Around Mobility: muoversi verso il futuro
Around Mobility è progetto di studio e ricerca dedicato al presente e al futuro della mobilità, dura sei mesi, è tuttora in corso ha scelto di distinguersi nel panorama del settore mettendo al centro del cambiamento tecnologico, il fattore umano. Una “mossa” non nuova per la Fondazione Giannino Bassetti che, assieme a MEET, ha creato Around Mobility grazie anche al supporto di Repower e di Politecnico di Milano.
Around Mobility: di cosa si tratta
Ogni volta che ci troviamo a far fronte ad un grande progresso tecnologico da un lato siamo consapevoli dell’opportunità che tale passo ci offre. Quella di migliorare la nostra qualità di vita, di allungarla, ad esempio, e c’è sempre chi pensa anche di poter diventare più ricco e potente. Allo stesso tempo, il progresso ci riempie di responsabilità perché assieme alle opportunità ci sono anche dei rischi, luci e ombre, inscindibili, e solo chi conduce il gioco è in grado di fare in modo che le nuove scoperte tecnologiche siano utilizzate in modo positivo e, appunto, responsabile.
Proprio in questa coesistenza di opportunità e responsabilità si inserisce Around Mobility, perché di fronte alle tante novità che negli ultimi anni hanno animato il settore, è importante fare un pensiero “attorno alla mobilità”, assieme. Prendersi il tempo per farlo, sei mesi, coinvolgendo anche le persone, la città, il territorio, e non chiudendosi in una torre d’avorio a riflettere e farneticare.
Le auto a guida autonoma sono forse la novità più “disruptive” e che ha avuto più risonanza mediatica, nella mobilità, ma ce ne sono molte altre che vanno ad impattare fortemente sulla logistica, sul trasporto, sull’organizzazione della città e anche delle nostre agende.
Around Mobility si presenta quindi come un percorso a tappe ricco di spunti e di conoscenza, grazie al coinvolgimento di esperti internazionali della mobilità, innovatori, policy maker, operatori del settore Trasporti e chiunque voglia condividere un’idea nuova di mobilità.
Around Mobility: obiettivo
L’obiettivo di questa iniziativa è molto chiaro e concreto. Finora abbiamo parlato di progresso, responsabilità e rischi, in generale, ma di fatto Around Mobilty è nata per aprire la discussione e immaginare scenari, per non dire “siamo arrivati troppo tardi” e invece pensare subito, e assieme, il percorso dei prossimi anni. Nella mobilità ma non solo, anticipando i bisogni che la nuova mobilità farà emergere a livello economico, sociale e persino geopolitico. Promuovendo un dibattito diffuso fra vari spazi culturali milanesi, questo progetto vuole fornire ai cittadini gli strumenti e le conoscenze per agire in modo consapevole e responsabile.
Around Mobility e antropologia
Con il primo incontro, organizzato lo scorso marzo, è stato affrontato l’aspetto antropologico della mobilità grazie a Georges Amar, ingegnere di formazione, docente di design e innovazione all’Ecole de Mines ParisTech e autore del libro Homo Mobilis.
Amar ha analizzato il concetto di mobilità, subito distinguendolo da quello di trasporto, e collegandolo all’organizzazione della nostra società. Se ci fermiamo a pensare un attimo alla nostra idea di spazio e tempo, fino a poco tempo fa collegavamo una certa attività ad un certo luogo. Si studia a scuola, si lavora in ufficio, si fa sport in palestra… Oggi non è più così, si lavora anche in un bar o in treno, si fa sport anche in alcuni uffici o in casa propria, si studia anche al parco, se ci si concentra meglio. Amar ha parlato di “mobile life”, di un nuovo paradigma che ci porta a rivoluzionare l’organizzazione sociale dello spazio e trasforma la città in un sistema di movimenti e non più di luoghi “statici”.
Cambia quindi il nostro modo di vivere e ci troviamo di fronte all’opportunità e alla responsabilità di decidere che mobilità vogliamo per il futuro. La nostra scelta farà emergere nuovi valori che sfoceranno in nuove logiche e, molto probabilmente, nuovi conflitti da gestire.
Amar, rivolgendosi al pubblico, durante l’incontro, ha infatti chiesto“in che direzione vogliamo andare se pensiamo al futuro della mobilità? Ne vogliamo “di più”, e desideriamo cioè una mobilità più veloce, che ci permetta per esempio di andare più lontano, magari su altri pianeti? O ne vogliamo “di meno”, così come ad esempio desideriamo che il cibo sia lento (slow food)? O forse ci sono altre possibilità – oltre il “di più” e il “di meno” – ed è il momento di immaginarsi qualcosa di diverso?”. Tutti noi siamo chiamati a rispondere.
Around Mobility tra scienza, tecnologia e arte
La prossima tappa di questo percorso è prevista il 9 maggio, alle 19.30, all’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia (Milano). L’ospite sarà Ryan Janzen, uno scienziato, ingegnere ed artista canadese che riesce a fondere scienza, tecnologia e arte. E’ anche co-fondatore e CTO di TransPod, azienda che progetta veicoli ad altissima velocità capaci di spostare passeggeri e merci connettendo comunità lontane, con una minore dipendenza dai combustibili fossili.
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Pubblicato da Marta Abbà il 3 Maggio 2019