Fino a qualche anno fa, quando si parlava di auto ecologiche si faceva riferimento alle vetture benzina e diesel in grado di offrire bassi consumi. Oggi il discorso cambia, le auto ecologiche sono quelle ad alimentazione alternativa, vale a dire auto a metano o gpl, auto ibride, pure elettriche, auto a idrogeno e le più giovani auto ad aria compressa. Un’altra categoria di auto ecologiche è data dalle vetture con motore flex fuel, una realtà ancora poco discussa in Italia anche se ben confermata in altre zone d’europa.
Auto ecologiche: GPL e metano
Il vantaggio delle auto ecologiche non è solo ambientale: i costi di gestione calano vertiginosamente! Neanche la più “risparmiosa” delle a gasolio riuscirebbe ad assicurare i costi di gestione di un’auto a metano, così l’alimentazione diesel negli ultimi anni ha perso colpi. La maggior diffusione di auto GPL e metano è andata a discapito dei motori a gasolio che restano sempre i più acquistati dagli italiani ma con una percentuale leggermente inferiore. Le auto ecologiche più diffuse? In ordine di vendite: GPL, metano, ibrido ed elettrico.
Auto ecologiche: ibrida
Con la Toyota in cima alle classifiche, grazie a un’ampia gamma, la domanda delle auto ibride è in piena espansione tanto da trovarsi a pochi passi di distanza dal metano. La soluzione di abbinare un propulsore elettrico a un motore a gasolio sembra quella più indicata per chi percorre molti chilometri, si unisce l’economicità del diesel al supporto del “motore a batteria”. A intuire questa esigenza è stato il costruttore Volvo che ha lanciato la supercar ecologica V60 Diesel Hybrid.
Auto ecologiche: puro elettrico
Per ora, il mercato delle auto elettriche non è visto di buon occhio dalla società: i prezzi sono ancora troppo alti e l’autonomia scarsa. Per fortuna qualcosa sta cambiando, alcune case automobilistiche stanno dettando un cambio di tendenza, anche se l’auto elettrica più venduta resta la Nissan LEAF, più economica e altrettanto “performante” è la Renault ZOE che si pone sul mercato con il prezzo più basso di categoria.
A frenare la diffusione delle auto elettriche è soprattutto la mancanza di una rete capillare di infrastrutture di ricarica: in base al piano nazionale del decreto sviluppo, entro il 2020, in Italia dovranno essere operativi 130.000 punti di ricarica pubblici per auto elettriche. Il primo “goal” sarà segnato già nel 2016: nel 2013 l’Italia riceverà 20 milioni di euro, nel 2014 ne riceverà 15 e nel 2015 ne riceverà altri 15 milioni di euro, così entro il termine del 2016 su territorio nazionale si dovranno contare già le prime 90.000 colonnine di ricarica.
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