Il Governo Monti ha messo a punto il pacchetto sulle liberalizzazioni, a riguardare da vicino il mondo agricolo è l’articolo 62 che porterà una boccata d’aria alle aziende agricole: sempre se l’articolo sarà approvato! La grande distribuzione organizzata (gdo) sta facendo pressione sul parlamento e a pagarne le conseguenze sono le piccole e medie aziende agricole e i consumatori.
Se il settore agricolo manifesta contro l’Imu, lo scenario cambia per ciò che riguarda il pacchetto liberalizzazioni previsto dalla manovra del Governo Monti: finalmente a tutela degli agricoltori ci saranno delle norme di buon senso. Fino a oggi la contrattazione tra i produttori agricoli e i giganti della distribuzione era del tutto atipica. Gli agricoltori non erano tutelati da alcun contratto scritto ma solo da accordi verbali che il distributore poteva cambiare in ogni momento.
In termini pratici, il distributore -l’intermediario tra produttore e consumatore- poteva prendere accordi su quantitativi e prezzi, ma poi ritrattare al momento del pagamento perché le vendite non avevano raggiunto i livelli previsti. In più, il distributore poteva pretendere una “commissione di scaffale”, ovvero un pagamento per aver dato a quei prodotti una posizione più in vista nel reparto.
Come è chiaro, fino a oggi, gli agricoltori non avevano alcuna tutela e subivano molto l’effetto delle multinazionali e la conseguente volatilità dei prezzi. Inoltre, anche il pagamento non era puntuale. I tempi di pagamento, secondo un’indagine della società Cribis D&G, quelli che accumulano i maggiori ritardi nei pagamenti sono proprio gli esponenti della grande distribuzione organizzata. Il lasso di tempo che passa dalla fornitura al pagamento supera spesso i 90 giorni e in alcuni casi anche i 120 giorni. Ciò significa che l’agricoltore consegna oggi ciò che il supermercato vende in poco tempo ma guadagna con una differita che raggiunge i quattro mesi.
Il decreto sulle liberalizzazioni, con il suo articolo 62 fissa a 30 giorni il termine ultimo per il pagamento dei prodotti alimentari deteriorabili e a 60 giorni per le altre merci. E’ previsto l’obbligo di un contratto scritto tra venditore e acquirente così da evitare brutte sorprese come svendite con il calo dei prezzi e la già citata commissione di scaffale.
Purtroppo le cose non sono molto semplici perché la gdo -grande distribuzione organizzata- si è fermamente opposta chiedendo di ritrattare o addirittura abbolire l’articolo 62 del pacchetto liberalizzazioni del Governo Monti. E’ così che il settore agricolo è fermo e si sta attendendo che il parlamento agisca per tutelare i diritti dei produttori.
Mario Catania, ministro delle politiche agricole dichiara che la posizione del parlamento è ancora incerta perché la grande distribuzione sta facendo forti pressioni affinché l’articolo 62 non entri in vigore. Eppure l’articolo 62 del pacchetto liberalizzazione del Governo Monti non stabilisce niente di inaccettabile, in fondo quando andiamo a fare la spesa vediamo il prezzo esposto e alla cassa nessun cliente pretende di pagare di meno e soprattutto, quando compriamo qualcosa paghiamo subito la merce, quindi 60 e 90 giorni di tempo per il pagamento sono più che accettabili.
a cura di Anna De Simone