla famiglia degli Equidi proprio come le zebre e i cavalli. Nessuna differenza quindi tra somaro, ciuco e asino come invece ne esistono tra asino, mulo e bardotto, come abbiamo visto illustrando gli incroci da cui gli ultimi due spuntano fuori.

Quando parliamo di mulo non stiamo indicando un Equus asinus ma al frutto dell’incrocio tra un asino maschio e una giumenta, ovvero un cavallo femmina. Quando parliamo di bardotto ci riferiamo all’incrocio tra un cavallo maschio e un asino femmina, accoppiamento molto più raro. Ecco perché i muli sono più popolari dei bardotti.

Se vi è piaciuto questo articolo continuate a seguirmi anche su TwitterFacebook e Instagram