Aspartame è ormai un termine di uso comune e lo è diventato man mano che si sono diffusi i dolcificanti e si è iniziato a parlare anche delle possibili conseguenze negative sul nostro stato di salute. Oggi l’aspartame si trova in vari prodotti alimentari indicato con la sigla E951: ricordiamoci di leggere con attenzione l’etichetta non pensando che una sigla valga l’altra.
Non ci sono prove di tossicità conclamata tali da far togliere questa sostanza dal mercato ma negli ultimi anni, sulla scia delle ricerche scientifiche effettuate in merito, man mano i produttori di alimenti per prudenza hanno sostituito l’aspartame con altri dolcificanti artificiali, come il sucralosio. Che poi siano meglio del nostro E951 è tutto da vedere, ma le regole del marketing e del mercato hanno deciso che l’aspartame era un nemico.
Aspartame: cosa è
E’ stato scoperto parecchio tempo fa e casualmente, nel 1965, dal chimico James Schlatter, della G. D. Searle and Company. Questa sostanza fin da subito ha riscosso uno straordinario successo in ambito commerciale e lo troviamo negli alimenti verso gli anni Ottanta. Di fatto, proprio come oggi, anche allora era stato riconosciuto come edulcorante e utilizzato come dolcificante alimentare.
Da quel momento in poi è stato impiegato su larga scala in bevande analcoliche contenenti acido carbonico, bevande analcoliche in polvere, yogurt e prodotti dell’industria dolciaria e dietetica. Dal punti di vista chimico, e meno commerciale, l’aspartame è definito come un dipeptide artificiale composto da due comuni amminoacidi: l’acido aspartico e la fenilalanina.
Aspartame: cancerogeno?
Le prime ricerche su questo, risalgono a parecchio tempo fa e si continua a farne ma ad oggi non esiste alcuna certezza sul fatto che questa sostanza possa essere cancerogena. Ufficialmente, nonostante le paure e le leggende metropolitane a riguardo, resta un dolcificante sicuro sia per l‘EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), sia per la FDA (il più importante ente statunitense e mondiale preposto alla regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici).
Aspartame: controindicazioni
Il fatto che sia considerato sicuro e che non sia provato che possa avere effetti cancerogeni, non si autorizza ad utilizzarlo in modo esagerato. E’ sempre e comunque una sostanza chimica e “zuccherosa”. Una volta ingerito viene metabolizzato nei suoi tre componenti: Acido aspartico, Fenilanina e Metanolo quindi c’è un potenziale di tossicità al suo interno, ma le quantità contenute nelle dosi di aspartame che troviamo negli alimenti non giustificano un allarme metanolo.
Oggi quindi che controindicazioni riguardano solo gli individui affetti da fenilchetonuria che devono fare un uso di aspartame decisamente limitato. Questo non per il metanolo, evidentemente, ma per la fenilanina contenuta, sempre segnalata anche in altri alimenti perché può essere pericolosa per chi ha questa patologia.
Il metanolo è troppo poco per farci entrare in allarme ma è sempre meglio non esagerare nel consumo di prodotti che contengono questo dolcificante, soprattutto in età infantile.
Aspartame dolcificante
E’ classificato come dolcificante e lo è davvero, in modo potente, visto che il suo potere edulcorante è stimato essere 160-220 volte maggiore rispetto al saccarosio. Per quanto riguarda le calorie, numero a cui sono tutti sempre troppo attenti, possiamo dire che questo edulcorante ne procura come qualunque proteina, circa 4 Kcal/grammo. Le 4 Kcal al grammo vanno pensate però tenendo conto che bastano pochissime quantità di aspartame per dolcificare cibi e bevande, non ne usiamo nelle stesse dosi dello zucchero, ed è per questo che chi sceglie questo dolcificante ottiene un notevole risparmio calorico.
Ecco quindi che la gente al bar cerca il dolcificante al bancone e non afferra zucchero di canna o zucchero “normale”. Il sapore dell’aspartame non è identico a quelli dello zucchero o di altri dolcificanti ma assomiglia molto allo zucchero bianco. Di primo acchito sembra “pulito e dolce” e poi solo dolce, molto dolce, senza quel retrogusto amarognolo oppure metallico che altri dolcificanti possono avere.
In alcuni alimenti in cui si impiega l’aspartame si ha un potenziamento del sapore già presente di base, il gusto sembra permanere più a lungo ed essere percepito in modo più vivido, ciò accade soprattutto se esso è quello caratteristico degli agrumi come il limone, l’arancia e il pompelmo rosa.
Aspartame: diabete
C’è chi preferisce stare alla larga da questo dolcificante, senza quindi rinunciare al buon vecchio zucchero che non fa affatto male in quantità moderate, e c’è chi invece l’aspartame deve per forza usarlo. Mi riferisco alle persone affette dal diabete che trovano in questo dolcificante una sostanza che addolcisce ma non altera in maniera significativa la glicemia.
Un vantaggio aggiuntivo sta nel fatto che è risultato una sostanza acariogena che, diversamente dal saccorosio, non provoca carie.
Aspartame gravidanza
Non è vietato, nonostante le malelingue, in fase di gravidanza, ma è sempre bene non esagerare e stare nel limite delle dose consigliate. Questo vale in generale con molte sostanze artificiali. Si consiglia in genere di consumare il dolcificante in dosi moderate per escludere anche i pericoli più remoti, secondo l’EFSA, la soglia limite del consumo di aspartame quotidiano è fissata in 40 mg per ogni chilogrammo di peso corporeo.
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