Aporocactus: caratteristiche e coltivazione

Aporocactus
L’aporocactus è una pianta succulenta comunemente chiamata coda di topo o coda di volpe per il singolare aspetto dei suoi rami. Essa appartiene alla grande famiglia delle Cactacee, originaria dell’America centrale e del Messico, ma comunque estesa a tutte le zone di clima temperato.

Nei prossimi paragrafi scopriremo le principali caratteristiche di questa pianta insieme ad alcuni accorgimenti pratici per poterla coltivare nelle nostre case in modo da poter godere della sua bellezza anche alle nostre latitudini.

Caratteristiche dell’aporocactus

Si tratta di una pianta formata da più fusti a portamento cespuglioso separati dalla radice, di colore verde chiaro, pendenti e interamente ricoperti da innocue spine sottili. È questo un tipo di cactus che possiede un apparato radicale poco sviluppato.

I fiori appaiono grandi, con petali lunghi e stretti che si schiudono tra maggio e luglio. I colori sono accesi e sfumano dal rosa al rosso intenso, con al centro evidenti stami gialli. I frutti invece sono piccoli e tondi.

Come coltivare l’aporocactus

Vediamo a questo punto insieme alcuni piccoli trucchi per coltivare questa pianta in maniera ottimale all’interno delle nostre abitazioni.

Esposizione ideale

Le piante coltivate in piena terra, nei giardini rocciosi o sui muretti a secco resistono senza problemi in tutte le zone mitigate meridionali e lungo le coste. Lo svernare della pianta dovrà compiersi in un luogo luminoso e fresco, con temperature comprese tra i 5 e 15 °C .
Una piccola attenzione da seguire: per la messa a dimora è buona cosa utilizzare esclusivamente vasi in terracotta per facilitare l’evaporazione dell’acqua in eccesso.

È inoltre opportuno sapere che tutti gli esemplari di aporocactus prediligono la luce diretta del sole e le temperature elevate. Sarà nostra cura sistemare gli esemplari in vaso all’interno di serre calde e luminose per tutto il periodo invernale.

Terreno idoneo per la messa a dimora della pianta

Per una buona coltivazione di questo tipo di vegetale, possiamo sfruttare un terreno specifico per piante grasse, diversamente dovremmo adottare un misto di torba, sabbia o altro materiale a grana grossa per espandere la granulometria.

L’aporocactus è una tipologia di pianta che predilige terreni soffici e ben drenati; per il rinvaso si consiglia di usare un terriccio specifico per cactacee, al quale aggiungeremo della sabbia grossolana o della perlite, per garantire il drenaggio dell’acqua.

Il nostro aporocactus gradisce un substrato leggero, povero o sassoso, l’importante che non permetta il ristagno di acqua; a tale scopo, posizionare uno strato superficiale di ghiaia sminuzzata grossolanamente sul fondo del vaso. In alternativa, è possibile rinvasare il cactus in un recipiente di terracotta, poco profondo ma con almeno un diametro triplo rispetto alla sua base. Il vaso andrà collocato in posizione sopraelevata per favorire la cascata naturale dei rami.

Ribadiamo che il nostro esemplare di aporocactus si rinvaserà in primavera e lo si dovrà concimare con un prodotto specifico da Aprile a settembre, una sola volta al mese.

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Come annaffiare l’aporocactus

Le annaffiature di questa tipologia di cactus dovranno mantenersi scarse da aprile a settembre. Le stesse andranno invece sospese per il resto dell’anno, specie nella stagione invernale.

annaffiatoio

Concimazione

Al fine di ottenere una fioritura vigorosa, dalla ripresa vegetativa fino ad autunno inoltrato, una volta al mese, sarà necessario somministrare alla nostra succulenta un concime liquido specifico per cactacee, diluito nell’acqua delle annaffiature.

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Moltiplicazione della pianta

Il metodo più semplice per la riproduzione dell’aporocactus è la talea da ramo. Sarà sufficiente recidere l’apice dei fusti (5-10 cm di lunghezza) e interrare in un composto sabbioso. A radicazione avvenuta i nuovi esemplari di aporocactus andranno trapiantati ciascuno con il proprio panetto di terra avvolgente le radici nel contenitore definitivo.

Parassiti e malattie dell’aporocactus

La pianta è spesso soggetta alla colonizzazione di parassiti quali la cocciniglia cotonosa. Questo comune insetto danneggia irrimediabilmente la pianta, procurando sulle pagine del fogliame vistose macchie scure; è bene intervenire sin da subito, usando un batuffolo di cotone impregnato di alcool denaturato o un prodotto biologico come l’olio di Neem, per poi strofinare delicatamente le zone colpite in modo da rimuovere gli ospiti indesiderati.

A causa di continui sovradosaggi di acqua, i fusti e le radici tenderanno a marcire. In caso di problemi derivanti da marciume radicale, toglieremo immediatamente la pianta dal vaso e rimuoveremo tutte le parti molli. Le restanti parti sane dovranno essere trattate con un fungicida in polvere ad ampio spettro. Una volta che il terreno ritornerà completamente asciutto, si procederà a un nuovo rinvaso e, dopo circa una settimana, potremo iniziare ad effettuare le prime modeste irrigazioni.

Curiosità sulla pianta

L’aporocactus è stata una delle prime specie di cactus a essere importate nel continente europeo. In passato era una pianta molto diffusa, facilissima da curare e da replicare, ma senza valore commerciale. Oggi è tornata di gran moda e largamente venduta nei vivai specializzati.

Nel linguaggio dei fiori, la pianta è simbolo di resilienza e di tenacia.

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