Nel precedente articolo abbiamo introdotto la Posizione iniziale dei pezzi e i 4 Pilastri della Saggezza delle aperture ma prima di approfondire le singole aperture è bene che spenda qualche parola sulla teoria delle aperture degli scacchi.
Sin dai primordi del gioco ci si è resi conto che giocare certe sequenze di mosse (aperture) poteva portare a una posizione più promettente rispetto ad altre. La pratica del gioco ha poi perfezionato ed approfondito le sequenze portando ad un continuo miglioramento dell’organizzazione del gioco stesso in fase di apertura per entrambi i colori.
Lo studio di tutte le aperture degli scacchi forma la Teoria delle Aperture.
Aperture più usate negli scacchi
La scelta della prima mossa del Bianco è solitamente dettata dalla necessità di controllare le case centrali della scacchiera; pertanto le mosse 1.e4 (apertura del pedone di Re o apertura di Re) e 1.d4 (apertura del pedone di Donna o apertura di Donna) sono le mosse più giocate in quanto che fisicamente occupano le importanti case centrali. Sono senz’altro le aperture più usate. Tuttavia è pure possibile controllare il centro da lontano come teorizzato in certe aperture come la 1. b3 (apertura Larsen) oppure 1. Cf3 (apertura Reti) dove il controllo è esercitato nel primo caso dall’Alfiere posto in fianchetto in b2 e nel secondo esempio dal Cavallo centralizzato in f3.
La Teoria delle Aperture non è qualcosa di fisso ed immutabile, ma è in continuo divenire; a volte nei tornei viene giocata per la prima volta una mossa (novità teorica) che suscita l’interesse degli appassionati che non mancano di sperimentarla alla prima occasione. Sarà solo il risultato concreto ottenuto in partita (e la sua ripetizione!) che sancirà il successo o meno di quella novità teorica.
Quindi le aperture vanno studiate, ma non a memoria, ma capendo le idee che si celano nelle sequenze di mosse. Questo studio è molto impegnativo e, se ci si vuole perfezionare, occorre affrontarlo prima o dopo. La buona notizia è che per i principianti non è necessario affrontare subito questo studio così impegnativo, ma lo si può posporre ad un secondo momento. All’inizio è sufficiente comprendere bene i quattro principi, che io chiamo i “4 Pilastri della Saggezza delle Aperture”, strategici e basilari che, se ben compresi, vi consentiranno di giocare senza timore qualunque apertura.
Migliore aperture negli scacchi
I 4 Pilastri della Saggezza delle Aperture sono importanti perché se li seguirete sarete certi di giocare le migliori aperture per vincere a scacchi.
Essi prevedono:
- Conquista fisica del Centro
- Sviluppo rapido dei pezzi
- Movimento oculato dei pedoni
- Sicurezza del Re.
Gli aggettivi non sono messi a caso, ma hanno un significato preciso.
Partiamo dal primo punto, la conquista fisica del Centro. Perché lo dobbiamo conquistare? La ragione risiede nel fatto che chi occupa il Centro ha più spazio, vale a dire più case, a disposizione dove posizionare i pezzi che dal lì inoltre potranno esercitare un’influenza maggiore sullo schieramento avversario. La conquista del Centro poi consente normalmente di potere portare un attacco diretto al Re. Perché dobbiamo cercare di occupare fisicamente il Centro? Lo dobbiamo occupare fisicamente perché semplicemente è molto più facile occupare fisicamente il Centro che non controllare da lontano. Siamo agli inizi; partiamo dunque a giocare cose semplici che funzionano. Con la pratica del gioco impareremo nel tempo a giocare cose più complesse.
Il centro è composto dalle 4 case ‘d4’ ‘d5’ ‘e4’ ‘e5’ evidenziate in rosso. Le case colorate di verde formano quello che a volte è chiamato “centro esteso”.
Per quanto riguarda il secondo punto occorre spiegare cosa significa sviluppare un pezzo degli scacchi.
Parliamo di sviluppo di un pezzo quando questo viene mosso dalla casa iniziale e gli viene assegnato un ruolo attivo di controllo o sostegno del Centro, di attacco o difesa di un proprio pezzo o del Centro. Normalmente si sviluppano prima i Cavalli e poi gli Alfieri che sono i primi pezzi che entrano in gioco.
Questo concetto, che non è di immediata assimilazione, deve assolutamente essere ben compreso, si porta dietro alcuni corollari vale a dire non muovere due volte lo stesso pezzo in apertura, non andare a caccia di pedoni, non muovere troppo presto la Regina. Con una similitudine militare sviluppare bene i pezzi è analogo a posizionare con cura tutte le proprie truppe prima della battaglia.
Un esempio di sviluppo di pezzi in attacco e difesa
Al punto tre troviamo una parola desueta, oculato, che sta ad indicare pochi ed efficaci movimenti di pedone. Un movimento di pedone è efficace quando occupa/sostiene il centro o difende/attacca un pezzo e libera il movimento ai pezzi dietro di lui in modo che possano entrare in gioco.
Da ciò si evince che la mossa 1. a4 tanto cara ai principianti, non è efficace.
- a4 Mossa da evitare
Infine, ultimo, ma non ultimo, il quarto principio sancisce che occorre tenere al riparo da insidie il proprio Re. Quando perdiamo il Re abbiamo perso tutto. Quindi dobbiamo avere la massima cura della sua sicurezza. Riusciamo ad assolvere a questo compito arroccando. Nella sua rocca, difeso da prodi pedoni, il Re è al sicuro. Naturalmente durante tutto il corso della partita dovremo sempre verificare lo stato della sua sicurezza per non trovarci di fronte a spiacevoli sorprese.
Nel diagramma arrocco lungo per il Bianco e corto per il nero.
L’applicazione di questi principi vi consentiranno di raggiungere l’obiettivo dell’apertura che è quello di entrare nel medio gioco con una posizione giocabile, ovvero magari non particolarmente buona, ma neanche particolarmente cattiva, giocabile appunto.
Ma questo è un altro film. :-)
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di Andrea Gori Istruttore di scacchi Nazionale professionista SnaQ CONI/FSI e Candidato Maestro FIDE
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