Assenzio: pianta e proprietà

assenzio pianta

Assenzio maggiore, per il mondo scientifico Artemisia absinthium: è una pianta medicinale che ci porta subito al pensiero del distillato ricavato da essa, ci ricorda, se lo abbiamo assaggiato, il gusto aromatico e molto amaro, anche se diluito e/o zuccherato.

 

La pianta appartiene alla famiglia delle Asteraceae e, in meno lo sanno, ma fa anche da base aromatica principale nella preparazione del vermut. Il suo nome scientifico di Artemisia potrebbe riferirsi sia alla omonima consorte di Mausolo, re di Caria, sia alla dea della caccia Artemide, oppure direttamente alla parola greca ”artemes” che significa sano, ricordando le proprietà benefiche di questa piante. Assenzio poi arriva da absinthium, latino, che a sua volta spunta dal greco antico “ἀψίνθιον” (apsinthion), per la natura amara della bevanda ricavata.

Assenzio: pianta

La pianta è perenne e può essere alta dai 40 cm fin a oltre 1 metro. Dal punto di vista biologico è definita una camefita fruticosa, quindi legnosa alla base e con gemme tra i 2 ed i 30 cm dal suolo e un aspetto da arbusto. Si tratta di una pianta non sempreverde, annualmente secca e resta solo la parte legnosa e semi-legnosa, verde grigiastra, pelosa e con scanalature, rigida e ramificati leggermente solo nella parte superiore.

Le foglie se sono alla base son arrotondate e grandicelle, più in alto misurano massimo 3 o 4 cm e hanno un colore verde tendente però al grigiastro o anche al bianco perché ricoperte da peluria.

L’infiorescenza, larga dai 2 ai 15 cm, sembra una pannocchia ed è formata da 30 o anche 90 piccoli capolini color oro che poi danno fiori tubulari. La fioritura vera dell’assenzio avviene da agosto a settembre con un fiore a corolla formato da 5 petali a forma di lacinie giallo-bruno, saldati a tubo. Infine il frutto: l’assenzio produce un achenio leggermente curvo e glabro, quasi lucido, di forma ovale.

Assenzio selvatico

E’ piuttosto comune e selvatica la pianta d‘assenzio, la possiamo trovare sui muri, in città o molto vicino, e in aree montane e submontane. Oppure in terreni incolti, dove spuntano a caso delle siepi. In Italia sembra che fosse già presente prima dei Romani ma si è sempre dimostrato asociale, incapace di amalgamarsi con la vegetazione naturale.

assenzio selvatico

Le aree geografiche dove possiamo trovare questa pianta sono l’Est-Mediterraneo o quella eurasiatica, l’origine non è ancora stata chiarita ma l’ipotesi è che sia nato nell’Europa centro-meridionale o nel Vicino Oriente visto anche come la usavano gli antichi Egizi e i Greci.

Oggi, coltivata, non selvatica, questa pianta si trova in quasi tutte le parti temperate del mondo (Europa, Asia temperata, Africa del Nord, America settentrionale e Cile), da noi ovunque tranne isole e Pianura Padana. Sulle montagne l’assenzio cresce senza problemi fino a 1100 m.

Assenzio liquore

Abbiamo parlato del liquore ed è inutile attendere, prendiamone subito un assaggio almeno. “Assenzio Black Nadal”.

assenzio distillato

Assenzio gradi

Il contenuto alcolico del distillato di assenzio è estremamente elevato, questo per permettere alla clorofilla di restare stabile il più a lungo possibile. Può variare da 45% a 75%. un vero assenzio deve inoltre intorbidire con aggiunta di acqua ghiacciata, contenere anche semi di anice verde (e non stellata) e avere un sapore complesso e bilanciato tra tutti gli ingredienti.

Queste sono le caratteristiche “ufficiali” richieste oggi, ma come bevanda è nata da un medico francese, Pierre Ordinaire, fuggito dalla Rivoluzione Francese verso Couvet, in Svizzera. Man mano il suo assenzio denominato la Fée Verte (la Fata Verde) è diventato famoso, gli è sopravvissuto e ha “invaso” l’Europa, le prime distillerie però erano in Francia e in Svizzera.

Questo è il distillato, mentre i liquori sono di solito soluzioni alcolica zuccherina a base di componenti vegetali. La colorazione verde è dovuta alla presenza di alcune erbe durante la macerazione, come l’artemisia pontica, l’issopo e la melissa.

Assenzio gradi

Assenzio: effetti

Tra gli effetti, c’è anche quello tossico, tanto che non è così “free” il suo consumo. La colpa è del tujone e dei suoi metaboliti. In generale viene usato come amarotonico, agevola anche la funzione digestiva e facilita la secrezione biliare verso l’intestino, risulta utile per l’inappetenza che può comparire dopo periodi di stress o una convalescenza.

E’ cosa meno nota ma ogni tanto l’assenzio è usato come vermifugo e come regolatore del flusso mestruale, ha anche un effetto protettivo a livello epatico. In generale non dovrebbe essere assunto in maniera continuativa, comunque non per oltre un mese.

Assenzio controindicazioni

Nessuno tocchi l’assenzio in caso di ulcere gastriche e duodenali, neanche in gravidanza e durante l’allattamento deve essere toccato. Il rischio tossicologico è considerato molto basso, quindi non siamo davanti a un veleno, ma un sovradosaggio può causare vomito, diarrea e spossatezza.

Se si alza il gomito con preparati alcolici “a base di” si può essere preda di attacchi di convulsioni epillettiformi, difficoltà respiratorie, ipotensione, diminuzione del ritmo cardiaco. Non male, infatti nel XIX si raccontava che troppi bicchierini dei sopra descritti prima portassero ad un illusorio stato di benessere seguito da allucinazioni e convulsioni. E pentimento.

Assenzio nell’arte

Con effetti così, l’assenzio è stato notato anche da tanti artisti, lo vediamo ad esempio con La bevitrice d’assenzio, dipinto di Pablo Picasso del 1901, e con L’absinthe di Edgar Degas del 1876, oggi al Musée d’Orsay a Parigi.

Anche nella musica si è reso protagonista di varie performance, come quella dei Bluvertigo che hanno portato al Festival di Sanremo 2001 una canzone intitolata “L’assenzio (The Power of Nothing)”. Non poteva mancare tra i tanti, anche il rocker Marilyn Manson che nel 2007 è divenuto promotore del distillato di assenzio creandone addirittura una propria marca: il “Mansinthe”.

Assenzio come antiparassitario

Un uso a cui non abbiamo ancora accennato è quello come antiparassitario. Lo abbiamo ben illustrato nell’articolo: “Parassitari naturali: assenzio e propoli

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